"Local tax", il Governo va nella direzione auspicata da Confcommercio

"Local tax", il Governo va nella direzione auspicata da Confcommercio

Il vicepremier Di Maio ha rilanciato l'idea di accorpare tutti i tributi comunali in un'unica tassa. Per il responsabile fiscale della Confederazione, Vincenzo De Luca, "occorre unire, almeno nell'immediato, Imu e Tasi, ma l'obiettivo deve essere anche quello di ridurre la tassazione sugli immobili attraverso una sostanziale riduzione delle aliquote d'imposta".

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26 luglio 2019

"Voglio creare una tassa a livello  comunale che si chiami local tax, che costi di meno e  semplifichi la vita ai commercianti e ai cittadini": lo ha affermato  il vicepremier Luigi Di Maio a Sky Tg24 rilanciando l'idea di  accorpare tutti i tributi comunali in un'unica tassa. Per Confcommercio una delle urgenze fiscali del nostro Paese è proprio la necessità di un complessivo riordino della tassazione locale. Da tempo la Confederazione, ricorda il responsabile fiscale della Confederazione, Vincenzo De Luca, propone proprio "l'introduzione di un'unica imposta locale che accorpi, almeno nell'immediato, le attuali Imu e Tasi. Non ha infatti alcun senso tenere in piedi due imposte comunali che si applicano sugli stessi beni - gli immobili - e sulle medesime basi imponibili. E in questa direzione va la proposta di legge che istituisce la ‘nuova Imu' di cui auspichiamo una rapida approvazione in Parlamento". Per De Luca "ben vengano quindi le dichiarazioni di Di Maio. Ma basta accorpare i tributi locali per risolvere i problemi della tassazione sugli immobili in Italia? Certamente no. La tassazione patrimoniale con Imu e Tasi,  nonostante l'eliminazione dell'imposizione sulla ‘prima casa', rappresenta un carico fiscale di quasi il 150% più alto rispetto a quello che era dato fino al 2011dall'Ici. Il settore immobiliare nel nostro Paese è così gravato da un macigno fiscale, soprattutto di tipo patrimoniale, che colpisce tutte le tipologie di immobili: quelli locati (abitazioni, negozi, uffici), quelli che non si riesce neppure ad affittare, le case di villeggiatura, quelle ereditate e lasciate deperire per mancanza di risorse". Secondo il responsabile fiscale di Confcommercio "si tratta di un macigno che continua a determinare conseguenze disastrose per l'intera economia del nostro Paese che impoverisce le famiglie, comprime i consumi, deprime il Pil, condiziona l'occupazione, strozza il commercio, impedisce l'accesso all'abitazione da parte dei soggetti più deboli. L'obiettivo della ‘local tax', quindi, non deve essere solo quello di semplificare l'attuale sistema di tassazione comunale ma anche quello di ridurre la tassazione sugli immobili attraverso una sostanziale riduzione delle aliquote d'imposta". Per una più equa tassazione sugli immobili, inoltre, "è necessaria una riforma del Catasto attesa nel nostro Paese da ormai troppo tempo. L'iniquità del prelievo sul patrimonio immobiliare (tra diverse aree territoriali, tra diverse zone delle aree urbane, tra diverse tipologie di immobili) è legata, infatti, ad una base imponibile ormai vetusta. La rendita catastale - che costituisce la base imponibile per la determinazione delle imposte che riguardano la proprietà immobiliare - dovrebbe, infatti, essere il più vicino possibile all'effettivo valore dell'immobile. Da queste basi riteniamo che si debba partire per una graduale ed effettiva riduzione del prelievo immobiliare nel nostro Paese", conclude De Luca.

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