Outlook dei consumi Censis - Confcommercio, secondo trimestre 2007

Outlook dei consumi Censis - Confcommercio, secondo trimestre 2007

Considerazioni di sintesi

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18 settembre 2007

 

C E N S I S - CONFCOMMERCIO

 

 

 

 

 

Outlook dei consumi

 

Comportamenti di consumo e clima di fiducia delle famiglie italiane

 

SecondoTrimestre 2007

 

Considerazioni di sintesi

 

 

 


I consumi nel secondo trimestre 2007

 

la crescita si mantiene moderata e pesano sulle famiglie le spese incomprimibili

 

Nel secondo trimestre del 2007, stando ai risultati dell’indagine Censis-Confcommercio, la spesa delle famiglie ha registrato una crescita moderata rispetto al periodo precedente. Nello stesso periodo le famiglie hanno percepito una tendenza all’aumento dei prezzi ,evoluzione che ha determinato il permanere di un atteggiamento prudente da parte dei consumatorifamiglie nel mettere in atto nuovi programmi di spesa. Nel confronto con lo scorso anno la condizione dichiarata e le aspettative dei consumatori intervistati restano, peraltro, più favorevoli anche se si riduce la quota di coloro che guardano con ottimismo al futuro.

L’indice sintetico[1] di propensione al consumo Censis-Confcommercio, riflesso compatto delle varie dimensioni di analisi affrontate nel rapporto, passa da 2,90 del primo trimestre 2007 a 2,88 del secondo (tavola 1), fenomeno statisticamente contenuto, ma indicativo dell’indebolimento della fase di ripresa dei consumi e della presenza di un clima di incertezza. Ciò è confermato dalla dinamica dei quattro indici tematici su comportamenti di consumo e clima di fiducia (tavola 2): le possibilità di consumo sono praticamente stabili mentre si riduce la capacità di risparmio, migliorano le previsioni di consumo a breve e peggiora, dopo quattro trimestri, l’indicatore del sentiment.

Nel secondo trimestre del 2007 le famiglie hanno sì sperimentato un incremento delle spese per consumi, come suggerisce il fatto che ormai per il quinto trimestre consecutivo l’Outlook registra una crescita del numero di famiglie che ha dichiarato di avere incrementato i propri livelli di consumo (tavola 3), ma tale fenomeno continua ad essere determinato in larga misura da aumenti, in valore, delle spese obbligate e incomprimibili, quali gli affitti, le tariffe per utenze domestiche, le spese per il carburante e i trasporti e solo in misura ridotta da incrementi per gruppi di beni capaci di determinare un effettivo miglioramento del tenore di vita delle famiglie (tavola 4)

L’aspetto della cautela è ben descritto dalla previsione di contenuto aumento che le stesse famiglie fanno riguardo ai consumi nel terzo trimestre 2007 (tavola 5).

Il confronto tra il secondo trimestre del 2007 ed il secondo del 2006 mette in evidenza come i valori medi delle principali spese familiari siano rimasti stabili, fenomeno che collegato al contenuto aumento della dinamica inflazionistica implica in alcuni casi una stazionarietà e/o diminuzione dei volumi acquistati.

Parallelamente si sono registrati nell’arco di un anno leggeri aumenti nelle spese medie di tipo straordinario, come quelle per l’acquisto di un PC o di materiale elettronico, la spesa per un viaggio di svago e divertimento, per interventi di manutenzione dell’abitazione e per l’acquisto di un elettrodomestico (tavola 6). Tale fenomeno, collegato alla diminuzione dei prezzi registrata per alcuni prodotti ha determinato, in alcuni casi, un incremento di un certo rilievo dei volumi acquistati.

Le differenze tra quanto rilevato nel secondo trimestre del 2006 e del 2007 sono molto contenute, ma sembrano confermare l’ipotesi che le famiglie cerchino attraverso tentativi di risparmio sui prodotti di largo e generale consumo di sostenere le spese più impegnative (elettrodomestici, tecnologia consumer) mirate a migliorare il tenore di vita.

Tale ipotesi sembra ben confermata dai dati ufficiali sui consumi di fonte ISTAT che indicano notevoli criticità per gli acquisti di beni non durevoli e, al contrario, una buona dinamicità dei durevoli.

La presenza di un clima più favorevole rispetto ai primi sei mesi del 2006, non consente, peraltro, di rilevare in questa prima parte del 2007 un vero e proprio mutamento della situazione ed un più diffuso senso di benessere come confermato anche dall’Indicatore dei Consumi Confcommercio che registra nel periodo gennaio-luglio 2007 una crescita dello 0,6% dei consumi in volume rispetto all’analogo periodo del 2006 (quando invece la crescita era dell’1,7% rispetto al 2005).

 

Clima di fiducia e visione del futuro

Si accentua nelle famiglie il clima di incertezza nei confronti del consumo e delle prospettive a breve:

-        le previsioni per l’immediato futuro sono di un moderato aumento delle spese per consumi e di una riduzione della capacità di risparmio;

-         peggiora il clima di fiducia tra gli intervistati con un consistente aumento dei pessimisti.

Nel secondo trimestre del 2007 si è registrata, dopo quattro trimestri, una riduzione del numero di persone che guardano con ottimismo al proprio futuro e a quello della famiglia e che credono nella possibilità di un miglioramento delle proprie condizioni economiche (tavola 7). Gli ottimisti sono attualmente quasi il 48% degli intervistati a fronte del 57% circa rilevato nel precedente trimestre. Per contro la quota degli intervistati che si dichiara pessimista sale ad oltre il 37% con una decisa riduzione della forbice.

Il quadro che ne emerge pur presentando elementi tra loro apparentemente in contraddizione, intenzioni di acquisto in aumento e percezione meno positiva del futuro, sintetizza la fase di stallo e di incertezza in cui versa l’economia italiana. Le famiglie sembrano aver percepito un’attenuazione della ripresa ed hanno difficoltà ad individuare la presenza di elementi in grado di migliorare nel breve-medio periodo la propria situazione (riduzione del prelievo fiscale, sistemazione organica della previdenza e del mercato del lavoro, ecc.).

L’analisi di medio termine dei dati dell’indagine Censis-Confcommercio evidenzia che la riduzione della fiducia nel futuro prossimo osservata nel secondo trimestre è di entità notevole: il saldo tra ottimisti e pessimisti ritorna sui livelli del terzo trimestre 2006 (10) mentre aveva raggiunto il massimo (30) nella prima parte dell’anno. Questo elemento getta qualche ombra sulla possibilità di effettiva ripresa della nostra economia.

Tali indicazioni trovano riscontro nei dati relativi all’andamento del Pil nel secondo trimestre. La variazione congiunturale dello 0,1%, la più contenuta dalla fine del 2005, ha portato il tasso di crescita sull’1,8% (2,8% nell’ultimo trimestre del 2006). Anche sul versante delle aspettative la percezione negativa delle famiglie trova riscontro nell’indagine dell’Isae che segnala ad agosto un ulteriore peggioramento del clima di fiducia, sceso ai minimi da aprile del 2006.

La fiducia spinge i consumi ma i consumi influenzano la stessa fiducia. In assenza di uno sviluppo adeguato dei livelli reali del consumo, frenato da una crescita del valore delle spese obbligate e da un aumento di pressione fiscale in presenza di redditi solo moderatamente crescenti, si potrebbe generare una pericolosa spirale negativa.

Va anche sottolineato come dalle varie indagini qualitative e quantitative - ICC, clima di fiducia Isae- non sembra confermata la tesi di quanti sostengono che la ripresa sia trainata dalla domanda relativa ai consumi. A tale proposito bisogna ricordare come gli istituti di ricerca pubblici e privati indichino per l’anno in corso un tasso di crescita dei consumi inferiore a quello del Pil: è peraltro vero e tautologico che data una incidenza dei consumi sul Pil pari a circa il 60% questi debbano svolgere un ruolo maggiore rispetto ad altre componenti nel sostenere la crescita. Questo non vuol dire che i consumi abbiano un profilo particolarmente dinamico. Come visto dall’indagine CENSIS- Confcommercio lo scenario degli acuisti e della fiducia è ancora ben lontano da un positivo e promettente consolidamento.



[1] A partire dal secondo trimestre del 2007 è stata modificata la metodologia per il calcolo dell’indice sintetico Censis-Confcommercio. I dati relativi ai trimestri precedenti, pubblicati in questa nota, sono coerenti con la nuova metodologia e differiscono pertanto da quanto diffuso in precedenza.

 

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