Nella manovra tre miliardi per gli investimenti

Nella manovra tre miliardi per gli investimenti

Nel "pacchetto" gran parte degli interventi previsti da Industria 4.0, la nuova Iri al 24%, l'Iva per cassa per le piccole imprese, la riedizione dei superammortamenti, potenziati al 250% per l'innovazione tecnologica, oltre al probabile rafforzamento degli sgravi alla produttività.

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30 settembre 2016

La manovra 2017 conterrà misure per favorire gli investimenti e rilanciare la competitività per circa 3 miliardi. Nel pacchetto rientreranno gran parte degli interventi previsti da Industria 4.0, la nuova Iri al 24%, l'Iva per cassa per le piccole imprese, la riedizione dei superammortamenti, potenziati al 250% per l'innovazione tecnologica, oltre al probabile rafforzamento degli sgravi alla produttività. "Incentivi fiscali per più salario ai lavoratori e più profitto alle imprese", ha spiegato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, viaggeranno di pari passo alle "risorse per le fasce deboli". L'Ape, l'allargamento della quattordicesima ai pensionati e il possibile rafforzamento del Fondo per la lotta alla povertà rientreranno in questo perimetro. In ogni caso, ha specificato il ministro nel giorno successivo alla pubblicazione delle stime meno ottimistiche del quadro macro della Nota di aggiornamento del Def, si tratterà di interventi "selettivi" e non elettorali. Nello sforzo per rispettare le regole europee di stabilità finanziaria, le risorse, come Padoan ha più volte ribadito, sono infatti scarse e quella in arrivo ad ottobre potrebbe per questo rivelarsi una legge "light", come la definisce il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia. A tre settimane dalla data clou, fonti di governo spiegano infatti che la manovra è tutt'altro che chiusa, ma che l'ordine di grandezza in cui dovrebbe muoversi è al momento compreso in una forchetta tra i 20 e i 25 miliardi. Più della metà andranno a disinnescare le clausole di salvaguardia sull'Iva, ma tra le grandi poste da finanziare ci saranno appunto il capitolo pensioni e, ad esempio, il rinnovo del contratto degli statali. Introiti importanti potrebbero arrivare dalla riedizione della voluntary disclosure, che potrebbe fruttare circa 2 miliardi di euro. Il risultato della prima operazione, pari a 4 miliardi, sarà difficile da replicare, ma gli incassi, nelle stime dell'esecutivo, ci saranno. Gli introiti saranno tuttavia una tantum e non potranno quindi andare a coprire misure di carattere strutturale. Il proseguimento della strategia di riduzione della pressione fiscale complessiva su cittadini e imprese resterà comunque uno dei pilastri. "Il governo ha ereditato una pressione fiscale del  43,6% nel 2013. Ora, al netto degli 80 euro, si scenderà anche sotto il 41,5%, tra il 41,2 e il 41,3%. Non si parla più di uno zero virgola ma di oltre 2 punti di Pil", rivendica il viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti. Oltre all' eliminazione degli aumenti dell'Iva, il governo ha infatti già pianificato il taglio da oltre 3 miliardi dell'aliquota Ires al 24%, a cui si allineerà anche la nuova imposta sul reddito imprenditoriale (Iri) destinata in particolare alle piccole e medie imprese. Per le micro, Zanetti annuncia anche un'altra novità: il nuovo regime Iva per cassa e non più per competenza. Ad essere interessate saranno le imprese dei servizi con fatturato fino a 400 mila euro e dei beni fino a 700 mila euro. 

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