Mercato dell'auto ancora a picco

Mercato dell'auto ancora a picco

A febbraio 2021 calo del 12,3% rispetto al 2020, mentre nei primi due mesi dell'anno la flessione è del 13,1%. Unrae: "Pesa l'esaurimento degli incentivi". Federauto: “situazione di oggettiva difficoltà”.

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17 marzo 2021

Nel mese di febbraio 2021 la Motorizzazione ha immatricolato 142.998 vetture rispetto a 163.124 dello stesso periodo del 2020 con un calo del 12,3%. Il dato mostra comunque una
accelerazione rispetto alle 134.147 immatricolazioni di gennaio. Nei primi due mesi dell'anno sono state immatricolate 277.145 vetture contro 318.991, con una flessione del 13,1%. Nello stesso periodo di febbraio 2021 sono stati registrati 303.046 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -9,98% rispetto a febbraio 2020, durante il quale ne furono registrati 336.634 (nel mese di gennaio 2021 sono stati invece registrati 259.244 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -23,47% rispetto a gennaio 2020, durante il quale ne furono registrati 338.754). Nel mese di febbraio 2021 il volume globale delle vendite (446.044 autovetture) ha dunque interessato per il 32,06% auto nuove e per il 67,94% auto usate. 

 

Unrae: "Sul mercato pesa l'esaurimento degli incentivi"

"Dopo la caduta del 14% registrata a gennaio, prosegue anche a febbraio il calo consistente del mercato dell'auto confermando una tendenza in discesa che rischia di assumere carattere di cronicità in assenza di interventi". Così l'Unrae, l'associazione dei costruttori esteri commenta i dati appena forniti dal Mit , che confermano "la pesante condizione in cui versa il mercato dell'automotive, una situazione critica che fa presagire un drammatico e ulteriore peggioramento quando prevedibilmente a fine marzo, inizio aprile, i fondi destinati agli incentivi saranno esauriti'', avverte il presidente Michele Crisci. ''Auspichiamo - aggiunge Unrae- che il Governo faccia propria l'analisi sui dati sconfortanti del settore e decida di rinnovare quanto prima il sistema degli incentivi, il cui utilizzo sta dimostrando un grosso beneficio ambientale: le nostre valutazioni, basate sui dati delle vendite, indicano che l'incentivazione governativa dei mesi estivi è stata usata per il 60% per l'acquisto di auto 'verdi' ed Euro 6 a fronte della rottamazione di vetture obsolete e inquinanti''. “I dati elaborati dall’Unrae sull’andamento del mercato - afferma Michele Crisci - indicano nel 2020 una perdita di fatturato per il settore pari a 10 miliardi di euro, che per le casse dello Stato si traduce in mancate entrate in termini di IVA per 1,8 miliardi; una cifra rilevante alla quale, nell’ipotesi pessimistica di una ulteriore depressione del mercato dell’auto, si rischia di aggiungere anche la chiusura di aziende e la perdita di migliaia di posti di lavoro con i relativi danni economici e sociali”. Tra i motivi che rallentano la ripresa del settore, l’Unrae aggiunge la penalizzazione fiscale delle Auto concesse dalle aziende ai dipendenti come fringe benefit: “L’inasprimento della tassazione dovuto al nuovo ciclo di prova WLTP per misurare le emissioni, ed il mancato adeguamento dei valori da NEDC a WLTP come avvenuto per le fasce degli incentivi - dice Crisci - colpisce un settore, quello delle Auto aziendali, che nel resto d’Europa è in crescita e raggiunge quote del 63% in Germania, del 54% in UK, del 53% in Francia, del 50% in Spagna, mentre in Italia è fermo al 36% per l’elevata imposizione fiscale cui è sottoposto rispetto agli altri grandi mercati europei".

Federauto: “situazione di oggettiva difficoltà”

"La perdita registrata a febbraio evidenzia che stiamo fronteggiando una situazione di mercato di oggettiva difficoltà, attenuata solamente dagli incentivi introdotti dalla legge di bilancio 2021 e se guardiamo ai dati del 2019, la realtà dei numeri è ben peggiore: la flessione è del -19,9% sul mese e -19,5% da inizio anno". Lo ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto, commentando i dati sulle immatricolazioni italiane di febbraio. “Si pone con urgenza il tema del rifinanziamento, pena un crollo del mercato, degli incentivi della fascia 61-135 g/km di CO2, le cui risorse sono già state impegnate per oltre il 61% e termineranno nelle prossime settimane, quindi ben prima della naturale scadenza stabilita dalla legge per il loro utilizzo. È evidente come il contributo allo svecchiamento del parco auto dato dai veicoli Euro 6 di ultima generazione, anche benzina e diesel, è nettamente prevalente rispetto a quello fornito dai veicoli a bassissime o zero emissioni, i cui numeri assoluti restano ancora marginali, sebbene in forte accelerazione in termini di crescita percentuale”, prosegue De Stefani.

“Dunque - continua De Stefani - se l’obiettivo è rinnovare il parco circolante auto del nostro Paese, troppo anziano e per questo inquinante e poco sicuro (non dimentichiamo che oltre il 56% è ante Euro 5), occorre investire sul settore in modo ampio, responsabile, continuato e ben definito nel lungo periodo, fino a quando l’obiettivo non è raggiunto”. “Mi preme sottolineare l’importanza di una programmazione di interventi strutturali per il settore auto che guardino alle finalità ambientali e di sicurezza stradale oltre che con il rinnovo del parco auto anche attraverso il riequilibrio della fiscalità in ottica europea e di neutralità tecnologica. Sono entrambe leve fondamentali nell’attuazione della strategia di transizione ecologica sostenibile verso l’elettrico che, oltretutto consentirebbero di superare la frenata del mercato causata dall’emergenza Covid19 e ridare slancio ad uno dei principali settori economici del Paese che contribuisce al PIL nazionale in maniera rilevante ed ha un grande impatto negli equilibri occupazionali e per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi comunitari relativi alla riduzione delle emissioni di CO2”, sottolinea ancora De Stefani. “Riteniamo che la definizione di una nuova proposta per l’automotive da parte del Governo all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, possa costituire una leva fondamentale per la crescita economica del nostro Paese, debilitato da 25 anni di non crescita e con alle spalle un 2020 che ci ha riportato ai valori del 1995 in termini di Pil e di consumi per abitante”, conclude il presidente di Federauto.

 

Immatricolazioni a picco nella Ue a febbraio

Nuovo forte calo per il mercato europeo dell'auto a febbraio: -19,3% dopo il -24% di gennaio. Dai dati diffusi da Acea, l'associazione dei costruttori europei, emerge infatti che le immatricolazioni sono state solo 771.486, il dato più basso nel mese dal 2013. A pesare sui dati sono le misure di contenimento anti-Covid e l'incertezza, che "continuano a influire pesantemente sulla domanda". L'Italia ha la diminuzione più contenuta (-12,3%). Nei primi due mesi dell'anno le immatricolazioni nell'Unione Europea hanno segnato un -21,7% (-13,1% per l’Italia).

“Continua il periodo di forte crisi per il mercato dell’auto in Europa e il settore guarda con preoccupazione ai ritardi delle Istituzioni nel favorire la transizione verso una mobilità sostenibile”, commenta Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere.

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