Manifesto ICT per l'innovazione

Manifesto ICT per l'innovazione

Convegno Confcommercio - 12 maggio 2010

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12 maggio 2010

Cari amici,
desidero innanzitutto ringraziare il Ministro Brunetta per aver accettato il nostro invito e per aver voluto condividere insieme a noi il protocollo a sostegno dell’innovazione che firmiamo stamattina. Un incontro, peraltro, che si svolge nell’ambito della Settimana europea delle Pmi, a testimonianza dell’importanza che le nuove tecnologie rivestono per lo sviluppo e la promozione delle piccole e medie imprese.

Lo scenario con cui oggi ci stiamo confrontando è quello di una difficile transizione, in cui la crisi morde ancora il tessuto dell’economia reale, e lo fa anzitutto in termini di aumento della disoccupazione, seppure in misura più contenuta rispetto a quanto si registri altrove.

Occorre, pertanto, avanzare rapidamente nei cantieri di lavoro delle riforme utili a sostenere produttività e competitività se vogliamo costruire un’Italia più ambiziosa e che investa sul futuro, cioè  anzitutto sui talenti e sull’innovazione.

E bisogna puntare su grandi risorse di cui il nostro Paese certamente dispone, come l’economia dei servizi. Perché proprio da questo settore – dai servizi di mercato che contribuiscono a più del 40 per cento della formazione del Pil e dell’occupazione - potrebbe venire una spinta determinante all’accelerazione ed all’irrobustimento della dinamica del ritorno alla crescita.  

Profittando, tra l’altro, di quanto si sta facendo nella funzione pubblica per promuovere merito e responsabilità, innovazione e produttività. E di questo, caro Ministro, Te ne siamo grati.

Perché una pubblica amministrazione in cui agisca una solida cultura della responsabilità, in cui cioè si valutino efficacemente prestazioni e risultati e si premi chi lo merita, è un’infrastruttura essenziale per la competitività del Paese ed è determinante per la qualità e la produttività della spesa pubblica.

Innovare nella pubblica amministrazione significa semplificare la vita dei cittadini e delle imprese, renderne più produttivo l’impegno lavorativo, ridurre i costi della “tassa” burocrazia che alle imprese italiane costa almeno 1 punto di Pil. Così come è fondamentale la qualità della cooperazione tra funzione pubblica ed iniziativa dei privati per accelerare crescita e sviluppo.

Come ricorderai, caro Ministro, è proprio in quest’ottica che abbiamo siglato insieme un protocollo d’intesa per valorizzare il ruolo delle imprese dei servizi secondo il modello delle “reti amiche”, cioè dell’integrazione di reti private con i servizi della pubblica amministrazione.   Gli stessi motivi che ci hanno portato a condividere l’istituzione, nell’ambito del Premio Nazionale dell’Innovazione, del Premio per i Servizi, di cui Confcommercio-Imprese per l’Italia cura l’organizzazione.

Oggi, con la firma del protocollo per la diffusione dell’Information Technology, che prevede l’avvio di un apposito Tavolo di lavoro presso il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, aggiungiamo un nuovo tassello a questa stretta e proficua collaborazione. Siamo, infatti, convinti che il sostegno e la condivisione delle Istituzioni sia indispensabile per pianificare e raggiungere nel più breve arco di tempo possibile la piena capacità di utilizzazione  efficace e aggiornata delle nuove tecnologie da parte delle imprese.

E’ questo un traguardo possibile e fondamentale non solo per il mondo imprenditoriale, ma per l’intero  Paese.

Come, infatti, emerge dal Manifesto presentato stamattina, frutto del lavoro di un’apposita Commissione coordinata dal Presidente Rapari, che ringrazio per la preziosa attività al servizio della Confederazione, nel campo dell’ICT l’Italia ha accumulato un notevole ritardo rispetto ad altri Paesi che va colmato al più presto per cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per la competitività e per lo sviluppo.

Non ci sono, dunque, scorciatoie: la strada maestra da seguire è l’innovazione perché si tratta di un grande volano di crescita per sostenere una ripresa che sia più robusta e più rapida del previsto e interrompa la spirale della stagnazione dei consumi e dell'aumento della disoccupazione.

E’ innovando che si può, infatti, introdurre linfa vitale nel nostro sistema economico – e sappiamo tutti quanto ce ne sia bisogno – e apportare quel valore aggiunto che può permetterci di competere di più e meglio, di essere più forti, di non temere il confronto a viso aperto con l’estero.

Basti pensare, ad esempio, all’impatto di un’innovazione – non solo tecnologica, ma anche organizzativa, ossia legata alle conoscenze, ai saperi, alla creatività, in sintesi al capitale umano – diffusamente applicata al commercio, al turismo e ai servizi.

Un po’ più di attenzione al nostro mondo, a questo mondo dei servizi, quindi, non guasterebbe. Penso, anzi, potrebbe essere un ingrediente importante di una “ricetta” che contempli un’Italia più competitiva e più giusta.

Ed è per questo che chiediamo un progetto ampio e lungimirante per i servizi che tramite la rimozione dei nostri ritardi e la realizzazione delle riforme strutturali, a partire da quella del sistema fiscale, assicuri anche al nostro sistema distributivo, al turismo e ai servizi un contesto ambientale più adatto a fare impresa.

Grazie.

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