Terziario bergamasco, migliora il fabbisogno finanziario
Terziario bergamasco, migliora il fabbisogno finanziario
Osservatorio congiunturale Confcommercio-Format Research: diminuisce il numero delle imprese che chiedono credito (-4%) e cresce la percentuale (+2%) di imprenditori che vedono respinta la propria domanda.
La stretta creditizia e, con i rialzi dei tassi di interesse, il costo del credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi sono al centro del focus che Ascom Confcommercio Bergamo ha affidato a Format Research, nell’ambito dell’ultimo Osservatorio congiunturale (dati relativi a fine ottobre). Dalla ricerca emerge che con la fine delle moratorie post pandemia, il rincaro dei costi dell’energia e i rialzi dei tassi hanno frenato il reale recupero del settore. Le maggiori criticità si rilevano nel comparto del turismo (alberghi e pubblici esercizi) e nelle micro imprese (da 1 a 5 addetti). Diminuisce inoltre, in generale, il numero delle imprese che chiedono credito (-4%) e cresce la percentuale (+2%) di imprenditori che vedono respinta la propria domanda (il 9% di quanti ne fanno richiesta). I segnali di irrigidimento del rapporto tra sistema bancario e imprese insomma, già avvertito nello scorso semestre, sta presentando il conto. Cresce, oltre al numero delle domande respinte, la percentuale delle richieste che vengono accolte solo parzialmente, con un ammontare inferiore a quello richiesto (25,4%). Sta crescendo il numero delle imprese che non può ricorrere al prestito bancario, pari al 16,1% (di cui il 9% che si è vista respingere la pratica e il 7,1% che è in attesa e non farà più domanda nel prossimo trimestre). Si tratta indicativamente di quasi 4mila imprese del terziario orobico.
I dati
La liquidità continua ad essere la reale criticità per le imprese del terziario di Bergamo. Ciò nonostante, secondo il giudizio degli imprenditori, l’indicatore della capacità di far fronte al fabbisogno finanziario, rispetto al semestre precedente, è migliorato di 2 punti, passando da 39 a 41 e in prospettiva si assesterà a quota 41 anche per la prossima primavera (previsione a marzo 2024). L’indice delle imprese bergamasche è più basso del dato nazionale di 3 punti (44 e atteso in diminuzione in primavera a 42, indice di un soffio superiore a quello bergamasco). L’indice a 41 è ancora basso rispetto al livello pre-Covid del II° semestre 2019 quando era a 59. Il dato è fortemente condizionato dai numeri ancora difficili del settore turismo, con indice a 38, mentre il commercio (a quota 46) e i servizi (a 53) soffrono meno. Le criticità maggiori si rilevano rispetto alle micro e piccole imprese fino a 5 addetti, nettamente sotto la media rispetto alle imprese più strutturate.
Domanda di credito
In diminuzione (- 4%) la percentuale di imprese che ha chiesto un finanziamento negli ultimi sei mesi, che passano dal 30% al 26%. Tra le imprese che hanno chiesto credito, il 51,3% ha visto accogliere la sua domanda, ma il 25,4% si è dovuta accontentare di un importo inferiore a quello richiesto. Il 14,3% è ancora in attesa di delibera di finanziamento, mentre il 9% ha visto respingere la propria domanda. Rispetto al dato nazionale, le imprese bergamasche che hanno chiesto un finanziamento sono il 26% contro il 19% a livello nazionale. In questo quadro, la percentuale delle istanze andate a buon fine è maggiore a Bergamo (che vede qui il 51,3% delle domande accolte, contro il 45 % nazionale). Di contro, è decisamente più elevata la percentuale delle pratiche respinte (appunto, il 9% contro l’1% nazionale). Dato che tuttavia va valutato alla luce del fatto che a Bergamo è decisamente più bassa la percentuale delle imprese che è in attesa dell’esito dell’istruttoria (il 14,3% contro il 25% nazionale). Qui è inoltre più bassa l’erogazione parziale (25,4% contro il 29% nazionale). Rispetto al semestre precedente si rileva comunque un irrigidimento del sistema del credito bergamasco: diminuisce la percentuale delle pratiche accolte (dal 58% di aprile 2023 al 51,3% di ottobre 2023) e cresce anche il numero delle pratiche accolte con importo inferiore (dal 23% di aprile 2023 al 25,4% di ottobre 2023). Crescono anche le istanze in sospeso, dal 12% al 14,3%, così come aumentano quelle respinte, passate dal 7% al 9%.
Costo del finanziamento
Gli imprenditori del terziario bergamasco lamentano un ulteriore peggioramento del costo del finanziamento, con la crescita dei tassi di interesse. L’indice è comunque migliore di ben 24 punti rispetto al dato nazionale, dove continua a crollare fino a livelli mai osservati, a quota 12 (era a 53 nel 2021).
Costo dell’istruttoria
Il costo dell’istruttoria viene giudicato pressoché invariato rispetto al semestre precedente. L’indice è salito da 39 a 40. L’indice è migliore di quello nazionale di 7 punti. L’indice a livello nazionale è in risalita dalla primavera scorsa, quando toccò il suo punto più basso.
Durata dei prestiti
In peggioramento è l’indice della durata temporale del credito che passa da 39 a 35, perdendo 5 punti in un semestre rispetto ad aprile 2023. La pandemia ha causato un riduzione ormai strutturale della durata dei finanziamenti: dal 2019 l’indice non si è mai ripreso a pieno, mentre la situazione bergamasca è tornata negativa rispetto a quella nazionale (in cui l’ indice è salito a 40, con un recupero di 4 punti rispetto all’ultimo semestre).
Garanzie richieste
Con la revisione delle norme sulla garanzia di Stato, crolla l’indice delle garanzie richieste che passa da 40 a 32 e una perdita di 8 punti. L’indice è peggiore di quello nazionale che si attesta a 35, con ben 3 punti in più.
Costo dei servizi bancari
Dopo il calo dello scorso semestre (da settembre 2022 con 41, si era infatti scesi a 36 a marzo 2023) si mantiene stabile l’indice relativo al costo dei servizi bancari registrato dalle imprese del terziario bergamasche, che si attesta a 36. L’indice è nettamente migliore di quello nazionale (30).