Presentazione del portale Novocom

Presentazione del portale Novocom

Roma, 10 gennaio 2001 (testo integrale)

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10 gennaio 2001

Prima di tutto vorrei ringraziare tutti gli intervenuti alla presentazione del Portale e-commerce di Confcommercio: Novocom.

Vorrei ringraziarvi perché avete mostrato, con la vostra partecipazione, almeno della curiosità se non dell’interesse. Spero che al termine della presentazione questo interesse possa trasformarsi in un inizio di fiducia per il progetto Novocom, fiducia che sarà nostro compito riuscire ad incrementare.

L’ennesima iniziativa di commercio elettronico, si dirà! Ma quella di Novocom ha una serie di caratteristiche peculiari che credo non potranno che sollevare l’attenzione tanto degli addetti ai lavori che del grande pubblico.

Vediamo quali.

In primo luogo si tratta di un’iniziativa fortemente voluta da Confcommercio e questa circostanza già dovrebbe sollevare l’interesse a chiedersi il perché la maggiore organizzazione italiana di rappresentanza del mondo commerciale abbia investito così pesantemente, in termini tecnici, organizzativi, finanziari e di immagine, in questa iniziativa.

Il motivo è presto detto. Siamo convinti, e lo andiamo ripetendo da anni, che le aziende commerciali debbano cogliere tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, in direzione di una reale innovazione nei rapporti con i consumatori. E le opportunità di sviluppo attraverso le nuove tecnologie devono essere messe a disposizione di tutte le categorie di imprese, anche quelle di piccola e media dimensione, il che rappresenta certamente una sfida che abbiamo voluto cogliere e che intendiamo vincere anche attraverso il progetto Novocom.

La sfida vera, ribadisco, non è rappresentata dalla creazione dell’ennesimo portale di commercio elettronico ma dall’estensione anche alle PMI commerciali delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

Si tratta di un obiettivo il cui raggiungimento implica una pluralità di aspetti, tecnici, economici ed anche culturali. Infatti è necessario far crescere la consapevolezza e la conoscenza delle PMI rispetto a tali nuovi strumenti, è indispensabile assisterle nell’approccio alle nuove tecnologie, è fondamentale creare fiducia nelle imprese e nei consumatori e quindi, a ben vedere, si tratta di una sfida che implica un coinvolgimento dell’intera organizzazione di Confcommercio, nelle diverse ramificazioni territoriali e settoriali. Ecco perché si tratta di un progetto “di Sistema” promosso da Confcommercio. Se avessimo puntato ad un servizio di nicchia certamente ci saremmo creati molti meno problemi ma non avremmo rispettato quello che è il nostro fine istituzionale, rappresentato dalla crescita delle imprese del terziario nel loro complesso.

Non vorrei apparire enfatico dando l’impressione di essere uno dei tanti propugnatori del nuovo verbo rappresentato dal commercio elettronico.

Esso certamente non è la panacea i tutti mali dell’impresa commerciale minore. Il punto è che l’e-commerce incorpora al suo interno una serie di aspetti tipici dell’evoluzione tecnico-economica in atto a livello non solamente italiano, aspetti che riteniamo debbano essere colti anche dall’impresa commerciale e di minore dimensione.

In primo luogo, la modificazione del rapporto di servizio con il consumatore. Le nuove tecnologie, infatti, non consentono solamente l’estensione dell’offerta sul piano temporale (il negozio è aperto, come si dice in gergo, H24, 365 gg. l’anno) e spaziale (si offre anche a clienti non strettamente nelle vicinanze del punto di vendita).

Cambia anche il modo di servire i clienti, di monitorarne i bisogni, di instaurare un nuovo tipo di rapporto, utilizzando, ad esempio, programmi di fidelizzazione e nuovi strumenti di pagamento.

In secondo luogo, l’estensione dei processi di collaborazione orizzontale e verticale tra imprese. Infatti attraverso le nuove tecnologie è possibile la creazione di network con i fornitori e tra imprese commerciali.

Si tratta di strumenti, da tempo in uso presso le grandi imprese, che consentono il recupero di efficienza ed un miglior servizio al cliente. Per questo motivo in Novocom è presente non solamente una componente business-to-consumer ma anche una di tipo B2B.

In terzo luogo, l’impiego degli strumenti ICT, per quanto semplificati ed adattati alla realtà delle imprese minori, apre la strada ad una evoluzione nei rapporti con le amministrazioni, con i fornitori di servizi (si pensi al sistema bancario od agli operatori logistici) e con le nostre stesse componenti organizzative.

Ciò che è visibile nelle vetrine e nei servizi di Novocom è, di conseguenza, appena la punta dell’iceberg di un sistema di servizi al commerciante ed ai consumatori che stiamo attivando nell’ambito dello sviluppo del progetto.

Attraverso Novocom Confcommercio ha voluto anche puntare su quella forma di commercio elettronico che vede la compresenza di attività “fisica” e virtuale.

I negozi del Portale Novocom sono “fisicamente” presenti nel mondo reale, rappresentato dalle nostre città e dai nostri paesi, ma essi hanno operato una scelta in più: quella di essere attori multicanale, posizionando la loro offerta anche nel mercato virtuale.

Senza entrare nel merito delle disquisizioni di marketing, stante anche una certa penuria di dati sul commercio elettronico, che non voglio dire siano scarsamente affidabili, ma che spesso sono rilevati con metodologie disomogenee, uno dei fenomeni che pare più evidente nell’ultimo periodo dell’e-commerce, è proprio quello della crescita degli operatori multicanale (reale+virtuale), rispetto ai cosiddetti “pure player” (solo virtuali).

Novocom si colloca esattamente lungo questa linea di tendenza prendendo spunto dalle caratteristiche del consumatore italiano, dalla sua cultura di consumo, della particolarità del contesto territoriale ed urbano che favorisce questo connubio tra presenza “fisica” e virtuale.

Il vantaggio per il consumatore di avere un riferimento fisico appare evidente, almeno perché alle spalle esiste un’organizzazione aziendale che non crea ex-novo il proprio ciclo di approvvigionamento o di gestione delle scorte ma che inserisce una nuova modalità di ordine e consegna.

Anche rispetto al discusso problema del ritardo con il quale vengono consegnate, nel nostro paese, le merci ordinate per via elettronica – recenti statistiche ci assegnano una tra le peggiori posizioni in Europa - c’è da chiedersi quale sia la componente di tale ritardo derivante dal servizio di trasporto al consumatore e cosa, viceversa, derivi da inefficienza o da indisponibilità dei prodotti presso il merchant che ha accettato l’ordine elettronico.

Massima attenzione, quindi, per il consumatore. Per questo motivo non ci limiteremo ad un puro e semplice servizio di ospitalità di negozi elettronici e tenderemo ad esaminare la correttezza dei comportamenti commerciali. Anche se la responsabilità ultima dei rapporti contrattuali con il consumatore è del singolo merchant, non potremo, infatti, ammettere comportamenti che finirebbero per dequalificare il portale nel suo complesso.

Stiamo adottando diverse misure in proposito, da quelle in fase di sottoscrizione del contratto di adesione del merchant all’applicazione di codici di condotta. Per inciso, stiamo anche collaborando con l’iniziativa di Eurocommerce, l’associazione europea delle organizzazioni equivalenti a Confcommercio, che sta definendo procedure riguardanti la certificazione dei comportamenti commerciali tenuti dai merchant elettronici.

Ovvia ed auspicabile, in questo senso, anche la collaborazione con le Associazioni dei consumatori.

Credo, a questo punto, di aver sufficientemente affrontato il tema del perché un’organizzazione come la Confcommercio si sia impegnata nella realizzazione di un’iniziativa come quella di Novocom.

Siamo pronti, ovviamente, a rispondere ad ulteriori domande ma lascerei, per il momento, la parola ai tecnici, materiali progettisti ed edificatori dell’architettura che abbiamo voluto venisse realizzata attraverso Novocom.

Infine una notazione sul nome: Novocom. Mi sono chiesto il perché di tale nome, che ha un che di tecnologico derivante forse dal suffisso “com” il quale richiama le arcinote “dot com” e che inevitabilmente mette in qualche disagio gli appartenenti alla mia generazione, anche se, come il sottoscritto, possono essere considerati come sinceri sostenitori delle nuove tecnologie e dell’innovazione.

Poi mi ha sollevato il notare la presenza del prefisso “Novo” che, altrettanto inevitabilmente, richiama reminiscenze letterarie classiche e mi sono sentito in territori più familiari.

Non conosco le motivazioni che hanno guidato gli esperti di marketing a decidere per il nome “Novocom”, ma mi piace pensarlo come un connubio di classico e moderno, qualche cosa che riesce a fondere la nostra grande tradizione culturale con la tecnologia, proprio come se fosse la sintesi dei valori positivi del nostro commercio “tradizionale” con quelli portati dall’innovazione.

E forse proprio questo vuole essere Novocom.

Grazie!

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