Concessioni balneari, nuova procedura Ue contro l’Italia

Concessioni balneari, nuova procedura Ue contro l’Italia

Inviata una lettera di costituzione in mora per il rilascio di autorizzazioni all'uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi. Sib: "il Governo ci difenda".

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3 dicembre 2020

La Commissione Ue  ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all'Italia in merito al rilascio di autorizzazioni relative all'uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi. "Gli Stati membri - spiega la Commissione - sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (ad esempio le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi". L'obiettivo, precisa la Commissione, fornire a tutti i prestatori di servizi interessati - attuali e futuri - la possibilità di competere per l'accesso a tali risorse limitate, di promuovere l'innovazione e la concorrenza leale e offrire vantaggi ai consumatori e alle imprese, proteggendo nel contempo i cittadini dal rischio di monopolizzazione di tali risorse".

Sib: “gli imprenditori balneari si aspettano che il governo li difenda”

"Ci riserviamo una valutazione più approfondita quando potremo leggere la richiesta di chiarimenti al Governo italiano da parte della Commissione europea, ma non possiamo non rilevare che il comunicato che l'annuncia sia lacunoso, contraddittorio e offensivo". Così Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio. "Lacunoso perché la Commissione, accuratamente - spiega Capacchione - non menziona la necessità di tutelare il legittimo affidamento delle aziende attualmente operanti. Contraddittorio nel contestare l'incertezza giuridica che sarebbe stata creata dalla  legge 145\2018 che, al contrario, da certezza al settore, favorisce gli investimenti bloccati e avvia un processo di riforma. E offensiva per l'ingerenza, del tutto irrituale, su aspetti di esclusiva competenza statale, come la redditività delle concessioni".

"Siamo certi che il Governo e il Parlamento saranno uniti nel difendere una legge approvata all'unanimità e recentemente ribadita con due decreti (il 34/2020 e il 104/2020). Ci aspettiamo che si ricordi alla Commissione europea di essere rispettosa delle prerogative nazionali e, soprattutto, della sentenza della Corte europea del 14 luglio 2016 che ha riconosciuto la tutela del legittimo affidamento delle aziende balneari attualmente operanti. Saremo vigili e attenti - ha concluso Capacchione - affinché ciò avvenga con la forza, la serenità e la consapevolezza che la tutela del diritto alla continuità aziendale dei balneari costituisce un interesse del nostro Paese nel fornire, in questo momento storico più che mai, quei servizi di qualità ed eccellenza che l'Europa e il Mondo ci invidia''.

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