Il negozio storico Torrini 1369

Il negozio storico Torrini 1369

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16 gennaio 2020

Il negozio storico Torrini, oltre 20 generazioni di arte orafo
 

Il Marchio di Fabbrica Torrini, oltre 20 generazioni di arte orafa

La storia di un Casato di Orafi, le loro speranze, i possibili rimpianti, i successi, gli insuccessi, i loro conflitti, la loro capacità di guardare sempre oltre il muro della vita. Uno stratificarsi di storie che formano le generazioni, ovvero il cammino verso un'opera mai compiuta. Di generazione in generazione con il senso dell’onore e della dignità, sapendo mantenere la propria identità, la propria integrità e la propria indipendenza. È solo a queste condizioni che si può superare i secoli, mantenendo l’amore per la famiglia con le sue tradizioni che i genitori hanno saputo trasmettere ai figli, con la voglia di ricominciare ogni giorno a percorrere un cammino iniziato tanto tempo prima.

Conosciamo la storia dell’antico marchio di fabbrica al quale i Torrini sono legati per averlo onorato al di là del suo valore commerciale ma solo come testimone di un passato da tramandare al futuro. Un lavoro non necessariamente facile ma normale per chi ha sempre avuto valori morali e spirituali forti e difficilmente intaccabili.

La storia del Marchio di Fabbrica Torrini

Siamo nella prima metà del 1300 e questa storia è legata a un segno. Inizia da una figura chiave, quella di Jacopus Turini, che si trasferisce a Scarperia approfittando dell’esenzione decennale da tasse e balzelli e della libertà da qualsiasi vincolo e servitù feudale concessa da Firenze agli abitanti delle “terre nuove”. Proviene dalla località di Battiloro, un agglomerato di case presso Borgo S. Lorenzo, dove con il padre Bernardo e il fratello Tura, di fatto i capostipite del Casato, lavorano con grande abilità tutti i metalli e il prezioso oro riducendolo in foglie.

La loro fama si diffuse e Tura si trasferisce a Siena per collaborare con la propria arte alla costruzione del Duomo. Lavorò in una bottega al centro della città svolgendo la sua attività con grande abilità e padronanza di tutte le tecniche trasmettendo a figli e allievi i segreti del mestiere.

Il XIV Secolo

Jacopus nella sua nuova bottega di Scarperia produce invece corazze e armature per i cavalieri che transitano lungo l’asse viario transappenninico del Giogo per raggiungere Firenze. Sono tempi in cui un’armatura è preziosa quanto e più del pane perché questi manufatti assicurano la difesa. Gli artigiani di corazze e di armi sono tra i più ricercati e Jacopus cura molto, oltre la funzione di difesa per cui sono impiegate, anche l’estetica realizzando pezzi straordinari. Per regolamentare le attività che vengono in contatto con i forestieri di passaggio, Firenze impone anche agli artigiani del contado di registrarsi all'arte corrispondente e Jacopus registra il suo marchio all'Arte dei Corazzai, Chiavaioli e Fabbri Ferrai di Firenze. È il 1369.

Si presume da alcuni scritti indiretti, ma non esiste documentazione, che anche Jacopus verso la fine del secolo raggiunse il fratello a Siena dando così vita al ramo familiare che generò un percorso umano molto affascinante.

Il"Signum", cioè il marchio di fabbrica, è l'indiscusso legame che conferma la lunga tradizione orafa di questa famiglia. I Torrini se lo sono tramandato di padre in figlio per oltre sei secoli, quasi inconsapevolmente, dandogli il significato benaugurale di mezzo quadrifoglio con sperone.

Tura e i suoi discendenti Senesi, i Turini, furono destinatari di grande attenzione e le commissioni e gli incontri culturali si accavallarono e moltiplicarono, collaborarono con numerosi artisti lasciandoci splendidi capolavori che arricchiscono ancor oggi la Città.

Molto più di un semplice orafo...

Oltre all'attività di orafi nella loro bottega si cimentarono nello smalto, nel niello, nello sbalzo e nel cesello, scolpirono pietra e legno richiesti per gli interni e realizzarono splendide opere di scultura lignea policroma che possiamo ammirare a Montalcino, S. Ansano e a Siena.

Barna, Turino, Giovanni, Lorenzo, Paolo e molti altri Turini furono artisti completi. Con la loro specificità e qualità rivaleggiarono anche con gli artisti fiorentini ed ebbero un ruolo attivo ed importante nell'evoluzione dell'arte orafa toscana.

Giovanni Turini non solo fu la personalità artistica più forte della bottega perché conosceva e praticava con grande versatilità tutte le arti ma è anche la figura più rappresentativa dell'arte orafa senese della prima metà del XIV secolo, come cita il Vasari nel suo Commentario alla Vita del Pollajuolo.

Il Fonte Battesimale del Battistero di Siena è il capolavoro dove i rilievi bronzei, realizzati insieme a suo padre Turino, sono accanto a quelli dei massimi artisti dell'epoca come Jacopo della Quercia, Donatello e Ghiberti di cui divenne amico carissimo.

Il passato della stirpe testimonia come i membri del Casato dei Turini ricoprirono la prestigiosa carica di Priore a Siena per ben 28 volte, acquisendo così il titolo di "Nobili di Siena". Siamo sulla metà del 1400.

Il XVI Secolo

Per effetto delle guerre fra Guelfi e Ghibellini, o forse più semplicemente perché terminata la costruzione del Duomo, i Turini tornarono nella loro terra d'origine, il Mugello, a Borgo San Lorenzo e Scarperia, riunendosi così al ceppo familiare e trasformando, forse allora, il patronimico Turini in Torrini.

I Torrini nel 1600-1800

Alla fine del 1600 un ramo si spostò in Umbria mentre alcuni documenti ci danno certezza storica che il ceppo familiare continuò l'attività nel Mugello e a Firenze.

Sono state ritrovate notizie della bottega orafa di Francesco Torrini, di cui abbiamo documento di immatricolazione all'Arte della Seta il 13 novembre 1700, e da cui scopriamo che nel 1703 il Maestro Francesco ebbe bottega sul Ponte Vecchio.

Nel Censimento del 1841 custodito all'Archivio di Stato di Firenze, nei fogli riguardanti la popolazione della Parrocchia di S. Salvatore d'Ognissanti troviamo notizie di un altro rappresentante della famiglia: Giocondo Torrini, nato nel 1827. Giocondo Torrini aveva il suo negozio sul Lungarno Nuovo 6 rosso e raggiunse con la sua bravura, unita ad una rara abilità commerciale, fama internazionale presentandosi alle Esposizioni Universali Europee con grande successo di pubblico. Le Esposizioni Internazionali Europee della seconda metà dell'800 misero il Torrini a diretto confronto con la moda francese e inglese recependo prontamente i messaggi estetici, i richiami culturali e i nuovi stimoli di rinnovamento che si andavano codificando nelle arti decorative.

La sua attività è documentata attraverso numerose menzioni e premi rintracciati nei cataloghi delle Esposizioni e l'esistenza di alcuni gioielli come la raffinata parure, conservata al British Museum di Londra, costituita da spilla e orecchini con placche di mosaico raffiguranti le colombe di Plinio.

I Torrini nel 1900

Nel 1919 Guido Torrini seguendo le orme del padre e del nonno, sempre imprimendo il marchio di fabbrica Torrini, inizia la sua attività di orafo nel laboratorio in Piazza S. Trinita a Firenze; apre poi negozi a Firenze, Chianciano, Chiusi e Taormina. Acquisisce una consistente partecipazione nell'allora esistente negozio di gioielleria in Piazza Duomo a Firenze. Realizza gioielli in stile déco, objets d'art in pietre dure arricchite da parti in oro e, grande appassionato di orologeria, produce nel 1932 il primo orologio da tasca di marca Torrini. Nel 1945, rientrato da Dachau dove era stato deportato politico, ricostruisce con tenacia la sua attività andata completamente distrutta dalla guerra.

La storia continua con suo figlio Franco che, completati i suoi studi in orologeria a Ginevra, si dedica successivamente alla gemmologia e all'oreficeria assorbendone l'arte dal padre e dai maestri orafi che si alternano negli anni presso l’allora Opificio Orafo della sua famiglia. Esprime la sua creatività anche in altre forme artistiche come la pittura e la scultura, stimolato negli anni settanta dalla frequentazione con numerosi artisti contemporanei. La sopravvivenza viene nuovamente messa a dura prova con l'alluvione del 1966 nello storico negozio di Piazza Duomo a Firenze. Promuove e divulga, in qualità di titolare, il Marchio di Fabbrica Torrini 1369  a livello mondiale. Completa la sua attività aziendale nel 2010 restando, purtuttavia, ancor oggi legato alla valorizzazione della storia collegata all'Archivio Storico Torrini 1369 ed al Marchio di Fabbrica ad esso collegato.

Il Negozio Storico di Piazza Duomo a Firenze, oggi

Il Negozio Storico di Piazza Duomo 12/R a Firenze, risalente alla fine del 1800 ed oggi, come licenziatario del Marchio Torrini 1369, condotto e posseduto da Francesca Torrini e dal figlio Guido, svolge la sua attività commerciale suggellando in via esclusiva il percorso di un gioiello, di un orologio, come di un profumo o una penna Torrini 1369, che partono dalla Manifattura per andare verso quel raffinato pubblico che dalla fine dell’ottocento getta il suo sguardo sulla vetrina che si affaccia sulla Piazza che vive all'ombra della cupola del Brunelleschi.

Una boutique, un struttura commerciale che appartiene alla storia di Firenze e al Commercio Fiorentino fin dal 1922, proprio quando Guido Torrini aderì all'allora Unione Commercianti.

I gioielli, le collezioni, le lavorazioni in oro e argento con impresso il marchio di fabbrica Torrini continuano ad affascinare mezzo mondo, dagli Stati Uniti alla Russia, dall'Oriente alla vecchia Europa. Si calcola che attualmente, sulla scena mondiale, le opere di oreficeria di Torrini in uso di collezionisti privati siano oltre 150 mila.

Questa è la storia del Signum, impresso nel 1369 da Jacopus de la Scharperia. In questi casi si dice “file rouge” ma quella scritta assomiglia tanto a un sottile, indistruttibile “file d’or” che tende all'infinito.

Proprio in Piazza del Duomo a Firenze laddove l’arte s’incontra con la storia.

Visita il sito
www.torrinijewels.com

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