Pmi: cambia il fondo di garanzia, arriva il modello con "rating" interno

Pmi: cambia il fondo di garanzia, arriva il modello con "rating" interno

Il sottosegretario Gentile: "Il perno attorno al quale ruota la riforma del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese è rappresentato dall'introduzione di un modello di rating interno del Fondo ai fini della valutazione del merito creditizio delle imprese, che sostituirà l'attuale sistema di valutazione economico-finanziaria basato sull'utilizzo del credit scoring".

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13 aprile 2016

"Il perno attorno al quale ruota" la riforma del Fondo di garanzia per le Piccole e medie imprese "è rappresentato dall' introduzione di un modello di rating interno del Fondo ai fini della valutazione del merito creditizio delle imprese, che sostituirà l' attuale sistema di valutazione economico-finanziaria basato sull' utilizzo del credit scoring".
Lo ha detto, in commissione Attività produttive alla Camera, il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile, rispondendo a un' interrogazione Pd sul Fondo per le Pmi. "L' adozione del modello di rating - ha spiegato - consentirà una stima accurata della rischiosità delle imprese. La conoscenza della rischiosità dell' imprenditore permetterà al ministero dello Sviluppo economico di rendere più selettivi, mirati ed efficaci gli interventi del Fondo, attraverso un' articolazione delle coperture che preveda misure via via crescenti all' aumentare della rischiosità dell' impresa". "Ciò consente - ha proseguito - una maggiore focalizzazione del sostegno pubblico in favore delle imprese rischiose che presentano un reale bisogno di sostegno da parte dello Stato". Al contempo, "la conoscenza del grado di rischio delle imprese, consentirà al Gestore del Fondo di effettuare accantonamenti prudenziali a fronte delle garanzie rilasciate calibrati in funzione dei rischi effettivamente assunti dal Fondo". "Gli altri obiettivi della riforma - strettamente connessi, come detto, al passaggio dall' attuale sistema di valutazione al modello di rating del Fondo - sono: la creazione di più ampi margini per interventi di altre amministrazioni e altre istituzioni di sviluppo con lo scopo di finanziare operazioni realmente addizionali; riorientamento del Fondo verso le operazioni finanziarie a medio-lungo termine e gli investimenti; rendere ' neutro' l' intervento del Fondo rispetto alla tipologia di soggetto richiedente (banca o confidi) e riequilibrando, dunque, il trattamento tra ' garanzia diretta' e ' controgaranzia' che, durante la crisi, sotto la morsa del credit crunch, si era effettivamente perso". Il processo di riforma del Fondo "è in fase avanzata". In questi giorni, ha precisato Gentile, "si stanno chiudendo i test del modello, condotti al fine di confrontare, su medesimi gruppi di imprese, il comportamento del modello di rating del Fondo con quello dei modelli di rating interni di un gruppo di banche che si sono offerte di collaborare". "Chiusi i test, saranno adottati i provvedimenti amministrativi necessari all' introduzione del nuovo modello di valutazione. Per ciò che attiene, invece, il contratto di riassicurazione recentemente sottoscritto dal Fondo con il Fei, esso è finalizzato a trasferire al Fei una quota (50%) del rischio assunto dal Fondo sul portafoglio di controgaranzie concesse nel corso del 2016". "È importante precisare che la riassicurazione del Fei è prestata dal Fondo a titolo gratuito. Il governo assicura - ha concluso - la propria disponibilità a fornire al Parlamento ulteriori elementi che dovessero essere utili al riguardo".

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