Ue: "dall'Italia rischi di contagio, riforme in stallo"

Ue: "dall'Italia rischi di contagio, riforme in stallo"

E' impietoso l'atteso giudizio di Bruxelles, che evidenzia "squilibri eccessivi" a livello macroeconomico, dovuti allo "elevato debito pubblico" e alla "protratta debolezza delle dinamiche della produttività". Preoccupazione per la situazione di stallo nelle riforme strutturali.

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27 febbraio 2018

"Squilibri eccessivi" a livello macroeconomico, dovuti allo "elevato debito pubblico" e alla "protratta debolezza delle dinamiche della produttività", che "implicano rischi con rilevanza transfrontaliera, in un contesto di crediti in sofferenza a livello ancora elevato e alta disoccupazione". E' quanto si legge nel paragrafo sull'Italia della "valutazione dei progressi sulle riforme strutturali e la prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici" negli Stati membri, nel contesto del "semestre europeo" per il 2019, pubblicata dalla Commissione a Bruxelles.La Commissione "non si aspetta che il rapporto debito/Pil diminuisca nei prossimi anni", in quanto "le deboli prospettive macroeconomiche e gli attuali piani di bilancio del governo, anche se meno espansivi rispetto ai piani iniziali per il 2019, comporteranno un deterioramento dell'avanzo primario". La Commissione indica poi che in Italia "la competitività dei costi è stabile, ma persiste una debole crescita della produttività", che è "radicata in questioni di vecchia data riguardanti il funzionamento dei mercati del lavoro, del capitale e dei prodotti, aggravati da carenze nella pubblica amministrazione e nel sistema della giustizia, che pesano sulla crescita del Pil potenziale". Quanto al sistema bancario, "lo stock di crediti in sofferenza ha continuato a diminuire in modo significativo", ma mantenerne il ritmo di riduzione attuale "potrebbe rivelarsi difficile date le condizioni di mercato". Inoltre, "i rendimenti del debito sovrano, superiori rispetto ai livelli dei primi mesi del 2018, incidono sui costi di finanziamento e sulle riserve di capitale delle banche, pesando sul credito al resto dell'economia e sulla crescita del Pil". Nella valutazione della Commissione, infine, c'è preoccupazione per la situazione di stallo nelle riforme strutturali. "Nonostante alcuni progressi nel risanamento dei bilanci delle banche, nella riforma dell'insolvenza e nelle politiche attive del mercato del lavoro, l'impulso per le riforme si è sostanzialmente arrestato nel 2018". Non solo, "il bilancio del 2019 include misure politiche che invertono elementi delle precedenti importanti riforme, in particolare nel settore delle pensioni, e non include misure efficaci per aumentare la crescita potenziale", conclude la Commissione.

 

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