Aperture domenicali dei negozi: dal Covid-19 alla proposta di legge

Aperture domenicali dei negozi: dal Covid-19 alla proposta di legge

Negozi aperti la domenica o no? Dalle aperture durante l'emergenza Coronavirus all'iter della proposta di legge a prima firma Saltamartini, che abrogherebbe la norma introdotta da Monti di lasciare totale libertà agli esercizi commerciali.

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7 marzo 2021

L'approfondimento trae spunto dalle disposizioni del Governo in merito alla possibilità o meno dei negozi di restare aperti durante l'emergenza Covid-19, per esaminare l'iter della proposta di legge firmata dalla leghista Barbara Saltamartini. La proposta riguarda la chiusura domenicale delle attività commerciali e la regolamentazione degli orari degli esercizi, in opposizione alle liberalizzazioni introdotte dal Governo Monti nel Decreto "Salva Italia".


Aperture e chiusure al tempo del Covid-19

L'emergenza Covid-19 ha gettato nuova luce sul quadro delle aperture e chiusure dei negozi. Un cambiamento dettato dalla situazione d'emergenza, dalle regole di contenimento e dalle modalità di gestione della pandemia ancora in corso.

Le ultime disposizioni, adottate dal 16 gennaio al 5 marzo 2021, introducono ulteriori restrizioni che vengono applicate, in modalità diverse, a seconda dello scenario di gravità Covid-19 delineato nelle varie regioni del Paese. Ne consegue che, sulla base di un condizione emergenziale mutevole, il panorama sulle aperture e chiusure degli esercizi commerciali cambia non solo da regione a regione, ma da zona in zona. In ogni caso continuano a restare validi sia i protocolli e le linee guida per le attività aperte, che le misure anticontagio (distanziamento, dispositivi di protezione individuale, ecc.).


I negozi aperti e chiusi in zona gialla

La zona gialla consente una maggior elasticità nella gestione delle restrizioni, come ad esempio l'abolizione dell'obbligo di autocertificazione per andare fuori dal Comune di domicilio, ma non mancano di certo restrizioni sulle aperture dei negozi. A prescindere dal "colore", in ogni zona, e dunque anche nella gialla, la maggior parte dei negozi dei centri commerciali, nei giorni prefestivi e festivi, sono obbligati a chiudere i battenti. A fare eccezione sono, invece, i supermercati o negozi alimentari, i presidi sanitari come farmacie e parafarmacie, i tabaccai e le edicole presenti al loro interno.

In zona gialla sono, poi, aperti i centri sportivi e le attività del commercio al dettaglio, così come anche i bar e i ristoranti ma fino alle ore 18.00. L'asporto è consentito fino alle 22.00, mentre non ci sono restrizioni per la consegna a domicilio. Chiusura, invece, per palestre, piscine, cinema, teatri, musei, mostre, sale giochi, sale scommesse, slot machine e sale bingo.


I negozi aperti e chiusi in zona arancione

Chiusura dei bar e dei ristoranti per l'intera settimana (7 giorni su 7), pur restando consentito l'asporto fino alle 22.00 e la consegna a domicilio senza restrizioni. Chiudono i battenti anche cinema, musei, teatri, palestre, piscine sale scommesse, sale giochi, slot machine e sale bingo.


I negozi aperti e chiusi in zona rossa

Non solo bar e ristoranti chiusi 7 giorni su 7 (eccetto asporto consentito fino alle 22 e consegne a domicilio consentite senza restrizioni) ma anche le attività del commercio al dettaglio sono sospese, ad eccezione della vendita di generi alimentari, di prima necessità (vedi Allegato 23) e dei servizi alla persona, quali parrucchieri, barbieri, servizi di pompe funebri (e attività connesse) e lavanderie (vedi Allegato 24).


Consulta la pagina degli Aggiornamenti DPCM sulle attività aperte e chiuse

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La proposta di legge sulle chiusure domenicali

In commissione attività produttive è stata incardinata la proposta di legge, a prima firma della leghista Barbara Saltamartini, che disciplina gli orari degli esercizi e limita le aperture nei giorni festivi alle sole domeniche del mese di dicembre oltre ad altre quattro domeniche o festività durante l'anno. Il disegno di legge, composto di due soli articoli, di fatto abroga i due articoli che hanno liberalizzato le aperture dei negozi e in particolare l'articolo 31 del cosiddetto "Salva Italia" varato dal governo Monti, che aveva introdotto su questo fronte la massima autonomia da parte degli esercizi.

La norma attualmente in vigore prevede, infatti, che le attività commerciali (...) e somministrazione di alimenti e bevande sono svolte senza il rispetto di orari di apertura e di chiusura, dell'obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell'esercizio. Il nuovo testo reintroduce la chiusura domenicale obbligatoria e affida a comuni e regioni il compito di determinare il nuovo quadro delle regole, fissando un massimo di circa otto aperture straordinarie.

Le regioni, d'intesa con gli enti locali - spiega il ddl - adottano un piano per la regolazione degli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali di cui al comma 1 che prevede l'obbligo della chiusura domenicale e festiva dell'esercizio. Nel piano adottato ai sensi del comma 4 - si aggiunge - sono individuati i giorni e le zone del territorio nei quali gli esercenti possono derogare all'obbligo di chiusura domenicale e festiva. Tali giorni comprendono le domeniche del mese di dicembre, nonché ulteriori quattro domeniche o festività nel corso degli altri mesi dell'anno.

Le liberalizzazioni introdotte dal Governo Monti nel Decreto "Salva Italia" non hanno prodotto gli effetti sperati. Occorre, dunque, una rivisitazione della normativa che da una parte non penalizzi il commercio, in particolare il commercio di prossimità e le botteghe storiche e, dall'altra, restituisca ai cittadini e alle famiglie una dimensione socio-economica più a misura d'uomo, riscoprendo il gusto e il valore della domenica e delle festività, dichiara Giorgia Andreuzza, capogruppo della Lega in Commissione Attività Produttive della Camera.

Con il relatore, Andrea Dara, predisporremo un fitto calendario di audizioni. Ciò per consentire il più ampio dialogo possibile e, di conseguenza, dare al provvedimento tutta la flessibilità necessaria in vista di deroghe, come per esempio nel caso delle città d'arte e turistiche.

Dell'Orco: Una battaglia iniziata nel 2013 che finalmente prende forme definite

Come definito in una riunione tra M5S e Lega, insieme a Davide Crippa e Barbara Saltamartini, in commissione Attività produttive è stato definito l'iter per rivedere le liberalizzazioni di Monti sugli orari di apertura degli esercizi commerciali. Si va verso le chiusure festive e domenicali con possibilità di alcune deroghe che verranno definite nelle prossime settimane. Lo afferma Michele Dell'Orco (M5S), sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti. Tuteleremo chi lavora nei centri commerciali e i piccoli negozianti distrutti dalla grande distribuzione. Una battaglia iniziata nel 2013 - conclude - che finalmente prende forme definite.

Numerose sono state le reazioni degli esponenti di partito in merito alle chiusure domenicali, frammentando lo scenario politico.
Leggi l'approfondimentoChiusure domenicali: le reazioni dei politici


Le audizioni su chiusure domenicali

Il 25 settembre 2018 sono iniziate le audizioni sulle cinque proposte di legge presentate sugli orari e chiusure domenicali degli esercizi commerciali. Gli auditi non sono stati pochi, 45 enti diversi per esattezza, motivo per cui è stata data loro udienza 3-4 ogni volta. Nell'elenco sono inclusi:

  • Antitrust;
  • Istat;
  • Cnel;
  • Upb;
  • Inapp;
  • Censis;
  • Unioncamere;
  • Conferenza delle Regioni;
  • Upi;
  • Anci;
  • Confindustria;
  • Confesercenti;
  • Confcommercio;
  • Confartigianato;
  • Cna;
  • Federdistribuzione;
  • Confimprese;
  • Conflavoro pmi;
  • Federmanager;
  • Unione cristiana imprenditori dirigenti;
  • Federturismo;
  • Consiglio nazionale dei centri commerciali;
  • Unicoop;
  • Coop;
  • Ancd;
  • Conad;
  • Despar italia;
  • Cgil;
  • Cisl;
  • Uil;
  • Ugl;
  • Uiltucs;
  • Comitato 'Domenica no grazie';
  • Comitato anti liberalizzazione selvagge, famiglie;
  • Altrocunsumo;
  • Cittadinanza attiva;
  • Adusbef;
  • Adiconsum;
  • Associazione di difesa e orientamento consumatori;
  • Associazione consumatori utenti
  • Assoconsum;
  • Assoutenti;
  • Federconsumatori;
  • Unione nazionale consumatori;
  • Udicon.


La crescita dell'online

In risposta alle liberalizzazioni delle aperture domenicali e degli orari avanzate dal governo Monti, è arrivata la delusione per l'assenza dell'aumento delle vendite. Gli acquisti domenicali, infatti, non hanno superato quelli online, in forte crescita dal 2011. Una tendenza in continuo sviluppo, che sembra ormai aver preso il largo nelle abitudini di acquisto dei contribuenti.

Solamente nel 2017, l'e-commerce è cresciuto di 17 punti percentuali dal momento che il 32% degli italiani tra i 16 e i 74 anni ha fatto acquisti online. In occasione delle audizioni in commissione Attività produttive della Camera, in merito alle proposte di legge sulla chiusura domenicale degli esercizi commerciali, è emerso lo studio dell'Istat in cui è indicato come gli italiani, le donne in particolare, preferiscono il sabato come giorno ideale per fare acquisti. Inoltre è stato evidenziato come siano maggiormente i residenti nel centro delle aree metropolitane a fare acquisti domenicali, a differenza degli abitanti appartenenti ai comuni fino a 2.000 abitanti. Dati che, inseriti in un'analisi più ampia, portano a concludere che il tempo dedicato agli acquisti domenicali è pressoché uguale a quello impiegato nei giorni feriali e di 10 minuti (circa) in meno rispetto al tempo speso durante il sabato.


La dichiarazione del presidente Carlo Sangalli su "chiusure domenicali"

In merito alle chiusure domenicali, in un comunicato stampa Confcommercio del 16 novembre 2018, il president Carlo Sangalli ha dichiarato:

Bisogna trovare un punto di equilibrio tra le esigenze dei consumatori, la libertà di scelta dell'impresa e la giusta tutela della qualità della vita di chi opera nel commercio. Un punto di equilibrio, particolarmente significativo, per il modello italiano di pluralismo distributivo, che significa la vitale compresenza di piccole, medie e grandi superfici. Questo è il passaggio per noi particolarmente importante e significativo.


Audizione informale davanti alla Commissione Attività Produttive

La delusione dei risultati attesi sulle aperture domenicali è stata presentata anche da Enrico Postacchini, esponente di Confcommercio, in occasione dell'Audizione informale davanti alla Commissione Attività Produttive, dove ha dichiarato che Ci si deve ispirare a un principio di sostenibilità, tutelare il lavoro e garantire la possibilità di acquisto dei consumatori, tenendo conto del mantenimento del pluralismo distributivo.

Le liberalizzazioni non hanno sortito gli effetti sperati, continuando a lasciare il comparto in balia del mercato libero. Confcommercio suggerisce la proposta di lasciare alle Regioni la possibilità di gestire il tema delle festività.

Leggi l'intervento di Enrico Postacchini su "Gestione chiusure nei giorni festivi"


La revisione della proposta di legge

Nel febbraio 2019, la proposta di legge per eliminare la liberalizzazione stabilita dal governo Monti subisce una battuta d'arresto. Il testo di legge presentato da Andrea Dara, il relatore leghista che ha sintetizzato le cinque proposte esistenti sulla regolamentazione delle aperture domenicali degli esercizi commerciali, è stato messo in stand-by perché troppo diverso da quello iniziale. A confermarlo è stata Barbara Saltamartini, presidente della Commissione Autorità Produttive della Camera, fissando l'obiettivo comune di giungere ad una soluzione adeguata che riequilibri il settore del commercio.

Leggi l'approfondimento dedicato allo "Stop sulla proposta di legge"


Il parere di Bruxelles

Di parere contrario è stata la Commissione Europea, che ha aspramente criticato le ipotesi di imposizioni della chiusura domenicale per quanto riguarda il settore del commercio al dettaglio. La Commissione ha sostenuto che le dinamiche di mercato dell'Italia, tra gli Stati membri più restrittivi sul commercio, potessero essere ulteriormente penalizzate da una mancanza di regolamentazione sugli orari e le aperture dei negozi.

Il partito politico italiano +Europa, di orientamento europeista e liberale, si è schierato a favore della liberalizzazione delle aperture lanciando, nelle domeniche del 3 e 10 marzo 2019, una campagna di mobilitazione, con banchetti di raccolta firme presenti in tutto il Paese, a sostegno della libertà economica e contro le chiusure domenicali proposte dal governo.

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