Prampolini: "smart working fuori dall'emergenza, servono semplificazoni e aiuti"

Prampolini: "smart working fuori dall'emergenza, servono semplificazoni e aiuti"

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3 maggio 2020

“Le regole per attuare lo smart working esistono già ma per una reale applicazione fuori dal periodo dell'emergenza serve l'introduzione di semplificazioni come quelle attuali, che consentono l'attivazione con una sola dichiarazione, e aiuti alle imprese per favorire gli investimenti necessari”. Ad affermarlo è la vicepresidente di Confcommergio, Donatella Prampolini, che segue per la Confederazione i temi del lavoro.

"Noi ci rendiamo conto che lo smart working è stata una scelta obbligata per molte aziende, soprattutto per quelle che fanno i servizi - afferma Prampolini - e rimarrà in uso anche per la fase due visto che i protocolli di sicurezza lo prevedono. Non abbiamo una chiusura a priori. Ma bisogna partire da alcuni presupposti. Lo smart working è già normato nel Jobs Act, non bisogna ripartire da capo. E poi va tenuto conto chesta funzionando perché la semplificazione delle normative ha reso tutto più semplice per le imprese. Basta una semplice dichiarazione. Mentre fuori dal periodo di emergenza rischiamo di essere sommersi dalla burocrazia".

Per questo, secondo la vicepresidente di Confcommercio, "dobbiamo lavorare sulla semplificazione, affinando le regole che esistono già, e sui contributi alle imprese per consentire di allestire le zone di lavoro per i dipendenti. Va tenuto conto che le società vengono fuori da due periodi di grande difficoltà e non hanno facilità nel fare nuovi investimenti". "Se il sindacato è d'accordo a lavorare su queste basi – conclude Prampolini - possiamo parlarne anche fuori dall'emergenza".

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