Piccolo arretramento per i consumi, famiglie ancora caute

Piccolo arretramento per i consumi, famiglie ancora caute

A febbraio l'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è sceso dello 0,5 per cento rispetto al mese precedente (+1,4 per cento in termini tendenziali). Buona tenuta per auto, tlc e servizi ricreativi, confermata la difficoltà per l'abbigliamento.

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7 aprile 2010
A febbraio l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è salito dell’1,4% in termini tendenziali e ha subito una flessione de

A febbraio l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è salito dell’1,4% in termini tendenziali e ha subito una flessione dello 0,5% rispetto a gennaio 2010. Il miglioramento su base annua è trainato soprattutto dal settore della mobilità (senza la componente autovetture si registrerebbe, infatti, una flessione dello 0,4%) e dal confronto con un periodo particolarmente negativo della domanda. La riduzione in termini congiunturali, la seconda consecutiva, sembra invece indicare come le famiglie, dopo il tentativo di recupero della seconda parte del 2009, abbiano difficoltà a generare una domanda capace di garantire il ritorno sui livelli di consumo pre-crisi.

L’incremento rispetto all’analogo mese dello scorso anno riflette un aumento dei volumi acquistati dalle famiglie sia per i beni (+1,3%) che per i servizi (+1,6%). I prezzi dei beni e servizi che compongono l’ICC sono saliti dello 0,6%, un dato che dipende dall’aumento dei prezzi dei servizi insieme ad un moderato incremento dei beni, fra i quali risultano in decisa crescita i carburanti .

La domanda per beni e servizi ricreativi ha registrato, un aumento dell’1,1%. Variazioni positive si continuano a registrare, all’interno di quest’aggregato, per i concorsi a pronostico e per i prodotti audiovisivi.

La domanda per i servizi di ristorazione e d’alloggio ha evidenziato una flessione dello 0,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, nonostante il moderato miglioramento registrato sul versante del turismo invernale.

In linea con quanto si registra ormai da mesi anche a febbraio 2010 la componente più dinamica della domanda delle famiglie è stata quella dei beni e servizi per la mobilità, con un incremento rispetto allo stesso mese dello scorso anno del 14,3%. Continua a crescere la domanda per autovetture da parte di persone fisiche (anche se le prospettive a breve appaiono molto negative) e c’è un progressivo recupero della spesa per i trasporti aerei.

Il dato di febbraio evidenzia un miglioramento della domanda di beni e servizi per le comunicazioni e per l’ICT domestico (+1,2% tendenziale), cui ha contribuito essenzialmente il moderato recupero dei volumi della componente relativa ai servizi, mentre per i beni si è registrata una stazionarietà negli acquisti.

La domanda per beni e servizi per la cura della persona ha mostrato una crescita dello 0,7% rispetto all’analogo mese del 2009, dinamica determinata in larga parte dall’andamento registrato dai prodotti farmaceutici e terapeutici.

Gli articoli di abbigliamento e calzature hanno mostrato una riduzione dei volumi acquistati dalle famiglie dell’1,5%. Questo dato associato alla flessione dell’1,3% di gennaio conferma le difficoltà del settore di recuperare livelli di domanda anche nel periodo dei saldi. Va sottolineato, inoltre, come i dati definitivi delle vendite pubblicati dall’Istat abbiano rivisto in negativo il dato di dicembre che secondo le prime stime aveva indicato un modesto recupero della domanda.

La domanda di beni e servizi per la casa è risultata in linea con i volumi dello scorso anno. All’interno di questo aggregato permane una dinamica positiva solo per gli acquisti di elettrodomestici e TV, sia pure con valori più contenuti rispetto alla parte finale del 2009.

Infine, per quanto concerne i consumi delle famiglie per i prodotti alimentari, le bevande e i tabacchi, la stima per febbraio segnala una contrazione dello 2,5% dei volumi acquistati.

L’incremento dell’ICC a livello congiunturale, invece, è sintesi di una diminuzione sia per la componente relativa ai servizi che per i beni. Va sottolineato, comunque, che la diminuzione dell’ultimo mese dipende essenzialmente dal calo della domanda per i beni e servizi per le comunicazioni, in deciso recupero nei mesi precedenti, e per l’abbigliamento e le calzature. Relativamente alle altre voci l’alternanza nei mesi di valori positivi e negativi conferma quanto già emerso nei mesi precedenti: le famiglie in un contesto in cui il recupero dei livelli reddituali appare modesto tendono a spostare le risorse disponibili da un segmento all’altro, situazione che non favorisce l’avvio di una fase di sviluppo robusta e consolidata.

 

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