Piccoli e grandi alle prese con la crisi dei consumi

Piccoli e grandi alle prese con la crisi dei consumi

Indagine Confcommercio

"La rivoluzione commerciale" è continuata nel 1996 consolidando i due percorsi paralleli della diminuzione dei piccoli negozi e della crescita delle grandi superfici di vendita: un'indagine del Centro Studi Confcommercio rileva che nel solo 1996 gli esercizi commerciali soprattutto di piccole dimensioni (fino a 399 mq. di superficie) sono diminuiti di circa 67mila unità, la flessione più pesante per un settore che negli ultimi sei anni ha registrato la chiusura di circa 255mila punti di vendita.

Sul versante della grande distribuzione, invece, continua lo sviluppo delle superfici di vendita superiori ai 400 mq.:

  • i supermercati hanno raggiunto quota 5.027 (+8,8% rispetto al '95 );
  • gli ipermercati sono diventati 230 rispetto ai 225 del 1995 e ai 210 del 1994;

I grandi magazzini hanno sfondato il livello "900" con un consistente aumento, rispetto agli 841 del '95, dovuto soprattutto ai punti vendita specializzati (bricolage, giocattoli, hi-fi, pc).
In sostanza, si accentua la dinamica di contrazione del commercio "tradizionale", mentre prosegue la tendenza allo sviluppo della grande distribuzione, anche se a ritmi rallentati rispetto agli anni precedenti.

Gli effetti sul fatturato '96

L'espansione delle grandi superfici di vendita si è tradotta, in termini di fatturato, nel 1996, in un incremento delle vendite alimentari in quantità del 3,7% e dell'1,5% per il comparto non alimentare.

Per le imprese di piccola dimensione (da 1 a 5 addetti) le vendite alimentari in quantità sono cresciute nel '96 del 3%, mentre il settore non food ha registrato una contrazione dell'1,5%.
Ma l'andamento delle vendite commerciali nel '96 deve essere valutato tenendo conto che tuttora le piccole superfici (con 1-5 addetti) rappresentano il 74% del fatturato globale del sistema distributivo: la conclusione è che il bilancio '96 appare assai modesto con un aumento delle vendite in quantità di appena mezzo punto percentuale.

Il trend '97

Nella prima metà dell'anno il sistema commerciale ha mostrato segnali di vitalità anche se fortemente contrastati dal persistente fermo del mercato interno: l'indice del malessere registra ancora un "sovraccarico" di fattori negativi, congiunturali e strutturali.

Nei primi 6 mesi del '97 il movimento delle imprese commerciali registra ancora un forte saldo negativo con circa 58mila cancellazioni contro 45mila iscrizioni, concentrate soprattutto nel commercio al dettaglio.

La crisi del commercio, dunque, continua con gravi tensioni sociali, sfilacciamento del tessuto delle piccole e piccolissime imprese, con precarietà ed insicurezza dei posti di lavoro autonomo e dipendente.

È la inevitabile conseguenza di una domanda di consumo che nei primi quattro mesi del '97 ha registrato una flessione del fatturato reale (al netto della variazione dei prezzi) di circa lo 0,5% rispetto all'analogo quadrimestre '96: la flessione interessa essenzialmente le piccole imprese (-0,9%), mentre le grandi imprese (20 addetti ed oltre) hanno marcato un moderato aumento dello 0,8%.

"Dall'indagine - conclude il Centro Studi di Confcommercio - appare una fotografia del sistema commerciale fortemente contrastata, effetto delle differenti dinamiche degli apparati produttivi territoriali e dei diversi stadi di sviluppo delle grandi aree economiche del paese.
Ma soprattutto appare con evidenza che tutto il sistema delle imprese e delle famiglie rallenta e rinvia le decisioni di investimento e di spesa in attesa di più consistenti segnali di svolta e di cambiamento
".

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