Mezzogiorno: "No a politiche assistenzialiste"

Mezzogiorno: "No a politiche assistenzialiste"

Confcommercio Campania ha organizzato il convegno 'Lo Sviluppo del Sud Italia'. Sangalli: "Servono interventi che puntino a migliorare l'accessibilità. Bisogna puntare sul turismo e soprattutto sfruttare al massimo i fondi strutturali europei". De Magistris: "'Napoli non è zavorra del Paese. Nei prossimi due anni dobbiamo lavorare su un concetto di sviluppo che sia fondato sulla valorizzazione del territorio".

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11 aprile 2019

''I difetti strutturali del Paese sono ancora più pesanti nel Mezzogiorno che non ha certo bisogno di politiche assistenzialiste ma di interventi che puntino a migliorare l'accessibilità, le infrastrutture dei territori. Bisogna puntare sul turismo e soprattutto sfruttare al massimo i fondi strutturali europei. Solo così si creano ricchezza, nuova occupazione e coesione sociale''. Queste le parole del presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione del convegno 'Lo Sviluppo del Sud Italia', promosso da Confcommercio Campania e  svoltosi a Napoli. Sangalli ha sottolineato come il Mezzogiorno ''contribuisce sempre meno al Pil del Paese anche in virtù del fatto che negli ultimi dieci anni sono stati 340mila i giovani  meridionali che sono emigrati al Nord''. Nel corso del convegno è stata presentata una ricerca dell'Ufficio Studi Confcommercio: a bloccare la crescita del Mezzogiorno d'Italia sono burocrazia, illegalità, accessibilità e migrazione del capitale umano. Fattori che inevitabilmente si riflettono sul Pil. Analizzando il Pil pro capite (espresso in migliaia di euro), i dati evidenziano che tra il Pil del Nord (32,2) e quello del Sud (17,4) il differenziale è pari a 53,9 per cento e se si confrontano Lombardia (35,2) e Campania (16,9) il differenziale è del 48,1 per cento. Numeri che sono anche in parte dovuti ai fenomeni di migrazione. Negli ultimi dieci anni, dal 2007 al 2017, sono 970mila i meridionali che si sono trasferiti al nord di cui 340mila giovani e sono ben 127mila quelli che hanno lasciato la Campania. Allargando lo sguardo allo scenario nazionale, lo studio mostra la fotografia di un Paese ''in stagnazione'' . ''Negli ultimi 15 anni - ha detto Bella - il meccanismo dell'economia italiana si è inceppato e ogni ciclo produttivo non riesce a recuperare il precedente. La velocità di crescita è sempre più debole, segno che la via della crescita è stata persa da tempo. Il rischio - ha spiegato - è che nel 2020 avremo un deficit del 3,5 per cento. Per invertire la rotta è necessario che fin da adesso ci siano azioni che puntino a una maggiore lotta all'evasione e all'elusione, più spending review, più vendita del patrimonio pubblico''. ''Napoli non è zavorra del Paese. Nei prossimi due anni dobbiamo lavorare su un concetto di sviluppo che sia fondato sulla valorizzazione del territorio e non sulla distruzione e il consumo perché sviluppo significa valorizzare le nostre terre garantendo infrastrutture e servizi migliori''. Così il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, nel suo intervento durante il quale ha quindi sottolineato che ''nonostante condizioni proibitive, Napoli è in vetta per crescita turistica culturale, terza per start up giovanili ed è il primo set cinematografico all'aperto'', evidenziando poi l'importanza ''di un rapporto leale, corretto pur nella critica e nel rispetto delle reciproche prerogative tra pubblico e privato''. E nell'ottica di un miglioramento delle infrastrutture e dei servizi, il sindaco ha ricordato che la Città metropolitana di Napoli nel Piano strategico ha impegnato 400 milioni di euro da destinare ai 92 Comuni dell'area proprio per il miglioramento di infrastrutture e servizi.  ''Quella di oggi è una giornata molto importante per Confcommercio perché segna il riavvio di un'attività associativa che ha l'obiettivo di rappresentare le imprese e di portarne le ragioni nelle sedi istituzionali competenti''. Aì sottolinearlo Pasquale Russo, direttore di Confcommercio Campania. ''Oggi - ha spiegato ancora Russo - faremo delle proposte alle istituzioni per trasmettere quali sono le esigenze e gli strumenti da adottare per lo sviluppo del Mezzogiorno. Evidenzieremo le criticità e soprattutto, altra cosa fondamentale, partiamo con l'auspicio che si possa riprendere un discorso proficuo con tutte le istituzioni per affrontare le criticità della nostra economia''. "La presenza delle istituzioni - ha concluso il direttore di Confcommercio Campania - è un segnale molto importante di riconoscimento alla forza di rappresentanza di Confcommercio, ma speriamo che sia anche un segnale della disponibilità delle istituzioni ad affrontare i temi di cui si discuterà nell'incontro''.Secondo il presidente di Confcommercio Napoli, Massimo Vernetti, "Confcommercio è e vuole essere uno dei protagonisti dello sviluppo del Sud. Le autonomie regionali ci stanno dicendo che le regioni devono lavorare con le loro forze. Noi le risorse le abbiamo, ma fino ad adesso le abbiamo depauperate non privilegiando la fiscalità dei nostri territori''.  

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