Padoan: "Def per crescita, useremo la flessibilità Ue"

Padoan: "Def per crescita, useremo la flessibilità Ue"

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2 aprile 2015

Sarà un Def improntato alla crescita quello che il governo si appresta a presentare la prossima settimana al Parlamento, concentrato sul lavoro e sugli investimenti e pronto a sfruttare il più possibile gli spazi di flessibilità offerti dalla nuova comunicazione della Commissione europea fino ad un massimo di 0,5% di Pil pari a 7-8 miliardi. Dopo una legge di stabilità già espansiva, il governo punta infatti ad utilizzare anche nei prossimi mesi e nel 2016 la leva del deficit per trovare risorse utili all'economia e per disinnescare le clausole di salvaguardia sull'Iva che peserebbero come un macigno sulla appena ritrovata fiducia di famiglie e imprese. La strategia è stata tratteggiata dal ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, in un'audizione sul piano Juncker colta come occasione per fare il punto sulla definizione del quadro macroeconomico. Di numeri il ministro non se neè lasciati scappare (in serata sono arrivati quelli positivi del fabbisogno, sceso di 8,8 miliardi di euro nei primi tre mesi del 2015 in scia al calo dei tassi sul debito pubblico), ma il Def, ha annunciato Padoan, sarà "il più espansivo possibile" e lo sarà "in modo selettivo", scegliendo le priorità su cui intervenire. I campi d' azione saranno due: il sostegno dell'occupazione e la spinta agli investimenti, soprattutto a livello locale. Un aiuto arriverà dal superamento del patto di stabilità interno a cui il governo sta lavorando, ha spiegato ancora il ministro, per liberare risorse che oggi, con un meccanismo mal pensato e mal utilizzato, vengono sprecate e impiegate male. Pur puntando sulla crescita, il governo non sforerà i parametri di bilancio, ha assicurato Padoan. Ancora una volta, il ministro si è premurato di garantire il pieno rispetto dei vincoli imposti al nostro Paese dal mercato, per il finanziamento del debito, e dalle istituzioni europee. Tuttavia, come già l'anno scorso in occasione della definizione della manovra 2015, l'esecutivo è anche deciso ad "avvalersi della nuova flessibilità Ue nel modo più efficiente possibile in una prospettiva di medio termine". Uscendo con ogni probabilità dalla recessione, l'Italia non potrà più ricorrere alle circostanze eccezionali legate all'andamento negativo del ciclo economico, ma la comunicazione di Bruxelles prevede comunque per i Paesi che mostrano di implementare le riforme strutturali alcuni spazi di movimento, determinati dai "costi a breve termine" legati all' attuazione delle novità normative. Il via libera alle riforme ancora in cantiere, dall'Italicum alla p.a., e l'attuazione di quelle già approvate risulta quindi determinante anche nelle trattative - continue - con l' Unione europea. Presentando un piano di investimenti, piccoli e grandi (nell' allegato Infrastrutture sarà presentata una lista di 49 opere prioritarie), l'Italia potrebbe inoltre sfruttare proprio la clausola per gli investimenti, inserita nelle comunicazione di gennaio. Non è escluso dunque che il pareggio strutturale, dopo il rinvio al 2017 deciso lo scorso autunno, possa subire un ulteriore slittamento, come conseguenza di un rientro più morbido del deficit strutturale.

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