Mafia Capitale: Cerra, "Chi sa parli per fermare la corruzione"

Mafia Capitale: Cerra, "Chi sa parli per fermare la corruzione"

Il presidente della Confcommercio di Roma, di fronte al quadro preoccupante emerso dall'inchiesta chiede all'intera città un cambiamento, una sorta di colpo di reni perché "le forze sane di questo territorio possano crescere".

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16 dicembre 2014

 

"Servono coraggio e onestà, è necessario denunciare tentativi di corruzione e ingerenza criminale". A parlare è Rosario Cerra, presidente della Confcommercio di Roma, che di fronte al quadro preoccupante emerso dall'inchiesta su Mafia Capitale, chiede all'intera città un cambiamento, una sorta di colpo di reni perché «le forze sane di questo territorio possano crescere». Cerra osserva: «L'economia sana è quella in cui il mercato è determinato da una concorrenza vera e leale, in cui la politica non è il principale attore economico, ma si limita a fissare le regole e, soprattutto, a controllarne il rispetto». Fin qui la premessa che fa poi affermare al leader di Confcommercio Roma: "Mafia Capitale nasce dal corto circuito di questo sistema in cui, a fare da collante tra politica e pseudo-imprese, sono intenti e meccanismi criminali. Le ripercussioni di questo corto circuito però vanno oltre il destino individuale dei soggetti coinvolti: è tutta la nostra comunità a pagarne, due volte, le conseguenze". Da una parte le risorse di cui si è appropriata Mafia Capitale sono state sottratte alle imprese oneste, "al tessuto economico sano della nostra città"; dall'altra gli euro che finiscono nelle casse dell'"economia cattiva" vengono dirottati dai servizi pubblici, dall'assistenza e dall'accoglienza. 

tratto da "Il Messaggero" di Mauro Evangelisti

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