Professionisti e autonomi: come cambia il fisco

Professionisti e autonomi: come cambia il fisco

Un piano in due fasi: subito le semplificazioni, poi le norme su flat tax, studi di settore e deducibilità Imu Professionisti e autonomi: ecco come cambia il fisco L'esonero Irap per i «piccoli» può valere fino a 1,1 miliardi .

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16 maggio 2016

Il Governo prova a cambiare il volto al fisco di professionisti e imprese. Con l'obiettivo dichiarato a più riprese non solo di semplificare gli adempimenti per renderli più rapidi e soprattutto meno onerosi, ma anche con quello di sostenere la crescita delle partite Iva. Si partirà, salvo ulteriori approfondimenti,alla fine del mese di maggio con la presentazione di un correttivo al decreto semplificazioni attuativo della delega fiscale (Dlgs 175/w44). Le misure fiscali allo studio per le partite Iva arriveranno, dunque, scaglionate da fine maggio a dicembre prossimo con la legge di stabilità. In quella sede, infatti, sarà possibile introdurre una serie di misure attese da tempo dalle associazioni di categoria e dagli ordini professionali, magari perché rimaste escluse dall'attuazione della delega fiscale perché richiedono le necessarie coperture. È il caso della nuova flat tax, già ventilata come Imposta sul reddito dell'imprenditore, con cui saranno "premiate" con una tassazione proporzionale (Ires) e non più progressiva (Irpef) tutte le imprese personali che lasciano gli utili in azienda. Con la flat tax potrebbe arrivare anche l'applicazione del criterio di cassa per la determinazione del reddito prodotto dalle imprese personali in contabilità semplificata. II meccanismo consentirebbe anche a questi soggetti, così come già avviene per i professionisti, di pagare le tacce su quanto realmente "guadagnato".  Con la stabilità potrebbero arrivare la definizione dell'autonoma organizzazione per dare certezza professionisti e micro imprese sulla non applicazione dell'Irap così come l'abolizione degli studi di settore per alcune categorie. A partire dai professionisti per i quali lo strumento non ha mai funzionato correttamente nella determinazione dei compensi. La riforma degli studi porterà anche all'abbandono definitivo dello strumento ai fini di accertamento per utilizzarlo solo ai fini della compliance. Annunciate invece per maggio una serie di semplificazioni "costo zero" su cui il viceministro all'Economia, Luigi Casero, continua a confrontarsi con le associazioni di categoria e con i professionisti. Meno comunicazioni e più digitalizzazione degli obblighi. Potrebbero sintetizzarsi così i diversi interventi allo studio. Ad esempio l'addio allo spesometro, così come la cancellazione di una serie di comunicazioni (assegnazione di beni ai soci, finanziamento ai soci, operazioni black list o le dichiarazioni d'intento) potrebbero finire tra le "misure premiali" per invogliare le partite Iva alla comunicazione di tutti i dati delle fatture. Un meccanismo per potenziare la fatturazione elettronica B2B che allo stato attuale prenderà il via dal 2017. Per restare nel campo delle comunicazioni, il Fisco non chiederà più i dati di cui è già in possesso, fatte salve eventuali variazioni. Questo principio, ad esempio, eviterà ai contribuenti di inviare ogni anno le comunicazioni sugli affitti. Anche per le case detenute all'estero si dovranno comunicare al fisco soltanto le variazioni delle norme.

tratto da "Il Sole "24 Ore" di Marco Mobili

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