Presentazione Premio Libero Grassi 2009

Presentazione Premio Libero Grassi 2009

Roma, 10 dicembre 2008

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10 dicembre 2008
ASSEMBLEA NAZIONALE

 

Presentazione

Premio Libero Grassi 2009

 

 

Roma, 10 dicembre 2008

 

Autorità, Signore e Signori, sono lieto di partecipare oggi alla presentazione della Quinta Edizione del Premio intitolato alla memoria di Libero Grassi e rivolto a tutti i giovani delle scuole italiane. E’ un progetto che ci sta molto a cuore e in cui Confcommercio crede molto.

 

Perché sicurezza e legalità sono prerequisiti di una democrazia compiuta, di una democrazia moderna, e se mancano non ci può essere né crescita duratura, né tanto meno  sviluppo.

 

Perché il futuro e la prosperità del Paese dipendono innanzitutto dal grado di attenzione per gli Individui e le Istituzioni, dal livello di rispetto per le regole e le leggi, dal bagaglio di valori morali e civili che riusciremo a trasmettere alle nuove generazioni.

 

Ecco, dunque, che la storia di Libero Grassi è diventata simbolo di questa ritrovata capacità di credere nel futuro, di far sentire meno sole quelle persone,  molto spesso imprenditori e imprenditrici, che, per lo più nell’anonimato, si trovano a combattere ogni giorno per l’affermazione della legalità e dello Stato di diritto. Condizioni queste che ancora non sembrano del tutto radicate nella nostra cultura e nei nostri territori.

 

Infatti, ancora oggi registriamo con sempre più forza dal mondo imprenditoriale le richieste di una maggiore sicurezza, di certezza della pena, di pene più severe. Da una nostra recente indagine emerge un peggioramento per oltre un terzo delle imprese del livello di sicurezza negli ultimi due anni, in particolare a causa della crescita di furti e rapine; la rilevanza dei fenomeni legati al racket e all’usura; la perdita di tempo, che in molti casi supera i dieci giorni per anno, da parte delle imprese in pratiche burocratiche e altre attività per via di episodi criminosi.

 

D’altro canto, però, oggi non si respira certo un clima di sfiducia nelle Istituzioni e nelle Forze dell’Ordine anche in virtù di azioni di contrasto che, sia a carattere nazionale che territoriale, appaiono più efficaci.

 

Ciò che serve in questo momento è, quindi, un supplemento di responsabilità, e ai vari livelli, da parte di tutti i soggetti coinvolti. Servono segnali ancora più chiari e forti di un deciso cambiamento di rotta.

 

Confcommercio, così come è nella sua tradizione e nella sua cultura associativa e organizzativa, sta  facendo la propria parte e sino in fondo contro la criminalità, il racket e l’usura.

 

In particolare, in quei territori, come la Sicilia, particolarmente segnati da questi fenomeni, stiamo incoraggiando gli imprenditori a denunciare i propri estorsori, a uscire dalla reticenza e dal silenzio offrendo in cambio anche il nostro sostegno e il nostro supporto legale. Abbiamo, inoltre, deciso di sospendere quegli associati che, vittime di estorsioni, si rifiutino di collaborare con la giustizia. E ci stiamo costituendo come parte civile nei processi di mafia.

 

Tutto ciò, però, forse non basta.

 

Dobbiamo tutti, Istituzioni, Forze dell’Ordine, Associazioni di categoria, società civile, avere ancora più coraggio e osare di più.

 

In questo senso, ripensare a una nuova e più forte cultura della legalità che parta dal basso, che faccia leva sui giovani, può forse essere il miglior viatico per voltare pagina e costruire una nuova stagione per il nostro Paese che passi anche per una maggiore attenzione sui temi dell’ambiente e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

Quale miglior terreno della Scuola per seminare e diffondere un forte messaggio di legalità, di rispetto ambientale, di tutela del mondo del lavoro alle nuove generazioni e quale miglior arbusto dei giovani per far fiorire e ramificare il comune sentire di uno Stato di diritto, di uno Stato sociale?

 

E alla Scuola, come palestra di vita, come insieme di regole precise con cui relazionarsi, come modelli di comportamento, nel rispetto della personalità e delle attitudini di ciascuno, a cui ispirarsi, e agli studenti, come destinatari e depositari di questi insegnamenti, che occorre volgere lo sguardo con più attenzione.

 

E’ la Scuola, infatti, l’Istituzione per antonomasia con cui i giovani cominciano a confrontarsi ed è la Scuola il luogo in cui più, di ogni altro, si apprendono e si interiorizzano le regole del vivere civile e si delineano i ruoli. 

 

Ecco, quindi, l’importanza, oggi più di ieri, di sostenere questo premio come risposta concreta ai comportamenti devianti e criminali, come veicolo di promozione di una nuova e più forte cultura della legalità, ma anche di una vera e propria cultura della sicurezza e dell’ambiente che possano condurci a costruire una società migliore di quella dei nostri padri e della nostra.

 

Grazie.

 

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