Liberalizzazioni: Confcommercio all'audizione al Senato

Liberalizzazioni: Confcommercio all'audizione al Senato

58/2006
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58/06
Roma, 10.07.06

 

 

LIBERALIZZAZIONI: CONFCOMMERCIO ALL’AUDIZIONE AL SENATO

 

Le norme contenute dal decreto emanato dal Consiglio dei Ministri del 30 giugno, pur comportando rilevanti ed immediate modifiche sia delle regole concernenti lo svolgimento dell’attività d’impresa, sia delle regole fiscali, sono state introdotte senza nessuna forma di preliminare confronto e discussione con le associazioni di impresa e, dunque, senza nessuna reale “concertazione�, fondata sul diritto/dovere delle parti sociali di recare il proprio contributo alla formazione di scelte rilevanti in materia economica e sociale, in ragione di ciò che esse rappresentano nell’economia reale del Paese. E’ per questo motivo che Confcommercio chiede innanzitutto, che si apra, con urgenza, un tavolo di confronto con il Governo, allo scopo di definire correttivi e miglioramenti di interesse generale: questa la posizione espressa da Confcommercio nel corso dell’audizione svoltasi presso le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato sul decreto legge 223/2006.

 

In particolare, per quanto concerne le regole generali di tutela della concorrenza nel settore della distribuzione commerciale contenute nel provvedimento, si ricorda che pur traendo spunto da segnalazioni effettuate dall’AGCM in merito a talune scelte operate dalle Regioni in materia di disciplina del commercio, tale impostazione non è esente dal rischio dell’innescarsi di ricorsi alla Corte Costituzionale da parte delle Regioni per violazione della loro competenza costituzionale in materia di commercio. Sarebbe stato piuttosto opportuno â€" sottolinea Confcommercio - far ricorso alla via dell’intesa interistituzionale tra Governo, Regioni ed Enti locali.

 

Si continua inoltre a sottovalutare, proprio ai fini del miglioramento del servizio reso ai consumatori, la centralità dei processi di formazione professionale.

Ciò appare tanto più imprescindibile, laddove si operano scelte radicali, come la soppressione della legge del ’56 in materia di panificazione.

Così come una politica di apprezzamento della professionalità e di contrasto dell’abusivismo avrebbe dovuto consigliare un approccio più meditato alla soppressione di Commissioni consultive in materia di pubblici esercizi, di agenti di affari in mediazione, di agenti e rappresentanti di commercio, nonché all’esclusione dei rappresentanti delle categorie economiche dai Comitati tecnici per la rilevazione degli usi commerciali, istituiti presso le Camere di Commercio.

 

L’assenza di “concertazioneâ€� appare infine particolarmente grave â€" conclude Confcommercio - nel caso delle norme in materia fiscale, traducendosi in variazione delle regole fiscali in corso d’opera, con effetti retroattivi di talune norme, contraddicendo il modello di partecipazione e di confronto tra le categorie economiche e l’Amministrazione finanziaria, che è storicamente alla base dell’esperienza degli studi di settore.

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