Nota di aggiornamento sui problemi e le prospettive della logistica in Italia

Nota di aggiornamento sui problemi e le prospettive della logistica in Italia

Rapporto e charts presentati alla 2a edizione del Forum Internazionale Conftrasporto24-25 ottobre 2016

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24 ottobre 2016

Infrastrutture inadeguate, logistica inefficiente. Così l'Italia si allontana dall'Europa

Scarica il rapporto completo e le charts
  • L'Italia cresce poco e rischia la marginalizzazione.
  • La mancanza di investimenti in opere infrastrutturali, negli ultimi anni, ci allontana dagli agli altri Paesi dell'Unione e ci fa perdere 34 miliardi di euro l'anno.
  • Una dotazione infrastrutturale a volte incongruente contribuisce a ‘spegnere' la crescita.
  • Grandi Corridoi: così vicini, così lontani.
  • L'Europa avanza poco, ma l'Italia perde molto. Diminuisce il traffico merci e cresciamo meno degli altri. 
  • Volumi trasportati: con il -10% nel settore marittimo e il -37% in quello su gomma, abbiamo il triste primato delle contrazioni rispetto a tutti i Paesi dell'Unione, mentre le nazioni dell'Est crescono a due cifre, con la  Bulgaria a +18% circa sia nel settore marittimo che in quello dell'autotrasporto.
  • Merci in entrata in Italia: in 12 anni le imprese italiane di trasporto su gomma hanno perso oltre il 60% dei traffici, contro un incremento del 700% a favore di quelle dell'Est Europa.
  • Imprese italiane di trasporto terrestre e via condotta a -13% in sei anni.


Il quadro tracciato dal Rapporto dell'Ufficio Studi di Confcommercio, realizzato in collaborazione con Isfort, sui trasporti e la logistica, in occasione del 2° Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio, è quello di un Paese che cresce poco e a rischio marginalizzazione.

La mancanza di investimenti in opere infrastrutturali, negli ultimi anni, unita a una dotazione infrastrutturale a volte incoerente, sta allontanando l'Italia dagli scambi internazionali. Si può dire che il nostro Paese soffra di una ‘patologia' legata alla crescita. Il segnale più evidente è che, quando l'attività economica cresce, il volume di merci trasportato cresce in misura (meno che) proporzionale (elasticità inferiore a 1), mentre quando l'economia si contrae, le merci trasportate si riducono di tre volte e mezzo. Quindi, il volume di merci trasportate distrutto durante le fasi recessive non viene recuperato durante quelle espansive. Cosa che non accade ad esempio in Germania, dove la crescita e il calo delle merci trasportate seguono un percorso più coerente.  

Elasticità del volume di merci trasportate al Pil
Alcuni cluster europei

  espansione recessione
Italia, Portogallo 0,9 3,5
Germania, Romania 3,0 2,1

 

Nota: l'elasticità indica di quanti punti percentuali varia il volume di merci trasportate sul territorio nazionale al variare dell'1% del Pil del Paese; es: quando il Pil cresce dell'1% in Italia il volume di merci cresce dello 0,9% in media; quando il Pil si riduce dell'1% in Italia il volume di merci trasportate nell'anno si riduce del 3,5%.
Stime Ufficio Studi Confcommercio su elaborazioni Isfort su dati Eurostat

 

LE INEFFICIENZE LOGISTICHE CI FANNO PERDERE 34 MILIARDI L'ANNO

Carenza di infrastrutture e arretratezza logistica ci fanno perdere mediamente 34 miliardi di euro all'anno, pari a 2 punti percentuali in termini di Pil. Eccesso di burocrazia, di carico fiscale e deficit di legalità fanno il resto, precludendo all'Italia ritmi di crescita più elevati. Nel confronto con la Germania, l'evidenza è che abbiamo rinunciato a investire, quindi a far crescere il Paese. 

GRANDI CORRIDOI: COSì VICINI, COSì LONTANI

Il deficit infrastrutturale, che spezza l'Italia in due con le regioni centrali a fare da ‘cuscinetto' e lascia sulla carta grandi incompiute dall'alto valore strategico, sta marginalizzando l'Italia non solo dall'Europa, ma anche dal resto del Mondo e dai grandi corridoi di traffico, come ad esempio quelli che raggiungono il Nord Europa o, a sud, l'Africa. Nel frattempo altri Paesi investono in infrastrutture. E crescono. La lunga strada ferrata che collega la Cina sudoccidentale all'Europa centrosettentrionale, ad esempio, permetterà a treni merci da 80 container di spostarsi da Chengdu a Rotterdam in 15 giorni via terra invece che in 40 via mare.  

MARE E TERRA: CI ALLONTANIAMO DAL RESTO D'EUROPA CROLLANO I VOLUMI TRASPORTATI 

Se il traffico merci di un Paese è l'indicatore della sua ricchezza, l'Italia si allontana dal resto d'Europa anche in termini di andamento percentuale dei volumi trasportati. La cartina di tornasole è l'aumento dei traffici nei Paesi del Nord Europa, dove - tra il 2010 e il 2014 – i volumi trasportati sono saliti considerevolmente: +10%  per la Germania e +5,9% per l'Olanda sul fronte del trasporto marittimo, +11,6% per la Germania e + 8,2% per l'Olanda su quello dell'autotrasporto. Mentre l'Italia arretra di oltre il 10% nel primo caso, e del 37 % nel secondo. 

Variazione volumi trasportati 2010-2014
Confronto Italia Principali competitor

 

Marittimo

Autotrasporto

Ferroviario

Italia

-10,3

-37,0

7,6

Germania

10,1

11,6

2,6

Grecia

30,9

-30,2

-46,2

Spagna

13,4

-24,4

31,8

Francia

-4,2

-4,8

2,8

Olanda

5,9

8,2

10,8

Regno Unito

-1,7

-0,9

21,6

Fonte: Elaborazioni Osservatorio Conftrasporto-Isfort su dati Eurostat 2016


È il ritratto è di un'Italia surclassata non solo dai suoi storici competitor, ma anche dall'agguerrito blocco dei Paesi dell'Est, che - in soli 4 anni - nel settore marittimo vedono una crescita dei volumi trasportati compresa fra il 18,7% della Bulgaria e il 23,4% della Slovenia, e nell'autotrasporto fra il 9,7% della Romania e il 17,8% della Bulgaria. 

Variazione volumi trasportati 2010-2014
Confronto Italia Paesi di recente adesione

 

Marittimo

Autotrasporto

Ferroviario

Italia

-10,3

-37,0

7,6

Bulgaria

18,7

17,8

5,8

Polonia

15,5

6,9

5,1

Romania

14,8

9,7

-4,1

Slovenia

23,4

-8,5

10,8

Fonte: Elaborazioni Osservatorio Conftrasporto-Isfort su dati Eurostat 2016

L'affondo nel solco negativo arriva dal rapporto tra il complesso di volumi trasportati e il Pil, dove l'Italia – con un -25,9% - è fanalino di coda tra i Paesi fondatori dell'Ue (solo la Grecia si avvicina a questo livello di contrazione), registrando un vero e proprio crollo. In passato infatti il tasso di crescita della quantità di merci trasportate era superiore a quello del Pil. 

Variazione percentuale Rapporto tra volumi di merce e PIL 2010-2014
Confronto europeo

 

Autotrasporto

Rapporto Volumi merce su PIL

EU (28 Paesi)

-5,6

-3,5

Italia

-37,0

-25,9

Danimarca

7,5

5,9

Germania

11,6

-5,9

Irlanda

-8,4

-18,6

Grecia

-30,2

-21,7

Spagna

-24,4

-1,9

Francia

-4,8

-9,8

Olanda

8,2

-2,5

Portogallo

-32,6

5,3

Finlandia

-29,6

-15,5

Regno Unito

-0,9

-7,7

Elaborazioni Osservatorio Conftrasporto-Isfort su dati Eurostat 2016

Il pericolo-declino si evince anche dai dati relativi alle merci in entrata nel nostro Paese e dal confronto con i Paesi di recente adesione all'Unione Europea: le imprese italiane di trasporto dal 2003 al 2015 perdono oltre il 60% dei traffici su gomma, pari a circa 3 miliardi di euro di fatturato, contro un incremento del 700% dei traffici delle imprese dell'Europa dell'Est. 

In Italia, in dodici anni (dal 2003 al 2015), la quota di mercato delle imprese italiane del trasporto su gomma si è ridotta di quasi 2/3, passando dal 32,7% al 12%, mentre quella delle imprese dell'Est Europa è cresciuta di oltre 7 volte, passando dal 7% al 53%.

TRAFFICI DI MERCI IN ENTRATA IN ITALIA SU GOMMA
dal 2003 al 2015

  • Traffici imprese italiane -60% per circa 3 miliardi di euro di fatturato persi (-600 milioni nel 2015)
  • Traffici imprese Francesi -66%
  • Traffici imprese Europa Est + 700%
  • Traffici imprese tedesche -48%

 

  • Quota di mercato 2015 delle imprese italiane 12% (32,7% nel 2003)
  • Quota di mercato 2015 delle imprese Europa Est 53% (7% nel 2003)

Elaborazioni Osservatorio Conftrasporto-Isfort su dati Eurostat


Dal 2009 al 2015 le imprese italiane attive nel settore del trasporto terrestre e mediante condotte sono calate del 13%, passando da 140mila a 120mila.

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