PRESENTAZIONE DELL'ECO-BILANCIO '99

PRESENTAZIONE DELL'ECO-BILANCIO '99

ROMA, 2 FEBBRAIO 2000 (testo integrale)

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2 febbraio 2000

 

            Valutiamo positivamente le linee di programma e il grosso impegno del Ministero nel tracciare il percorso di uno sviluppo di politiche ambientali innovative, necessarie chiavi di lettura di questo annuale Rapporto.

 

La politica dell'ambiente, che fino ad oggi è servita soprattutto a garantire certe rendite dello Stato o a risolvere i problemi di alcuni settori produttivi, va ripensata per essere finalmente messa a servizio del cittadino.

 

            Come Confcommercio abbiamo sempre dimostrato sensibilità e attenzione verso le tematiche ambientali, con la precisa convinzione di voler contribuire al miglioramento dell'ambiente in ogni suo aspetto.

 

            Ne è testimonianza la nostra attiva partecipazione al Conai, con centinaia di migliaia di imprese commerciali aderenti al Consorzio e che, in larga parte, hanno delegato Confcommercio a rappresentarle.

 

            Non possiamo però nasconderci che permangono irrisolte alcune questioni nodali, che creano difficoltà gestionali allo sviluppo delle pmi.

 

            Nel Rapporto si sottolinea come sia stato recuperato il ritardo nel recepimento delle direttive europee. E’ vero ed è un risultato condiviso.

 

            Ma è altrettanto vero, come è stato riconosciuto dallo stesso Ministro in occasione della "Vertenza Ambiente" aperta assieme ad altre Organizzazioni nell'ottobre scorso, che proprio la trasposizione di un elevato numero di normative europee nel nostro ordinamento, non ha consentito di valutare appieno le ricadute sulle imprese.

 

            Ciò ha comportato un notevole aumento dei costi per gli adempimenti ambientali (le percentuali vanno ormai dal 5 al 20 per cento dei bilanci delle imprese) senza che a fronte di ciò vi sia stata la previsione di incentivi per la realizzazione di interventi che richiedono alle imprese investimenti non indifferenti di adeguamento alle nuove e più rigorose normative.

 

            Proprio sulle questioni relative al rapporto tra politiche ambientali e piccole e medie imprese, fu deciso allora di costituire dei gruppi di lavoro sulle semplificazioni burocratiche e le possibili misure incentivanti.

 

            Dopo un avvio promettente delle consultazioni, abbiamo ora la sensazione di essere ancora ai primi passi di un percorso lungo ed accidentato.

 

            Infatti, a ridosso di importanti decisioni parlamentari, non si hanno indicazioni sul merito dei provvedimenti progettati e sugli interventi effettuati dal Ministero nei confronti del legislatore, in particolare con riguardo alle problematiche sugli imballaggi e sulle semplificazioni amministrative.

 

            Un buon banco di prova potrebbe essere rappresentato da un recente decreto legge (n. 500/99) che autorizza la spesa di 300 miliardi finalizzati ad interventi di rilievo ambientale.

 

            Poiché la individuazione dei criteri e modalità per l'utilizzo di tali risorse è demandata ad un successivo decreto ministeriale, ci sembra questa una occasione di concertazione per dare concreta operatività alle intenzioni a suo tempo dichiarate.

 

            E in questa occasione vogliamo porre l'accento anche sull'importanza di ripensare la politica dell'ambiente ponendo in primo piano la politica energetica che dovrà essere finalmente rivolta a sostegno dell'utenza. Quando oggi il ministro dell'Industria ci dice che il prezzo del gas in Italia e del 12,5% superiore alla media europea ci aumenta la convinzione che ciò dipende anche dal fatto che fino ad oggi non si è proceduti seriamente per liberalizzare un settore così vitale per la costruzione di una diversa politica energetica.

 

            Le mie ultime considerazioni vanno, infine, alle politiche avviate per gli interventi sulla mobilità sostenibile nelle città, su cui si sofferma un apposito capitolo del Rapporto.

 

            Si è progettato e costruito per decenni nelle nostre città seguendo la logica dell'emergenza, senza veri interventi infrastrutturali e servizi per l'utenza, come parcheggi, reti di trasporto metropolitane, elementi indispensabili per una città che voglia avere aria pulita, ma anche commercio, mercato e turismo, che voglia, cioè “vivere” lo sviluppo, che non voglia congelare l’esistente ma partecipare alle scelte di un progresso economico e sociale, che voglia aprirsi al confronto con le nuove culture della moderna organizzazione sociale.

 

            L'obiettivo deve essere quello di realizzare un modello urbano che rispetti certamente i problemi ambientali, tenendo conto, al tempo stesso, delle esigenze di una società in rapida trasformazione e nella quale anche il fattore economico e l’uso del tempo avranno sempre più valore.

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