Manifestazione FIT contro la criminalità

Manifestazione FIT contro la criminalità

Roma, 29 Ottobre 2007

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29 ottobre 2007
ASSEMBLEA NAZIONALE

Intervento del Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli

 

Manifestazione FIT contro la criminalità

 

Roma, 29 Ottobre 2007

 

 

Cari amici,

oggi, la mia presenza vuole essere anzitutto il segnale della vicinanza, della piena condivisione di tutta la Confcommercio delle ragioni di questa vostra iniziativa di protesta e di proposta.

Siamo qui, dunque, per ricordare che è ormai intollerabile che una troppo lunga striscia di sangue attraversi, nel nostro Paese, il mondo del lavoro.

Sono troppe, davvero troppe, le violenze subite e le morti di amici e colleghi uccisi dal colpo di pistola dei malviventi che li vogliono derubare dell’incasso giornaliero.

Chi â€" come noi â€" non crede nella sicurezza e nella giustizia “fai da teâ€�, chiede, allora, che all’intollerabilità di questa situazione si reagisca con una concreta “tolleranza zeroâ€� nei confronti di ogni forma di criminalità.

Perché, concretamente, serve più collaborazione tra chi lavora e le forze dell’ordine; serve più controllo e vigilanza del territorio; serve più severità e più certezza nella durata effettiva delle pene.

Una maggiore efficacia, una maggiore determinazione dell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità è oggi richiesta, giustamente e a gran voce, in ogni area del Paese e da tutti i cittadini.

Ed è richiesta, anzitutto, da voi, da noi.

Da chi, cioè, ogni giorno lavora e fa impresa e sperimenta â€" lo sperimenta sulla propria pelle â€" che davvero legalità e sicurezza sono la condizione prima e imprescindibile della crescita e dello sviluppo.

Non ci rassegniamo, non possiamo e non dobbiamo rassegnarci di fronte alla sfida della criminalità.

Non ci rassegniamo, non possiamo e non dobbiamo rassegnarci di fronte al dramma di chi â€" semplicemente per lavorare, semplicemente per continuare a tenere aperta la propria tabaccheria, il proprio negozio â€" è costretto a convivere magari anche con l’angoscia di tenere la pistola sotto il bancone.

Insomma, anche qui, anche oggi, chiediamo â€" e chiediamo a gran voce â€" di poter essere né più, né meno che cittadini di un Paese normale.

Cittadini, cioè, di un Paese in cui l’impegno determinato per la sicurezza e la legalità siano il primo dovere dello Stato, delle istituzioni, della politica.

Viviamo in tempi complessi e difficili. Viviamo in tempi di crisi e di critica della politica.

Reagiscano, allora, lo Stato, le istituzioni, la politica ad un crescente distacco rispetto alle attese dei cittadini.

E lo facciano â€" di fronte a tante emergenze ed urgenze â€" mettendo al primo posto la necessità di assicurare, sempre e comunque, sicurezza e legalità.

Non si risparmino risorse su questo terreno. Perché davvero sono le risorse meglio spese.

Non si lesini l’impegno del Governo e della politica tutta per un deciso giro di vite anche sul piano normativo.

E’ nostro diritto e nostro dovere incalzare il Governo e la politica, perché ci sia davvero tolleranza zero nei confronti della criminalità.

E’ nostro diritto e nostro dovere, perché, in questo modo, onoriamo davvero la memoria di chi è stato ucciso e che non vogliamo dimenticare.

E’ nostro diritto e nostro dovere, perché, soprattutto, non vogliamo che altra violenza vi sia e che altro sangue sia sparso.

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