Madrid chiede aiuto, dalla Ue 100 miliardi per le banche

Madrid chiede aiuto, dalla Ue 100 miliardi per le banche

Dopo una riunione d'urgenza dei ministri delle Finanze della zona euro, la Spagna ha ceduto alle pressioni dei partner e dei mercati e chiesto assistenza finanziaria per ricapitalizzare i propri istituti di credito.

DateFormat

11 giugno 2012

La Spagna cede alle pressioni dei partner europei e dei mercati e chiede assistenza finanziaria per ricapitalizzare le proprie banche, prosciugate dalla bolla immobiliare. La svolta attesa da giorni è arrivata sabato scorso da Madrid, dal ministro dell'economia spagnolo Luis De Guindos, al termine di una riunione d'urgenza dei ministri delle Finanze della zona dell'euro, nel corso della quale l'Eurogruppo ha messo sul tavolo la disponibilità ad un prestito ''fino a 100 miliardi di euro'' per il settore del credito spagnolo. Il consulto in teleconferenza tra i 17 ministri di Eurolandia e' durato circa tre ore e si è svolto in un clima particolarmente 'caldo'. Poche ore prima, il Fmi aveva incalzato l'Europa ad agire, valutando in 40 miliardi di euro il bisogno di finanziamento delle banche spagnole, mentre l'agenzia di rating Moody's aveva nuovamente messo in guardia dai rischi di contagio, precisando che dal sistema bancario spagnolo arrivano i maggiori pericoli per l'Italia.
L'assistenza è condizionata a misure di risanamento del settore bancario spagnolo, ma non ad un nuovo piano di austerità, così come chiesto dalla Spagna che ha anche preteso ed ottenuto solo un ruolo tecnico di sorveglianza per il Fondo monetario internazionale, che non parteciperà direttamente al prestito. Gli aiuti - la cui entità sarà precisata da Madrid nelle prossime settimane, al termine della valutazione dei risultati di due audit indipendenti sul settore bancario - saranno erogati dai fondi europei salva stati Efsf e Esm e transiteranno verso il fondo spagnolo per la
ristrutturazione bancaria (Frob). Madrid - precisa la dichiarazione finale dell'Eurogruppo - manterrà ''la piena responsabilita'' dell'aiuto, anche se la riforma finanziaria e lo svolgimento del piano di assistenza saranno ''monitorati strettamente e regolarmente'' dai partner. Tutti elementi che hanno fatto dire al premier Mariano Rajoy che ''non si tratta di un salvataggio'', ma solo di un
aiuto ottenuto a ''condizioni molto favorevoli''. La Spagna ha resistito testardamente alle pressioni perché non voleva essere messa sullo stesso piano di Grecia, Irlanda e Portogallo, i tre
Paesi della zona dell'euro costretti a chiedere gli aiuti di Ue-Fmi-Bce per evitare il fallimento. Resta il fatto che la Spagna, quarta economia di Eurolandia, diventerà il primo big a ricorrere agli aiuti dei partner. Le modalità del prestito sono pero' inedite ed aprono una strada nuova. Le conclusioni dell'Eurogruppo sono state accolte con favore dal presidente del consiglio Mario Monti, che vi ha partecipato con il vice ministro dell'economia Vittorio Grilli. Monti ''sostiene pienamente'' la dichiarazione finale, riferiscono fonti di Palazzo Chigi. Solo pochi giorni fa, il premier aveva detto di
ritenere necessario ''considerare meccanismi che consentano di agire per ricapitalizzare gli intermediari bancari con forme che coinvolgano meno direttamente gli Stati membri con effetti sui
loro debiti pubblici''. Da Berlino, il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble si è rallegrato per la decisione spagnola. E anche da oltre Atlantico, dove ci sono occhi e orecchie molto
sensibili alla crisi dell'eurozona, sono giunti apprezzamenti. Il segretario Usa del Tesoro Timothy Geithner ha definito l'azione europea sulle banche spagnole ''un passo concreto verso l'unione finanziaria'' che considera vitale per il consolidamento della zona dell'euro. Un apprezzamento è arrivato anche dal direttore generale del Fmi, Christine Lagarde.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca