Professioni: una riforma in nome della semplificazione e della trasparenza

Professioni: una riforma in nome della semplificazione e della trasparenza

Il Piano nazionale di riforma delle professioni è stato presentato qualche settimana fa alla Commissione Europea. L'obiettivo è quello di valutare una possibile riduzione o modifica della regolamentazione dei servizi professionali, considerata una delle cause di maggiore ostacolo alla mobilità dei professionisti.

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11 maggio 2016

Il Piano nazionale di riforma delle professioni è stato presentato qualche settimana fa dal Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei ministri alla Commissione Europea. L'obiettivo è quello di valutare una possibile riduzione o modifica della regolamentazione dei servizi professionali, considerata una delle cause di maggiore ostacolo alla mobilità dei professionisti e, conseguentemente, alla crescita economica e allo sviluppo dell'occupazione. Le professioni del data base aggiornato sono 174, mentre nel database precedente erano 143,41 la professioni di nuovo inserimento. Per quanto riguarda le professioni  non regolamentate, il Piano d'azione ha menzionato  e descritto la Legge 4/2013 "Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi" come norma a tutela dell'utenza. In particolare: le associazioni di cui alla legge 4/2013 rilasciano attestazioni di qualità al professionista per facilitarne il processo di identificazione e conoscenza; ogni professionista, iscritto o no a un'associazione, può far certificare la propria conformità alla norma UNI della professione, se esiste. Il Piano infine prevede tre linee di azione orizzontali che verranno perseguite dall'Italia: 1) revisione percorsi formativi di alcune professioni tecniche; 2) valutazione e adeguamento esami di Stato per i titoli di studio, per rendere gli stessi più aderenti all'attività professionale che si andrà a svolgere, previo coordinamento con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 3) istituzione di un tavolo di lavoro tecnico con Ministero del  lavoro, Ministero dell' istruzione, regioni, Isfol per individuazione, attraverso appositi accordi, gli standard minimi a livello nazionale per le professioni la cui formazione è rimessa da norma statale alle Regioni nonché per l'individuazione di quelle figure professionali che, non discendendo da norma statale, non possono considerarsi propriamente  legittime.

http://www.politicheeuropee.it/file_download/2739

 

Anna Rita Fioroni (responsabile coordinamento Confcommercio Professioni)

"Bene che nel piano si faccia menzione della legge 4/2013 individuandola come modalità più flessibile di regolamentazione e mettendo in evidenza che si tratta di una norma a tutela dell'utenza. Sarà infatti sempre più importante per il futuro, anche al fine di facilitare la mobilità dei professionisti puntare sulla trasparenza al fine di identificare la professionalità e renderla riconoscibile piuttosto che introdurre nuove forme di regolamentazione".

 

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