Mercato auto, Unrae: “servono maggiori incentivi”
Mercato auto, Unrae: “servono maggiori incentivi”
L'Italia, secondo i dati dell'Associazione dei costruttori auto europei, continua ad indietreggiare nella classifica dei maggiori mercati per l’assenza di incentivi. Mantiene invece il primato per la vendita di vetture ibride.
Secondo i dati dell’Acea, l’Associazione dei costruttori auto europei, nello scorso mese di maggio le immatricolazioni di auto nuove sono state più di un miliardo di unità, in calo del 25% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I dati dei 31 paesi europei (UE+UK+EFTA) mostrano lo stesso calo percentuale.
Per ora, quindi, l’Italia è al terzo posto nella classifica dei maggiori mercati dell’area, perdendo una posizione a causa del graduale esaurimento degli incentivi per la fascia 61-135 grammi per chilometro. Rimane ancora molto arretrata sulle auto elettriche “alla spina”, infatti, nonostante il leggero aumento al 9% dal 7,9% del mese precedente, risulta comunque molto indietro rispetto ai quattro maggiori mercati europei, che mantengono una media del 17,3%. Con la vendita di veicoli ibridi, invece, il comparto italiano rimane saldo al primo posto, registrando solo un leggero calo al 28% rispetto al 28,7% del mese precedente.
“Il rallentamento dell’Italia rispetto ai maggiori mercati europei, sia nel numero complessivo delle immatricolazioni sia nella quota delle auto ibride (HEV) – ha commentato il direttore generale dell’Unrae, Andrea Cardinali - è indice dell’esaurirsi degli incentivi della fascia 61-135 grammi per chilometro, il cui ruolo è stato determinante per il rinnovo del parco circolante, fra i più vecchi d’Europa”. Infatti nel primo trimestre dell’anno, secondo l’Unrae, le emissioni di CO2 sono diminuite notevolmente grazie soprattutto agli incentivi riservati alla fascia 61-135 grammi per chilometro.
Per quanto riguarda l’accordo sul clima deciso dal Consiglio dell’Ue nei mesi scorsi, Cardinali ha ricordato che “se si vuole raggiungere l’obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030, l’Italia non può prescindere dalla proroga dell’Ecobonus fino al 2026, necessaria per sostenere la domanda di veicoli nuovi durante la transizione energetica e ridurre l’impatto sull’ambiente”.