Nuovo presidente per Ascomac

Nuovo presidente per Ascomac

Elisa Cesaretti è il nuovo numero uno della Federazione Nazionale Commercio Macchine. "Snellire la burocrazia, sbloccare i pagamenti e creare cantieri a impatto quasi zero".

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16 novembre 2012

E' Elisa Cesaretti la neo presidente di Ascomac, Federazione Nazionale Commercio Macchine. Laureata in Lettere e Filosofia, Cesaretti ha conseguito il master di specializzazione in "Cultura d'Impresa" ed è impegnata da oltre dieci anni nell'azienda di famiglia Scai SpA. Attualmente svolge il ruolo di responsabile marketing e comunicazione. Dopo aver espresso "grande soddisfazione" per l'incarico, Elisa Cesaretti, che succede a Paolo Romanin Jacur, ha voluto sottolineare che "in questo momento di crisi economica è necessario avere molto coraggio. Dalla cogenerazione, al movimento terra, dalle macchine da cantiere ai motori e gruppi elettrogeni, ai carrelli elevatori, affiancati da tecnici che verificano la sicurezza delle nostre macchine, i settori che Ascomac rappresenta, bisogna avere l'obiettivo, non di sopravvivere, ma di crescere". "Questo è un momento molto delicato, per il nostro Paese e per tutta l'Europa. La crisi ha colpito il nostro settore, in particolare fin dal 2008, pur essendo un motore di sviluppo per tutto il comparto delle costruzioni. Le nostre imprese - ha aggiunto la neo presidente - costruiscono strade, edifici, estraggono le materie prime per l'industria, sono le più vicine alle risorse della nostra Terra. Per questo, nonostante la crisi, ci siamo impegnati ed abbiamo investito in nuove tecnologie per una vita più sostenibile, senza accantonare il valore della salvaguardia dell'ambiente, della salute, della sicurezza". Ricordando i principali obiettivi del suo mandato la Cesaretti ha voluto ribadire con forza che Ascomac "deve essere accanto alle medie e piccole imprese, il motore del nostro Paese. Le priorità devono essere quelle di snellire la burocrazia e investire i costi di quest'ultima per sbloccare cantieri e pagamenti. Vorremmo creare - ha poi annunciato - un cantiere a impatto zero, una vera e propria Carta d'identità di qualità di tutto l'indotto. Per questo crediamo in un Tavolo interassociativo, dove la particolarità e le esigenze di ognuno diventino la forza di tutti, così da dare sempre maggior valore al nostro Paese. Abbiamo bisogno di un sano ottimismo, poiché dobbiamo pensare che la crisi è destinata a finire".

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