"No all'aumento del 600% dei canoni demaniali"

"No all'aumento del 600% dei canoni demaniali"

DateFormat

6 dicembre 2013

Confcommercio Catania ribadisce il suo secco 'no' all'aumento dei canoni demaniali del 600% imposti dal decreto del presidente della Regione Siciliana del 3 aprile 2013. Un atto che aumenta di sei volte l'esborso per tutti coloro che operano sul demanio marittimo: dagli stabilimenti balneari a ristoranti e alberghi, dai porti e porticcioli turistici ai  chioschi e agli impianti di acquacoltura. Un aumento che si applica subito e ha valore retroattivo dal primo gennaio 2013. "Siamo favorevoli al riordino della gestione generale del demanio marittimo – spiega Riccardo Galimberti, presidente di Confcommercio Catania - ma non ci spieghiamo e contestiamo l'eccessiva attenzione che il Governo regionale pone sull'aumento dei canoni concessori sul demanio, tralasciando tutti gli altri importanti aspetti che non consentono agli operatori del settore di far sviluppare le loro attività, comportando gravi ripercussioni per lo sviluppo del settore, compreso l'indotto. Ogni imprenditore ha pianificato i propri investimenti ma alla luce di questi aumenti si è certi di vanificarli e aprire un contenzioso con la Regione. Così si va incontro alla chiusura certa delle aziende balneari e di tutte quelle che operano sul demanio". Le imprese devono sostenere altri costi oltre a quelli del canone, tra i quali: pulizia e gestione della spiaggia e delle strutture fisse, servizio di assistenza alla balneazione, acquisto e manutenzione delle attrezzature, retribuzioni e oneri del personale dipendente, contributi previdenziali/assistenziali del titolare, Tarsu-Tia, imposte diverse, non dimenticando l'IMU e il 22% di Iva che grava solo sulle imprese balneari a differenza degli altri operatori turistici che hanno mantenuto un'aliquota del 10%. Inoltre grava ancora la spada di Damocle della Direttiva Bolkenstein che nel resto d'Italia è stata rimandata, prorogando le concessioni sino al 2020, mentre in Sicilia non è stata ancora recepita, mantenendo uno stato di precarietà, incertezza e preoccupazione per il futuro delle stesse imprese balneari. Restando sempre pronti al dialogo e al confronto, le imprese del settore aderenti al Sindacato Italiano Balneari chiedono al Governo regionale di rivedere il decreto, specialmente in un momento così drammatico per  l'intero settore turistico, quello che dovrebbe essere settore trainante per l'economia dell'isola.  "Anche l'ARS si è espressa votando all'unanimità dei presenti – dice Ignazio Ragusa del SIB - una mozione che da indirizzo al presidente e all'assessore al Territorio e Ambiente a revocare il decreto  relativo all'aumento dei canoni demaniali del seicento per cento. Non ci spieghiamo l'atteggiamento di chiusura del Presidente e dell'assessore anche davanti all'orientamento manifestato dall'assemblea regionale e, tenuti sotto scacco da un decreto scellerato, mostriamo un pesante disagio nei tavoli di trattativa, ponendoci in una posizione che ci vede sottomessi e senza vie d'uscita".

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca