Intervento del Presidente Sangalli alla presentazione Rapporto Federsicurezza 2009

Intervento del Presidente Sangalli alla presentazione Rapporto Federsicurezza 2009

Roma, 8 luglio 2009

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13 luglio 2009

Cari amici, signore e signori,
è con grande piacere che ho accolto l’invito del Presidente Gabriele a partecipare a questo importante appuntamento in cui viene presentato il Rapporto Federsicurezza 2009 che mette in evidenza la rilevanza e il peso della sicurezza privata in Italia. Un settore, con cifre e numeri significativi, che è cresciuto di importanza  in questi anni e che, anche alla luce di un crescente bisogno di sicurezza da parte di famiglie e imprese, può diventare sempre più centrale nella nostra società.

Perché sicurezza e legalità sono prerequisiti di una democrazia compiuta, di una democrazia moderna, e se mancano non ci può essere né crescita duratura, né tanto meno sviluppo.

Certo i problemi per le imprese del comparto non mancano e toccano principalmente tre aspetti: i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione;  il prezzo di vendita del servizio e la sua corretta definizione; la conferma definitiva della deroga, prevista fino al  2010 per questo settore, alla direttiva europea sui servizi, la cosiddetta Bolkestein.

Sui ritardi dei pagamenti gli istituti di vigilanza rischiano, infatti, al pari di tutte le altre imprese di servizi che vantano crediti nei confronti della P.A., di rimanere stretti nella morsa di costi crescenti e introiti non riscossi.

La scelta del servizio di vigilanza e di sicurezza privata non può, poi, basarsi solo sul parametro del prezzo al ribasso perché non si può prescindere da altri termini di valutazione come il livello tecnico professionale, l’aggiornamento, l’efficienza di chi fornisce il servizio stesso.

Infine, il riconoscimento del ruolo e delle specificità del comparto, che non può essere regolamentato alla stregua di un qualsiasi settore economico, va sostenuto anche a livello europeo in modo che la “via italiana alla sicurezza complementare” possa diventare un modello da seguire anche in Europa.

Ma è, in generale, il tema della sicurezza che per Confcommercio e per le imprese è prioritario.

Dal mondo imprenditoriale registriamo, infatti, con sempre più forza le richieste di una maggiore sicurezza, di certezza della pena, di pene più severe,  come peraltro emerge da una nostra recente indagine.

Il 24,5% delle imprese ritiene peggiorato negli ultimi due anni il livello di sicurezza. Un’esigenza che spinge due imprese su tre a destinare alla misure di sicurezza in media il 2% dei propri ricavi.

L’impegno per la tutela della sicurezza e della legalità va, quindi, rinnovato giorno per giorno, e ciascuno deve fare la propria parte tendendo conto di ruolo e competenze. Ed è proprio per questo che siamo contrari a qualsiasi forma di giustizia “fai da te”, perché riteniamo che la risposta a questi problemi debba essere data in maniera organica, efficace, strutturata da chi è preposto a prevenire e reprimere i fenomeni criminali.Alle istituzioni e alla politica chiediamo, pertanto, “tolleranza zero” e, in via prioritaria, un maggiore controllo del territorio attraverso l’interconnessione delle sale operative; l’utilizzo e il miglioramento di tutti i sistemi di video-sorveglianza, sia sulle grandi reti viarie che cittadine; una maggiore presenza, soprattutto nelle aree periferiche delle città, del poliziotto e del carabiniere di quartiere, così come, in via complementare, delle guardie giurate perché queste figure, nei confronti di tutti i reati criminali, svolgono, a nostro modesto avviso, tre funzioni essenziali: quella di intelligence, quella di prevenzione e quella di repressione.

Il nostro auspicio è che, quindi, tutti insieme - istituzioni, forze dell’ordine, enti locali, categorie economiche e cittadini - si possa concorrere a ritrovare un clima di collaborazione, di fiducia, di sicurezza.

Un clima che metta in condizione le nostre imprese, i nostri imprenditori di svolgere serenamente il proprio lavoro.

Grazie.

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