MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA 2002 -2003: CONTINUA L'EMERSIONE DEL NERO, PERMANE LA FORBICE NORD - SUD

MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA 2002 -2003: CONTINUA L'EMERSIONE DEL NERO, PERMANE LA FORBICE NORD - SUD

56/2003Ad aprile 301mila occupati in più rispetto all'anno scorso, quasi i due terzi sono donne.
Continua l’emersione del lavoro nero, cresce la componente femminile, migliora la disoccupazione giovanile e quella di lunga durata, aumentano le ore di lavoro perdute per conflitti di lavoro, i maggiori incrementi si registrano nel centro nord, stazion

56/2003
Roma, 1.08.03

 

 

 

Ad aprile 301mila occupati in più rispetto all'anno scorso, quasi i due terzi sono donne.

 

MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA 2002 -2003: CONTINUA L'EMERSIONE DEL NERO, PERMANE LA FORBICE NORD - SUD

 

 

Nel mondo del lavoro cresce la componente femminile (+190.000 unità), migliora la disoccupazione giovanile (scesa dal 27,1 % al 26,8 %) e quella di lunga durata (dal 5,4% al 5,1%); i maggiori incrementi occupazionali si registrano nel Centro-Nord (+ 292.000 occupati), stazionaria la situazione al Sud (solo 9.000 occupati in più), oltre 5 milioni le ore di lavoro perdute per conflitti di lavoro: questa la fotografia del mercato del lavoro nel confronto fra l’aprile del 2002 e l’analogo mese del 2003 scattata dal Centro Studi di Confcommercio.

 

Nonostante la prima parte del 2003 si sia rivelata dal punto di vista produttivo un periodo particolarmente critico, il mercato del lavoro italiano ha continuato a segnalare una certa dinamicità.

 

Ad aprile del 2003, infatti, le forze di lavoro sono tornate a registrare, dopo la battuta d’arresto di gennaio, un significativo incremento degli occupati con una crescita di 301mila unità rispetto all’indagine condotta 12 mesi prima.

 

Questa dinamica, che appare in netto contrasto con i fabbisogni occupazionali delle imprese derivanti dalla dinamica produttiva, continua a riflettere essenzialmente l’emersione di forme di lavoro non regolare e quindi solo in parte è rappresentativa della creazione di «nuova occupazione».

 

Anche ad aprile dell’anno in corso la componente femminile dell’occupazione è risultata la più dinamica, con un aumento degli occupati di 190mila unità su base annua (v. Tab. 1).


 

Tab. 1 - FORZE DI LAVORO

(Variazioni assolute in migliaia sul periodo corrispondente)

 

 

2001

2002

2003

 

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

Gen.

Apr.

OCCUPATI

656

443

391

248

371

384

271

234

180

301

  Maschi

270

135

104

45

157

200

102

95

63

111

  Femmine

386

307

287

203

214

184

169

139

117

190

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DISOCCUPATI

-268

-274

-211

-158

-181

-62

-98

-73

-11

-62

  Maschi

-163

-131

-92

-69

-85

-45

-39

-29

35

-16

  Femmine

-105

-143

-121

-91

-97

-17

-58

-43

-45

-46

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FORZE DI LAVORO

388

169

180

90

190

322

174

161

169

239

  Maschi

108

4

13

-22

73

155

62

66

97

94

  Femmine

280

164

167

112

117

167

111

95

72

144

Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio

 

 

A livello territoriale (v. Tab. 2) il miglioramento del mercato del lavoro ha interessato in misura prevalente il Centro-Nord con un incremento degli occupati di 292mila unità. Nel Mezzogiorno, che nel biennio 2001–2002 aveva contribuito in misura significativa al miglioramento del mercato del lavoro, la crescita su base annua è stata decisamente contenuta e pari a 9mila unità.

 

 

Tab. 2 - FORZE DI LAVORO SUL TERRITORIO

(Variazioni assolute in migliaia sul periodo corrispondente)

 

 

2001

2002

2003

 

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

Gen.

Apr.

OCCUPATI

656

443

391

248

371

384

271

234

180

301

NORD

291

171

149

122

173

187

61

71

165

198

  Nord Ovest

200

109

78

80

73

105

38

64

109

122

  Nord Est

91

62

71

42

99

82

23

7

57

75

CENTRO

149

114

47

51

85

81

89

63

50

94

SUD

216

157

196

75

115

116

121

99

-36

9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DISOCCUPATI

-268

-274

-211

-158

-181

-62

-98

-73

-11

-62

NORD

-102

-70

-70

-47

-36

-16

22

26

24

-48

  Nord Ovest

-90

-62

-60

-34

-16

2

35

17

13

-21

  Nord Est

-11

-7

-9

-13

-20

-19

-13

9

11

-28

CENTRO

-47

-58

-15

-23

-41

-27

-43

-30

-1

-2

SUD

-120

-146

-127

-88

-104

-18

-76

-69

-34

-12

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FORZE DI LAVORO

388

169

180

90

190

322

174

161

169

239

NORD

190

101

79

75

137

171

84

97

189

149

  Nord Ovest

110

47

18

46

57

107

74

81

122

102

  Nord Est

80

55

62

29

79

63

10

16

68

48

CENTRO

102

56

32

28

44

54

46

34

49

92

SUD

96

11

69

-13

11

98

45

30

-70

-3

Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio

 

 

Tale evoluzione è la sintesi di andamenti articolati a livello regionale: a fronte di incrementi significativi in Abruzzo e in Calabria, in Sicilia si è registrato, invece, un sensibile calo occupazionale (-21mila unità) conseguenza di un netto ridimensionamento nel settore agricolo.

 

A livello nazionale la rinnovata dinamicità del mercato del lavoro ha contribuito a ridurre ulteriormente il numero di persone in cerca di occupazione, con una diminuzione ad aprile del 2003 di 62mila unità su base annua (v. Tab. 1).

Anche in questo caso il miglioramento più significativo si è avuto per la componente femminile, ridottasi di 46 mila unità rispetto ad aprile del 2002, per la componente maschile, in linea con quanto accaduto in passato, il ridimensionamento è stato più contenuto e pari a -16mila unità.

 

Per quanto concerne il territorio, anche se a la tendenza alla riduzione delle persone in cerca di occupazione risulta sostanzialmente diffusa, si riscontrano dinamiche abbastanza articolate (v. Tab. 2) con una riduzione sensibile nel Nord (–48mila unità su base annua), un calo nel Mezzogiorno (-12mila unità) ed una sostanziale stazionarietà nel Centro (-2mila unità).

A livello locale la diminuzione dei disoccupati nel Nord si è concentrata prevalentemente in Piemonte (-12mila unità), Lombardia (-15mila unità), Veneto ed Emilia Romagna (-14mila entrambe), mentre la flessione riscontrata nel Sud è imputabile in misura quasi esclusiva alla Sardegna (-12mila unità).

 

Il miglioramento registrato dal mercato del lavoro ad aprile del 2003 ha determinato un ulteriore ridimensionamento del tasso di disoccupazione nazionale (v. Tab. 3) sceso all’8,9% dal 9,2% registrato nell’analoga rilevazione del 2002. La tendenza ha interessato in misura più significativa la componente femminile per la quale il rapporto tra persone in cerca di occupazione e forze di lavoro è passato dal 12,6% di aprile del 2002 al 12% di quest’anno.

In miglioramento è risultata anche la disoccupazione giovanile e quella di lunga durata. Anche in questo caso il fenomeno ha assunto dimensioni più rilevanti per la componente femminile.

 

 

Tab. 3 - LA DISOCCUPAZIONE

 

 

2001

2002

2003

 

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

Gen.

Apr.

TASSO DI DISOCCUPAZIONE

10,1

9,6

9,2

9,3

9,2

9,2

8,7

8,9

9,1

8,9

  Maschi

7,8

7,4

7,0

7,1

7,1

7,0

6,7

6,9

7,3

6,9

  Femmine

13,7

13,0

12,5

12,7

12,5

12,6

11,7

12,1

11,9

12,0

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GIOVANILE (15-24 ANNI)

29,2

27,8

27,4

28,4

28,1

27,1

26,1

27,6

28,2

26,8

  Maschi

26,1

24,8

23,8

25,4

25,4

23,7

23,0

24,0

25,8

23,7

  Femmine

32,9

31,6

32,0

32,2

31,5

31,5

30,3

32,3

31,4

30,9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DI LUNGA DURATA

6,2

6,0

5,6

5,6

5,5

5,4

5,2

5,2

5,3

5,1

  Maschi

4,8

4,7

4,3

4,2

4,1

4,0

4,1

4,1

4,2

3,9

  Femmine

8,5

8,2

7,8

7,7

7,7

7,5

7,0

6,8

6,9

7,0

Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio

 

 

A livello territoriale, in linea con quanto registrato dal lato dell’occupazione, il miglioramento ha interessato in misura più significativa il Nord, area in cui il tasso di disoccupazione è sceso al 3,7% dal 4,1% dello scorso anno. A tale andamento ha contribuito anche la componente giovanile per la quale il rapporto tra persone in cerca di occupazione e forze di lavoro si è ridotto di circa un punto percentuale (v. Tab. 4).

In ridimensionamento è risultato anche il tasso di disoccupazione nel Centro (6,6% a fronte del 6,8% di aprile del 2002). Al suo interno vi è, comunque, da notare il peggioramento relativo alla componente giovanile (il tasso di disoccupazione tra i 15 ed i 24 anni è salito al 23,4% dal 22,6% registrato nell’analoga rilevazione del 2002)

Decisamente più modesto, viste anche le dimensioni del fenomeno, è risultato il ridimensionamento nel Mezzogiorno del rapporto tra persone in cerca di occupazione e forze di lavoro (dal 18,5% di aprile del 2002 al 18,4% di aprile del 2003). E’ peraltro da segnalare come il dato di sintesi rifletta realtà locali molto articolate: solo in Calabria (regione che con il 25,1% registra il tasso di disoccupazione più elevato in Italia) ed in Sardegna vi è stato un miglioramento significativo.

Vi è anche da sottolineare come nel complesso del Mezzogiorno sia tornato ad aumentare il tasso di disoccupazione giovanile, salito ad aprile del 2003 al 49,3% dal 48,5% dello scorso anno.

 

 

Tab. 4 - LA DISOCCUPAZIONE TERRITORIALE

 

 

2001

2002

2003

 

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

Gen.

Apr.

TASSO DI DISOCCUPAZIONE

10,1

9,6

9,2

9,3

9,2

9,2

8,7

8,9

9,1

8,9

NORD

4,2

4,3

3,6

3,9

3,9

4,1

3,0

4,1

4,0

3,7

  Nord Ovest

4,4

4,5

4,0

4,3

4,1

4,5

4,5

4,5

4,2

4,1

  Nord Est

4,0

4,0

3,1

3,2

3,5

3,6

2,8

3,4

3,7

3,0

CENTRO

7,9

7,5

7,1

7,2

7,0

6,8

6,1

6,5

6,9

6,6

SUD

20,3

19,0

19,0

19,0

18,8

18,5

17,6

18,0

18,6

18,4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GIOVANILE (15-24 ANNI)

29,2

27,8

27,4

28,4

28,1

27,1

26,1

27,6

28,2

26,8

NORD

11,9

11,2

10,6

11,0

9,8

11,1

10,4

12,9

12,2

10,3

  Nord Ovest

12,8

13,1

11,6

12,7

11,5

13,9

12,7

15,3

14,6

12,4

  Nord Est

10,7

8,6

9,3

8,7

7,5

7,3

7,5

9,7

8,9

7,2

CENTRO

24,6

23,5

24,9

24,0

24,6

22,6

19,1

21,9

22,8

23,4

SUD

51,9

50,0

49,5

51,6

51,0

48,5

49,0

48,9

50,6

49,3

Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio

 

 

Ancora elevato è risultato il tasso di conflittualità nel mondo del lavoro (Graf. 1): tra gennaio e maggio del 2003 si sono perdute oltre 5,1 milioni di ore per conflitti di lavoro.

Tale valore, seppure nettamente più contenuto rispetto a quanto riscontrato nell’analogo periodo del 2002 (22 milioni di ore), risulta decisamente più elevato nei confronti di quanto registrato nel periodo gennaio-maggio 2001 (2,8 milioni di ore).

 

 

Graf. 1


 


Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio

 

 

A mantenere elevato il numero di ore di sciopero continuano ad essere le astensioni per motivazioni estranee al rapporto di lavoro (il 58,1% del totale), fenomeno che aveva assunto dimensioni decisamente eccezionali nello stesso periodo del 2002 (anno in cui su oltre 34 milioni di ore di astensione ben 28 sono derivate da scioperi indetti per motivi diversi dal rapporto di lavoro), ma sostanzialmente limitato negli anni precedenti.

Vi è comunque da sottolineare come stia cominciando a divenire più consistente, rispetto agli ultimi mesi, l’astensione derivante da scioperi finalizzati al rinnovo del contratto.

 

 

ORE PERDUTE PER CAUSA

(incidenza percentuale)

 

 

1999

 

2000

 

2001

 

2002

 

2003

 

 

Gen-Mag.

 

Gen-Mag.

 

Gen-Mag.

 

Gen-Mag.

 

Gen-Mag.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rinnovo contratto di lavoro

82,4

 

22,7

 

78,2

 

2,0

 

28,7

 

Rivendicazioni salariali

2,4

 

1,1

 

1,8

 

0,2

 

0,4

 

Rivendicazioni economico normative

5,8

 

42,7

 

9,8

 

2,6

 

4,8

 

Licenziamenti e sospensione operai

1,5

 

13,4

 

3,7

 

0,9

 

1,2

 

Solidarietà

0,6

 

0,4

 

0,5

 

0,1

 

0,2

 

Altre cause

7,2

 

19,6

 

4,1

 

2,0

 

6,6

 

Estranee al rapporto di lavoro

0,0

 

0,0

 

1,9

 

92,1

 

58,1

 

TOTALE

100,0

 

100,0

 

100,0

 

100,0

 

100,0

 

Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio

 

 

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