"Situazione complicata" per il mercato del lavoro

"Situazione complicata" per il mercato del lavoro

Dai dati provvisori Istat di febbraio emerge una perdita di 945mila posti di lavoro in un anno. Disoccupazione in lieve calo al 10,2%, tasso di occupazione al 56,5%. 

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6 aprile 2021

Disoccupazione in lieve discesa, occupazione stabile. Si potrebbero sintetizzare così i dati Istat sul mercato del lavoro del febbraio scorso (link per i dati completi in pdf), ma all’interno c’è un numero che sintetizza in modo eclatante la situazione: rispetto allo stesso mese di un anno fa c’è un milione di persone in meno (945mila, per l’esattezza) che ha un posto di lavoro. È l’effetto pandemia, ovviamente. In ogni modo, nel secondo mese dell’anno è sceso al 10,2% (era al 10,3% a gennaio) il tasso di disoccupazione generale, mentre quello relativo ai giovani è calato di 1,2 punti attestandosi al 31,6%. Giù il numero di persone in cerca di lavoro (-0,3% rispetto a gennaio) e di inattivi (-0,1%), con tasso di inattività stabile al 37%. Su base annua crescono le persone in cerca di lavoro (+0,9) e soprattutto gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+5,4%).

Dicevamo del crollo dell’occupazione rispetto a febbraio 2020. Bene (si fa per dire…): la diminuzione coinvolge uomini e donne e tutte le classi d'età, facendo scendere il tasso di occupazione di 2,2 punti percentuali al 56,5%. Il forte calo coinvolge tutti: i permanenti diminuiscono dell'1,5% (-218mila), i dipendenti a termine del 12,8% (-372mila), gli indipendenti del 6,8% (-355mila). In confronto a gennaio, invece, il numero di occupati resta sostanzialmente invariato, mentre scendono lievemente i disoccupati e gli inattivi. S'interrompe così il trend negativo che, tra settembre 2020 e gennaio 2021, aveva portato alla perdita di oltre di 410mila occupati.

Il commento di Confcommercio

“Un dato che va preso con estrema cautela e letto alla luce di quanto accaduto dall’inizio del 2020”. Così l’Ufficio Studi di Confcommercio commenta quella che definisce “la stabilizzazione del mercato del lavoro rilevata a febbraio 2021, tanto per l’occupazione quanto per la disoccupazione”. Per valutare la profondità della crisi, infatti, “l’indicazione più rilevante” è “la perdita di 945mila posti di lavoro, persone che in molti casi sono uscite dal mercato ampliando significativamente il numero di inattivi”. E “il quadro appare più complicato anche in relazione al consuntivo dello scorso anno: la perdita di occupazione è passata, infatti, da 421mila a a 646mila unità”.

L’Ufficio Studi fa anche notare che “il limite temporale dei tre mesi di assenza dal lavoro dopo il quale non si è conteggiati tra le forze di lavoro - a meno che non si tratti di congedi per maternità, congedo parentale retribuito, formazione pagata dal datore di lavoro e part-time verticale - ha spostato un numero consistente di lavoratori in Cig e autonomi nell’inattività, fenomeno particolarmente intenso proprio dall’inizio della pandemia”. Una novità che, peraltro, rende “più evidente la crisi del lavoro autonomo che nel solo 2020 ha conosciuto un calo di 218mila unità e che a febbraio presenta un saldo di -355mila occupati” rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. 

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