Il terziario vicentino soffre, ma le imprese resistono

Il terziario vicentino soffre, ma le imprese resistono

L’Osservatorio economico di Confcommercio Vicenza fotografa l’anno della pandemia nei vari comparti: male turismo e ristorazione, bene i prodotti per la casa, regge l'alimentare.

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9 marzo 2021

Grandi difficoltà per turismo e ristorazione, ma segnali di solidità del tessuto imprenditoriale che proiettano qualche raggio di luce sul futuro del 2021. È quanto emerge dall’ultimo Osservatorio economico di Confcommercio Vicenza, che fotografa l’impatto dell’emergenza Covid-19 sulle attività del commercio, turismo e servizi nel 2020.

“I dati ci confermano che le imprese del territorio sono resilienti – è il commento del presidente Sergio Rebecca - ma per sostenerle adeguatamente il compito più gravoso sarà certamente quello di riprogettare e rigenerare l’urbanistica delle nostre città, con l’obiettivo di rispondere ai grandi cambiamenti del mercato e delle abitudini di consumo, già in atto prima della pandemia e ora ulteriormente accelerati dall’emergenza sanitaria”.

Andamento medio dei fatturati – per settore

Var. % fatt.

2020/2019

Dettaglio prodotti per la persona

-21%

Dettaglio di prodotti per la casa

-1%

Dettaglio di alimentari

+2%

Servizi

-19%

Comm. all'ingrosso

-11%

Turismo

-65%

Ristorazione

-37%

 

L’indagine rivela che il 56% delle imprese del terziario vicentino giudica lo stato di salute della propria azienda tra “ottimo e discreto”, mentre è “non buono o pessimo” per il 44%. A segnalare le criticità maggiori sono appunto gli operatori del turismo e della ristorazione, con i primi che indicano un 65% di incassi in meno rispetto al 2019, con le agenzie di viaggio che arrivano anche ad un crollo dell’85%, e i secondi il 37% . In sofferenza anche il comparto dei prodotti per la persona, dove il campione indica in un -21% la diminuzione media del giro d’affari, con picchi che però arrivano anche al -30% per il segmento abbigliamento-calzature e accessori. Male anche servizi e ingrosso, con fatturati in calo rispettivamente del 19% e dell’11%.

Chi, pur con intensità diverse, ha maggiormente tenuto è tutto il comparto dei prodotti per la casa dove, a fronte di cali a doppia cifra nell’edilizia e nei tessuti, c’è anche chi ha registrato un segno più, come gli elettrodomestici e i casalinghi. Fatturati stabili, invece, per ferramenta e giardinaggio.

L’alimentare, infine, registra un +2% di fatturati, ma ben il 31% delle imprese ha subito una contrazione contro il 28% che han registrato una crescita degli incassi.

“L’analisi ci conferma, una volta di più, che l’impatto del Covid-19 è stato trasversale sui nostri settori. Serviva e serve tutt’ora – conclude Rebecca - cambiare registro per sostenere tutte le realtà danneggiate, visto che le filiere sono fortemente interconnesse e gli effetti del crollo dei consumi si riflettono non solo nel dettaglio o nella somministrazione, ma anche nei servizi e nell’ingrosso. Il sistema terziario vicentino ha retto molto più che in altri territori, anche per una nostra minore specializzazione turistica, ma non possiamo pensare che le imprese possano farcela da sole a fronte di un 2021 ancora pieno di incertezze”.

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