Intervento di Paolo Uggè agli Stati Generali Confcommercio "Anzitutto l'Italia"

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25 ottobre 2011

La crisi economica degli ultimi anni ha determinato sul versante dei trasporti e della logistica effetti non trascurabili che hanno inciso sulle strutture del settore e sulla tenuta delle imprese:

  • la riduzione degli investimenti in infrastrutture non solo di grandi opere, quanto e soprattutto sulle opere minori, che hanno ulteriormente aggravato la accessibilità dei territori e la connessione delle reti;
  • gli impatti sui bilanci delle imprese, che hanno visto aumentare i costi unitari di produzione per effetto sia degli oneri finanziari che dell’aumento del costo dei carburanti.

Tutti i settori del trasporto e della logistica hanno accusato il colpo, compreso l’autotrasporto, che oggi movimenta il 90% delle merci a scala nazionale.

Alcune debolezze strutturali

Questi sono alcuni dati indicativi delle debolezze strutturali del sistema nazionale dei trasporti e della logistica, tratti dal Manifesto approvato dalla Commissione Infrastrutture Trasporti Logistica e Mobilità:

  • 40 MLD di euro è il costo annuo dell’inefficienza logistica in Italia
  • 18 MLD sono a carico del settore terziario
  • 10 MLD di euro è il costo annuo della congestione nelle aree urbane
  • la burocrazia frena la competitività internazionale: per la merce estera che arriva nei porti nazionali sono necessarie 73 operazioni doganali facenti capo a 16 uffici diversi.

Gli effetti della crisi

I traffici

Il settore dei trasporti e della logistica è intrinsecamente esposto agli shock nazionali ed internazionali.

“La crisi economica ha fatto perdere 6 anni di crescita del trasporto merci su strada” è il titolo della recente pubblicazione dell’Eurostat con la quale sono stati diffusi e commentati gli ultimi dati disponibili relativi al trasporto merci su gomma in Europa del secondo trimestre del 2010.

A livello complessivo, infatti, il trasporto di merci su gomma nel 2° trimestre del 2010, pur registrando un miglioramento rispetto al trimestre precedente, si è assestato sui valori registrati nel 2004.

Nel passaggio dal 2008 al 2009 i traffici internazionali in Italia hanno registrato una riduzione del 24%, cioè un mezzo ogni quattro della flotta è fermo in garage.

I dati di traffico della rete autostradale confermano lo scenario esposto:

  • nel 2008 il traffico dei mezzi pesanti è stato di circa 20,5 miliardi di veicoli-chilometro (chilometri percorsi dai veicoli pesanti sulla rete autostradale in Italia),
  • nel 2009 è sceso a 18,8 miliardi di veicoli-chilometro, con una riduzione dell’-8,3%.
  • nel 2010 il traffico è risalito a 19,5 miliardi di veicoli-chilometro restando, però, sempre inferiore ai livelli del 2008 (- 5%).

Anche nei trasporti marittimi la lancetta del tempo e della crescita è tornata indietro di 6 anni, con una quantità di merce complessivamente transitata nei porti italiani pari a quella del 2004.

I traffici di container nei principali porti italiani sono tornati ai valori del 2005 con circa 1 milione di container (TEU) perduti nel 2010 rispetto al 2007.

Il quadro che emerge dall’analisi dal trasporto ferroviario è, poi, ancora più fosco per le strutturali difficoltà del comparto frutto di rigidità organizzative e regolatorie.

Il traffico ferroviario di merci complessivo nel 2010 ha raggiunto 18.616 milioni di tonnellate per chilometro con una contrazione del 26% rispetto al 2007.

Per dare un’idea è come se su un treno merci di 12 carri 3 di questi fossero dovuti rimanere vuoti nei magazzini.

Nel solo traffico nazionale la situazione è ancora più grave: tornando al treno tipo con 12 carri, ben 4 ne sono andati persi tra il 2007 ed il 2010.

La doccia fredda non ha risparmiato neppure il trasporto aereo, dove l’attività cargo, sebbene in un trend recente di rapido sviluppo (+61% tra il 2002 ed il 2007 l’incremento delle merci trasportate), ha segnato una contrazione delle attività nel 2010 del 9% rispetto al 2007.

Contributo al Pil

Il contributo al Pil (Valore aggiunto ai prezzi del produttore) dei servizi di trasporto posto pari a 100 quello del 2007 si è assestato nel 2010 a 94,8 con una contrazione di oltre 5 punti percentuali.

Numero di imprese

Sul fronte della natalità/mortalità delle imprese occorre sottolineare che il settore trasporti e magazzinaggio ha complessivamente registrato dal 2008 al primo semestre del 2011 un saldo negativo tra nuove iscrizioni e cancellazioni di imprese nei registri delle Camere di Commercio, di circa -24.000 imprese.

Concentrandosi nel settore dell’autotrasporto in conto terzi, il numero delle imprese totali iscritte nel relativo albo nel 2010 è sceso a 156.770 con una riduzione rispetto al 2008 di oltre 16.000 unità, pari al 9,5%.

L'indagine sull'autotrasporto

I risultati di una specifica indagine condotta nel 2010 sulle imprese del settore, mettono in evidenza le principali dinamiche sperimentate dalle stesse.

Sotto il profilo tecnico-operativo, circa il 35% delle imprese ha dichiarato di aver visto contrarsi nell’ultimo triennio le percorrenze chilometriche. Tale decremento si è accompagnato altresì ad una minore presenza degli autotrasportatori nazionali sulle rotte internazionali e quindi ad una perdita di quote di mercato estero. Si rileva infatti che 1 azienda su 3 dichiara di aver ridotto le proprie percorrenze concernenti i servizi di trasporto in ambito comunitario.

Dal punto di vista organizzativo-funzionale, permane consistente il numero di imprese che assegnano alla “logistica” un importante ed essenziale ruolo di razionalizzazione dell’intero sistema di mobilità delle merci, ma per le difficoltà economiche sperimentate, si riduce la quota di aziende che ha investito (solo il 15%) o che intende investire in logistica (intorno al 10%).

In termini economico-finanziari, la situazione appare certamente non incoraggiante.

Più della metà delle imprese (oltre il 54%) dichiara di aver subito un sensibile abbassamento dei livelli di fatturato. Ciò significa quindi che la quota di imprese che hanno registrato una riduzione del proprio “giro di affari” si è quasi raddoppiata rispetto al 2008 allorché essa si cifrava nel 30%. Al contrario, si è più che dimezzato il numero di aziende che hanno registrato incrementi di fatturato: nel 2008 tali aziende rappresentavano il 28% mentre nel 2010 ne costituiscono una quota pari al 13,5%.

Occupazione

In base alle rivelazioni dell’ISTAT, il numero di unità di lavoro totali nel settore dei servizi di trasporto dal 2008 al 2010 si è ridotto del 4%, con una perdita complessiva in termini di unità di lavoro standard di 60.000

E’ evidente come in questo scenario globale non ci sono spazi per selettive politiche di trasporto, di aggiustamento o piccolo cabotaggio.

Politiche e prospettive

La Politica dei Trasporti con la P maiuscola, intesa come l’insieme degli interventi finalizzati ad accrescere l’accessibilità dei territori, e tramite di essa la competitività dei sistemi economici acquista maggiore importanza: è più propriamente Politica Economica a tutto tondo.

L’imperativo, dunque, di evitare disposizioni restrittive e recessive diventa ancora più forte.

Non è tempo di altri freni, non è tempo di altri pedaggi o “vignette”. Non è tempo di altri ecopass, non è tempo di altri divieti di circolazione, non è tempo di altri limiti alla concorrenza nelle ferrovie, nel trasporto pubblico locale o nella mobilità urbana.

Occorre, invece, spingere sull’acceleratore, per mettere il settore in condizione di svolgere al meglio la preziosa funzione di sostegno alla competitività del sistema Paese.

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