"Pizzo", Confcommercio Palermo fuori dal processo
"Pizzo", Confcommercio Palermo fuori dal processo
Il Gup del tribunale del capoluogo siciliano ha detto no alla costituzione di parte civile. Di Dio: “puri aspetti tecnici, siamo sempre al fianco di chi decide di seguire il percorso della giustizia”.
Comune di Palermo, Confcommercio, Centro studi Pio La Torre e Associazione “Antonino Caponnetto” sono stati esclusi dalla costituzione di parte civile nel procedimento contro 31 commercianti di Brancaccio che hanno negato di avere pagato il pizzo. Lo ha deciso il Gup del tribunale del capoluogo siciliano, Stefania Brambille, per la tardività della richiesta.
“Dispiace che non sia stata ritenuta ammissibile la nostra richiesta, si tratta di puri aspetti tecnici che non modificano in alcun modo la nostra posizione di ferma condanna contro i fenomeni criminali dell'estorsione e dell'usura e di ferma condanna nei confronti della mafia. Ma anche di condanna verso chi non denuncia nemmeno dinanzi all'evidenza": questo il commento di Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e vicepresidente nazionale con delega alla Legalità.
"La nostra volontà era quella di costituirci perché questa è una storia molto brutta: il comportamento di questi commercianti perpetua un sistema che danneggia l'economia sana della città che negli ultimi anni ha imparato a sviluppare gli anticorpi e l'impermeabilità alle richieste di pizzo. Anche chi non denuncia – ha aggiunto Di Dio - danneggia l'economia sana e contribuisce alla sovraesposizione delle vittime che hanno scelto di denunciare. Ribadiamo il nostro invito a denunciare sempre i fenomeni di taglieggiamento, Confcommercio sarà sempre al fianco di coloro che decidono di seguire il percorso della giustizia, non solo virtuoso ma anche doveroso, mettendo a disposizione gli sportelli antiracket e antiusura che servono a supportare le vittime sotto tutti gli aspetti che riguardano l'accompagnamento alla denuncia".