Per i preziosi continua il calo delle vendite

Per i preziosi continua il calo delle vendite

Secondo la rilevazione della Federazione Dettaglianti Orafi, nel terzo quadrimestre 2011 c'è stata una contrazione generalizzata, anche se c'è fiducia nella possibilità di trasformare la crisi in opportunità.

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1 marzo 2012


I risultati delle vendite di fine 2011 relativi al comparto orafo confermano le aspettative: secondo la rilevazione della Federazione Dettaglianti Orafi, per il 35% dei titolari di gioiellerie e oreficerie le vendite sono diminuite tra l'11% e il 20% rispetto al 2010, per ben il 20% la contrazione oscilla tra il 21 ed il 30%. Solo il 15% ha riportato un calo tra il 5 ed il 10%. Entrando nel dettaglio delle singole voci, continua il calo delle vendite dell'oreficeria a peso: se nel 2010 il 42% degli intervistati aveva denunciato un calo di vendite quantificabile tra il 21% e il 30%, ora il 43% continua ad accusare un calo di vendita in identica percentuale. Per quanto riguarda l'oreficeria fine non firmata, il 35% ha riscontrato una contrazione tra il 5% e il 20%, mentre nel 2010 solo il 16% denunciava un calo di pari entità. Rimane costante al 34% la percentuale di coloro che hanno dichiarato una contrazione nelle vendite tra il 21% e il 30%. Dopo il forte calo degli ultimi mesi, rimangono stanzialmente stabili le vendite di oreficeria firmata, come ha riscontrato il 40% degli operatori. Se per il 30% degli operatori le vendite di gioielleria unbranded sono stabili, oltre la metà (il 54%) ha rilevato un calo tra il 5% e il 30% rispetto al medesimo periodo 2010. Per la gioielleria firmata il 15% degli operatori riscontra una situazione di stabilità, circa il 30% evidenzia una diminuzione inferiore al 5%, mentre una percentuale significativa (oltre la metà) pone in rilievo una contrazione delle vendite in percentuale oscillante tra il 5 % ed il 20%. Se resta ancora negativo il trend per quanto riguarda l'argenteria per la casa - il 40% ha evidenziato una diminuzione di vendite tra il 21% e il 30% mentre il 37% dichiara una situazione di stabilità - i monili in argento sono in fase di ripresa, forse grazie al fattore prezzo o all'incidenza del fattore moda. Infatti, il 40% ha rilevato un incremento di vendite in percentuali variabili fino al 30% mentre il 25% non ha subito flessioni rispetto al 2010. Lo stesso vale per l'oggettistica in acciaio. Stabile per il 48% la domanda con cali nella media per la restante parte degli operatori coinvolti nell'indagine. L'orologeria di altissima gamma (con prezzi di acquisto oltre gli 8.000 euro) non ha avuto battute d'arresto, anzi: al di là di una domanda stabile per il 55% degli operatori, ha registrato, in alcuni casi, un sensibile aumento. Addirittura il 18% degli operatori ha segnalato un incremento tra l'11% e il 20%. Per gli orologi da polso di alta gamma (tra i 3.000 e gli 8.000 euro) il 42% degli operatori registra una battuta di arresto con un calo tra il 5% e il 30% mentre per circa la metà la richiesta è risultata invariata.Situazione pressoché analoga per il prodotto di fascia media (fra i 500 e i 3.000 euro): il 51% degli operatori ha evidenziato una domanda invariata mentre circa il 41% che ha subito un vistoso calo di richieste in percentuali oscillanti tra l'11% ed il 30%. Non naviga in acque migliori la fascia di prodotto cosiddetta di entry level, vale a dire di prezzo fino a 500 euro. Se il 42% degli operatori ha segnalato un calo fino al 30 % con un picco nella fascia tra il 5% ed il 10%, una buona percentuale non ha rilevato cali sostanziali. Lascia ben sperare il 12% che ha riscontrato un aumento di interesse in misura tra il 5% ed il 10%.

 

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