Prosegue e si aggrava la contesa su Huawei come strumento di spionaggio internazionale

Prosegue e si aggrava la contesa su Huawei come strumento di spionaggio internazionale

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25 gennaio 2019

Nel gran silenzio dei media italiani, che incredibilmente continuano a sottovalutare la vicenda, aumenta l'attenzione dei media internazionali sul caso Huawei, il gigante cinese di telefonia e tlc accusato a chiare lettere dalla Casa Bianca di essere un megastrumento di spionaggio a favore di Pechino. Ieri a Davos Liang Hua, presidente di Huawei, ha replicato agli Usa: "Devono portare le prove". Ma le voci Usa sentite dal Wall Street Journal in un lungo approfondimento restano scettiche, e sottolineano che Huawei è obbligata a sottostare alle direttive del partito comunista cinese, e che dunque la sua struttura e i suoi apparecchi restano un potenziale pericolo. O almeno che è possibile che il governo chieda (e ottenga) informazioni sensibili dall'azienda. Ora anche il quadro internazionale si fa pesante per Huawei: la figlia del fondatore arrestata in Canada, un altro dipendente detenuto in Polonia, e diversi paesi europei che intendono tenere il gigante cinese fuori dei loro network 5G di nuova generazione.

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