Mercato immobiliare: compravendite residenziali in aumento nel 2019

Mercato immobiliare: compravendite residenziali in aumento nel 2019

Fimaa ha rilevato un aumento del 4,3% con prezzi in calo dello 0,4%, mentre le locazioni brevi sono cresciute del 2,6% e quelle ordinarie dell'1,8%. Previsto un 2020 nel segno della stabilità. Taverna: "momento propizio per investire nel mattone".

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13 gennaio 2020

Crescono in media del 4,3% nel 2019 le compravendite immobiliari residenziali nelle città italiane capoluogo di provincia e relativi comuni minori rispetto al 2018. Ma l’andamento di compravendite e prezzi degli immobili non va ancora di pari passo: il dato medio nazionale segna infatti un leggero calo dello (-0,4%), con valori comunque orientati verso la stabilità. È il quadro tracciato dal sentiment del mercato immobiliare residenziale realizzato dall’Ufficio studi nazionale Fimaa-Federazione italiana mediatori agenti d’affari (12mila agenzie immobiliari associate per oltre 45mila operatori), aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia, coordinato da Andrea Oliva (Fimaa) con la direzione scientifica di Stefano Stanzani (Università di Bologna). Dalla ricerca emerge che i capoluoghi di provincia medi (popolazione tra i 100mila e 300mila abitanti) segnano la migliore performance per quanto riguarda gli scambi (+4,8%), seguiti dai capoluoghi grandi (popolazione più di 300mila abitanti) e da quelli piccoli (popolazione inferiore ai 100mila abitanti).

E che servono sei mesi e mezzo per trovare la casa ideale, con uno sconto medio sul prezzo di vendita pari al 10,5%. Per quanto riguarda il mercato delle locazioni, i nuovi contratti ordinari sono cresciuti dell’1,8% mentre le locazioni brevi (inferiori a 30 giorni) sono cresciute del 2,6%. I canoni sono in aumento, sia quelli ordinari (+1,4%) sia quelli riferiti alle locazioni brevi (+1,2%).

Il rapporto traccia anche le previsioni sul mercato 2020: secondo gli agenti immobiliari Fimaa interpellati, le compravendite continueranno la crescita manifestata nel 2019, mentre prezzi di vendita, tempi medi di vendita e sconto sul prezzo saranno stabili.

Per Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa “l’analisi evidenzia come la casa sia sempre l’investimento più amato dagli Italiani. A sostenere il mercato immobiliare, in questo particolare momento storico, sono diversi fattori. In primo luogo i valori degli immobili ancora tendenzialmente in leggero calo, fatta eccezione per Milano e le zone di pregio della Capitale e delle altre città più importanti. I tassi di interesse sono ai minimi storici, per effetto del secondo quantitative easing avviato dalla Banca centrale europea lo scorso novembre: il che vuol dire mutui a tassi, sia fissi sia variabili, davvero vantaggiosi. Una mano arriva anche dal fermento alimentato nelle principali piazze europee dalla Brexit, che sta convogliando investimenti stranieri nel mattone del nostro Paese. Il mercato registra, dunque, il ritorno all’investimento immobiliare da parte dei risparmiatori, anche per la mancanza di valide alternative redditizie. Diversi privati sono infatti invogliati a cambiare casa per il basso costo del denaro e ad investire anche in seconde case da mettere a reddito in locazioni brevi o ordinarie, grazie alla cedolare secca che permette rese più convenienti, rispondendo alla necessità di studenti o lavoratori part-time”. “Sulla cedolare secca – continua Taverna -occorre evidenziare che la sua abolizione per quanto riguarda gli immobili commerciali è stata un clamoroso errore: si è inceppato un meccanismo che oltre alla riqualifica dei tanti immobili sfitti nei centri urbani, avrebbe contribuito anche alla maggiore sicurezza dei cittadini. Le difficoltà per la stabilizzazione dei prezzi sono ancora riconducibili principalmente al considerevole numero di immobili tuttora all’asta per i crediti non onorati a causa della crisi. Le aste immobiliari non concorrono certo alla stabilizzazione dei prezzi, o alla ripresa delle quotazioni, e per smaltire lo stock tuttora disponibile servirà ancora del tempo. Oggi si avverte anche una carenza di immobili di qualità, sempre più richiesti dall’attuale mercato. Per soddisfare tale richiesta servirebbero incentivi appropriati per una riqualifica organica degli edifici esistenti. Rimane altresì indispensabile incentivare maggiormente le assunzioni dei disoccupati, per la ripresa dei consumi. In questo ambito servirebbero misure finalizzate alla riduzione del costo del lavoro a carico delle imprese. Soprattutto per permettere al settore immobiliare di ritornare ad essere la locomotiva del Paese”.

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