Per il turismo un 2002 all'insegna della stagnazione

Per il turismo un 2002 all'insegna della stagnazione

Secondo i dati diffusi da Confturismo nel corso della conferenza stampa inaugurale della Bit, nello scorso anno sono andati male alberghi, campeggi, stabilimenti balneari ed agenzie viaggi. In leggerissima salita i consumi di ristoranti e bar.

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14 febbraio 2003
COMUNICATO STAMPA

Per il turismo un 2002 all’insegna della stagnazione

 

L’anno da poco concluso non è certamente di quelli da ricordare per il turismo di casa nostra. La conferma viene dai dati diffusi da Confturismo nel corso della conferenza stampa inaugurale della Bit 2003. Basti leggere i risultati nei vari comparti: gli alberghi hanno registrato un –0,2% di pernottamenti ,con una flessione di oltre 500mila presenze; ristoranti e bar hanno fatto segnare soltanto un +0,5% nei consumi di pasti e bevande; nei campeggi c’è stato un 1,8% di arrivi (soprattutto stranieri); gli stabilimenti balneari hanno incassato un crollo di quasi il 50% delle presenze ed una perdita di fatturato di 450 milioni di euro; le agenzie di viaggi, oltre a perdere clienti, hanno registrato mancate assunzioni pari complessivamente al 4% medio rispetto al trend di crescita degli anni passati; i residence hanno chiuso l’anno con appena un +0,5% di pernottamenti.

Quanto alle entrate valutarie, da gennaio a novembre 2002 (fonte Ufficio Italiano Cambi) sono calate del 3%, per un minor introito di circa 1 miliardo di euro a fronte di una spesa per vacanze degli italiani all’estero aumentata del 10% (pari ad oltre 1,5 miliardi di euro) ed un saldo attivo diminuito di quasi il 19% per una flessione finale di quasi 2,5 miliardi di euro.

Anche sul fronte dei contratti di assunzione il turismo ha segnato quasi il passo. Da una elaborazione dei dati Inail, relativamente ai comparti alberghi e ristoranti, si desume che nel corso dell’anno, rispetto al 2001, le assunzioni totali (tra quelle a tempo indeterminato ed a tempo determinato) sono aumentate meno del 4%, in gran parte per gli stagionali.

Sempre nel 2002, le località marine, che da sole assorbono il 36% dei pernottamenti alberghieri, hanno segnato un 1,6% di presenze; le località d’arte - che assorbono il 30% dei pernottamenti alberghieri - hanno registrato un 2,6% di presenze; le località montane, che raccolgono il 16% dei pernottamenti alberghieri, hanno annotato un

1,3% di presenze. In controtendenza, dopo anni di calo, si sono mosse le località termali (+9% di presenze) che pesano sul totale quasi per l’8% dei pernottamenti alberghieri, le città d’affari (+8,2%) che pesano per il 3,5% e le località lacuali (+7,9%) che incidono per il 6%.

Per quanto concerne infine l’incoming, nonostante un parziale recupero di statunitensi (+1%) e giapponesi (+3%) nei pernottamenti alberghieri per il periodo giugno-dicembre 2002 rispetto allo stesso periodo del 2001, la quantità di questa clientela persa a tutt’oggi emerge chiaramente dal raffronto dei dati 2002 con quelli dello stesso periodo del 2000. Dall’analisi effettuata da Confturismo si evidenzia come realmente manchino ancora all’appello il 12,5% di statunitensi ed il 4,5% di giapponesi che rivolgono le loro preferenze essenzialmente sulle città d’arte, prediligendo alberghi a 4 e 5 stelle.

 

 

 

 

 

 

 

 

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