Centri commerciali, “bisogna riaprire subito”

Centri commerciali, “bisogna riaprire subito”

In tutta Italia si è tenuta una iniziativa di protesta per chiedere la riapertura immediata nei weekend. Confcommercio: "riaprire già nel prossimo fine settimana, perché è lì che si concentra il 50% del giro d'affari settimanale".

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1 giugno 2021

“Le attività inserite nei centri commerciali hanno gli stessi problemi di quelle dei centri urbani. Le istanze sul fronte fiscale, delle locazioni, del supporto al credito, devono valere anche per queste attività. Chiediamo dunque di riaprire subito nei fine settimana, già dal prossimo weekend, perché è lì che si concentra il 50% del giro di affari settimanale”. Lo ha sottolineato Enrico Postacchini, membro di Giunta di Confcommercio, a commento dell’iniziativa “Chiudere per riaprire". 

Sono stati 30mila i negozi e supermercati di tutti i centri commerciali d’Italia che alle 11 dell'11 maggio hanno abbassato le saracinesche abbassate per alcuni minuti per protestare contro le misure restrittive che da oltre sei mesi impongono la chiusura nei giorni festivi e pre-festivi. L’adesione è stata pressoché totale: la stima è tra l’80% e il 100%. L'iniziativa è stata promossa da Ancd-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc–Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Federdistribuzione.

La protesta dei lavoratori dei centri commerciali

 

Le Associazioni del commercio hanno voluto così dare voce ai 780mila lavoratori delle 1.300 strutture commerciali integrate presenti su tutto il territorio nazionale, costretti da oltre un anno a vivere in un clima di forte incertezza, aggravato da misure che impediscono appunto a migliaia di attività commerciali di lavorare, al contrario di quanto previsto per molte altre attività, proprio nei giorni più importanti della settimana in termini di ricavi e fatturato.

La manifestazione è servita anche a ribadire che in centri, parchi e gallerie commerciali la sicurezza è massima: non a caso, nessun focolaio si è mai registrato da inizio pandemia grazie ai rigorosi protocolli rigorosi adottati. L’impegno del settore si è visto anche nella messa a disposizione volontaria e gratuita di 160 strutture per la creazione di hub vaccinali.

Da inizio emergenza il settore si è impegnato in un dialogo costruttivo con il Governo. Le Associazioni del commercio coinvolte auspicano ora di “poter avere dalle istituzioni risposte certe e tempestive, per rimettere in moto un comparto tra i più danneggiati dalla crisi, che continua ad operare solo parzialmente e senza una chiara prospettiva di ripresa”.

A Palazzo Chigi incontro con Funiciello e Gelmini

I rappresentanti delle Associazioni promotrici hanno incontrato nel pomeriggio dell’11 maggio stesso, a Palazzo Chigi, Antonio Funiciello, capo di Gabinetto del presidente Mario Draghi, e Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali e le autonomie. Il colloquio ha concluso una giornata di confronto con le principali forze politiche, che hanno tutte appoggiato l’iniziativa e condiviso la richiesta di totale riapertura delle strutture da subito.

 

Affluenza in aumento nei centri commerciali dopo la riapertura

Nei primi due fine settimana di riapertura (17-23 maggio e 24-30 maggio) nei centri commerciali l’affluenza è aumentata del 29,1% rispetto al medesimo periodo del 2020 ed è calata, comprensibilmente, del 14,3% a paragone del 2019. Lo ha reso noto il Cncc, il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, a seguito di un'analisi effettuata su un campione di 211 strutture distribuite omogeneamente sul territorio nazionale, per un totale di oltre 16mila negozi.

 

Assofranchising: “il lavoro non è negoziabile”

“Non c’è logica nell’accanirsi contro le riaperture dei centri commerciali nei fine settimana. Parliamo di un settore che comprende 1.200 poli commerciali con oltre 35mila punti vendita al dettaglio e una forza lavoro stimata in 780mila addetti. Il 40% dei consumi avviene all’interno dei centri che realizzano il 50% del loro fatturato durante il fine settimana”.  Italo Bussoli, presidente di Assofranchising, l’Associazione che tutela gli interessi economici, sociali e professionali delle reti in franchising, prende posizione sulla quesitone ricordando poi che “a oggi non è stato riscontrato alcun focolaio nelle strutture, gli ingressi sono contingentati e le misure precauzionali sono estremamente accurate”. “Ci auguriamo – conclude Bussoli – che entro questo fine settimana venga presa una decisione a favore della riapertura di tutti i centri del Paese. A rischio ci sono miglia di posti di lavoro”. Assofranchising chiede anche la partecipazione convinta dei sindacati dei lavoratori, visto che la crisi potrebbe far perdere il lavoro a migliaia di persone.

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