Per l'Azienda Italia terzo trimestre in netto recupero

Per l'Azienda Italia terzo trimestre in netto recupero

Tra luglio e settembre il Pil è cresciuto del 16,1% rispetto ai tre mesi precedenti. La variazione acquisita per il 2020 diventa così pari a -8,2%. 

Confcommercio: “impennata sopra le attese, ma restano prospettive di bassa crescita”

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30 ottobre 2020

Il prodotto interno lordo italiano ha registrato una crescita del 16,1% nel terzo trimestre 2020 rispetto ai tre mesi precedenti. Lo comunica l'Istat, sottolineando che, a causa delle flessioni dei precedenti due trimestri dell'anno, nel confronto con il terzo trimestre del 2019 la variazione resta invece negativa: -4,7%. Il netto recupero del terzo trimestre, sottolinea ancora l'Istituto di statistica, riporta il volume del Pil ai livelli registrati nella prima metà del 2015. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -8,2%.

La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell'industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, contributo positivo viene sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia da quella estera netta. Il terzo trimestre del 2020 ha avuto quattro giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata in più rispetto al terzo trimestre del 2019.

 

Confcommercio: “impennata sopra le attese, ma restano prospettive di bassa crescita”

“L’estate è andata meglio delle attese e la tenacia degli imprenditori e la voglia di resistere alla pandemia da parte delle famiglie hanno favorito un balzo del Pil superiore alle nostre previsioni (+10,6%) e in linea con le altre principali economie europee”. Così commenta i dati Istat l’Ufficio Studi di Confcommercio, che però sottolinea poi come, a questo punto, “i problemi riguardano la fine dell’anno e il profilo di crescita del 2021”, visto che “nelle prime due settimane di ottobre, a prescindere quindi dai nuovi provvedimenti restrittivi, gli indicatori in alta frequenza mostrano già un profilo flettente che tradisce la bassa crescita strutturale del Paese, dopo le eccezionali oscillazioni registrate nel secondo e nel terzo trimestre dell’anno”.

Di conseguenza, l’Ufficio Studi ha proceduto a una revisione della stima per l’ultimo quarto dell’anno, che passa da una moderata crescita a una riduzione prossima al 4% su base congiunturale. Nell’intero 2020 si calcolano 115 miliardi di euro di consumi in meno, mentre il Pil è visto in discesa del 9,1%.

Guardando infine al prossimo anno, l’Ufficio Studi conclude sottolineando che “con l’attuale profilo di Pil e consumi, l’entrata nel 2021 appare problematica, perché il 2020 porterebbe in dote un trascinamento limitato a meno di un punto percentuale, con alcuni settori dei servizi di mercato, in particolare la filiera del turismo, ancora in gravissimo affanno”, con il rischio – senza “significative riforme socio-economiche” - di “ritrovarsi a fine 2021 ancora ben lontani dai già depressi livelli di benessere economico del 2019, quando non si erano ancora recuperate le perdite patite nel precedente decennio”.

 

Nell'Eurozona, il Pil "rimbalza" a +12,7%


Forte rimbalzo del Pil dell'area euro nel terzo trimestre, un +12,7% rispetto ai tre mesi precedenti, secondo la stima preliminare di Eurostat, che segue i crolli del primo (-3,7%) e del secondo trimestre (-11,8%) causati dalla crisi pandemica e dai primi lockdown decisi per limitare i contagi di Covid. La dinamica su base annua è rimasta negativa con un -4,3%, dopo il meno 14,8% che era stato registrato nel secondo trimestre. Secondo la tabella di Eurostat, il rimbalzo più forte è stato il più 18,2% della Francia rispetto ai tre mesi precedenti, seguita da Spagna (+16,7%) e Italia (+16,1%)

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