Ocse: "pmi fondamentali per l'economia ma troppo trascurate"

Ocse: "pmi fondamentali per l'economia ma troppo trascurate"

Rapporto su "Pmi: imprenditorialità e innovazione". "I Governi dicono che le piccole e medie imprese sono importanti ma poi è più semplice negoziare con la grande impresa, per il grande stabilimento". "Importante la nascita di Rete Imprese Italia".

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28 maggio 2010
Secondo il Rapporto dell’Ocse Pmi: imprenditorialità e innovazione, “i Governi dicono che le piccole e medie imprese sono impo

Secondo il Rapporto dell’Ocse Pmi: imprenditorialità e innovazione, “i Governi dicono che le piccole e medie imprese sono importanti ma poi, a elezioni finite e quando si tratta di governare, è più semplice e più facile negoziare con la grande impresa, per il grande stabilimento”. “Ma sono proprio le pmi – si legge nel rapporto - oggi, ad avere un ruolo trainante nell’economia grazie alla capacità di innovare e creare nuova occupazione. In base allo studio, il fattore che ostacola maggiormente l’innovazione per le Pmi italiane è la mancanza di fondi, seguito dalla scarsità di personale qualificato”. Guardando all'esperienza italiana il rapporto Ocse evidenzia un quadro a luci e ombre, con un esteso tessuto imprenditoriale (un Paese di imprenditori, Regioni con 5.000 imprese, una ogni dieci abitanti), ma afflitto spesso da “nanismo” e “obsolescenza della conoscenza”. Quanto all'accesso al credito, “il venture capital è ancora molto poco sviluppato ma l'Italia può esibire su questo terreno, oltre alla esistenza di molte piccole banche più sensibili e attente al rapporto con le pmi, il fenomeno studiato in tutto il mondo dei Confidi”. “Per consentire alle pmi di sviluppare interamente le loro potenzialità e' indispensabile - secondo l'Ocse - un ecosistema istituzionale, che si occupi anche di formazione per le prossime generazioni di piccoli e medi imprenditori e che favorisca la 'messa in rete' delle imprese e della conoscenza. E l'Italia, nonostante la recente iniziativa della moratoria dei mutui, apprezzata dagli esperti di Parigi, come molti altri Governi continua a mostrare una certa distrazione. Non ha, ad esempio, un’Agenzia, una struttura dedicata alle pmi, oppure un ministro o almeno un sottosegretario, mentre, la Francia, con Oseo lo scorso anno e' riuscita a salvare mille piccole imprese e 200mila posti di lavoro”. Per non parlare degli Usa dove il presidente Barack Obama ha appena istituito un fondo da 30 miliardi di dollari a favore delle pmi. Dalle pmi italiane e' invece giunta una soluzione alla frammentazione della rappresentanza registrata come “importante” dall'Ocse: “la nascita di Rete Imprese Italia, il nuovo soggetto di rappresentanza composto da Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti e Casartigiani. Un'iniziativa che consentirà alle imprese di bilanciare la capacità di lobbing  delle grandi imprese”. Secondo il rapporto Ocse, oltre il 20% delle Pmi italiane ritiene che il principale ostacolo all'innovazione sia la mancanza di fondi all'interno dell'impresa e una percentuale di poco inferiore la indisponibilita' di finanziamenti esterni, mentre il 15% lamenta le difficolta' nel reperire tecnici qualificati. Si e' invece ridotto, allineandosi alle medie Ocse e Ue, il peso della burocrazia per le start up, sceso - su una scala da 0 a 6 - dal 2,5 del 2003 all'1,5 del 2008. Tra le statistiche fornite oggi dall'Ocse in materia di innovazione emerge anche che il sostegno pubblico all'R&D nel 2007 in Italia era pari allo 0,04% del Pil, mentre le spese delle imprese ammontavano allo 0,60%. Le Pmi spendevano nel 2006 l'1,69% del fatturato in innovazione contro l'1,94% delle big. Tra le industrie innovative, il sostegno pubblico nel 2004-2006 e' andato per il 43,6% alle grandi e per il 38,4% alle piccole.

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