Protocollo di intesa e mercato del lavoro: le critiche di Confcommercio

Protocollo di intesa e mercato del lavoro: le critiche di Confcommercio

54/2007
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54/07

Roma, 24.07.07

 

 

PROTOCOLLO DI INTESA E MERCATO DEL LAVORO:

LE CRITICHE DI CONFCOMMERCIO

 

 

“Le modifiche introdotte dal Governo sul mercato del lavoro e sul tempo determinato colpiscono in particolare il settore del terziario che più di altri esprime l’esigenza di forme di flessibilità indispensabili per l’organizzazione delle imprese e adatte a sostenere una capacità occupazionale importante, specie per il lavoro femminile e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Le misure sulla competitività da sole non compensano le rigidità che si vogliono introdurre ad esempio sul contratto a tempo determinato�: questo il commento di Francesco Rivolta, Presidente della Commissione Lavoro di Confcommercio, in merito al Protocollo d’intesa su pensioni, competitività e mercato del lavoro.

“In particolare â€" prosegue Rivolta - il tetto dei 36 mesi alla reiterazione dei contratti a tempo determinato, misura condivisibile se accompagnata da incentivi per le stabilizzazioni, assume un effetto controproducente se al termine di questo periodo si prevede la trasformazione a tempo indeterminato, reintroducendo automatismi e rigidità già sperimentati come scoraggianti nuove assunzioni. Soprattutto perché non vi è alcun distinguo con le assunzioni per sostituzioni, per start up e per i picchi stagionali. Stessa cosa dicasi per il diritto di precedenza dopo sei mesi.

Ci siamo sempre dichiarati a favore degli ammortizzatori sociali per sostenere i periodi di transizione da un posto di lavoro all’altro, ma nella logica della flessibilità accompagnata dalle tutele come avviene negli altri paesi europei.

L’abolizione poi di alcuni strumenti prodotti dalla Legge Biagi, come il lavoro a chiamata, e la penalizzazione economica del part time sotto le 12 ore riportano indietro, favorendo di fatto il lavoro sommerso e limitando le opportunità di nuovi posti di lavoro, soprattutto femminili.

Confcommercio manifesta infine preoccupazione per l’iniziativa governativa che affronta questioni e materie che dovrebbero essere oggetto della libera trattativa tra le parti, condizionandone l’esito, perché gli spazi tipici della contrattazione collettiva sono di fatto preclusi da un intervento legislativo che non tiene però conto dei costi, degli oneri, dei vincoli che va a generare.

La contrattazione collettiva differenziata per settori rischia di vanificarsi con l’ingerenza di provvedimenti legislativi erga omnes che non colgono bisogni particolari e opportunità di sviluppo del terziario.

Nella rimessa in discussione di questi utili strumenti di flessibilità e di innovazione â€" conclude Rivolta - anche il rinnovo del Contratto Nazionale del Terziario â€" che riguarda quasi 2 milioni di lavoratori e 820.000 aziende associate â€" parte con un costo già significativo per le impreseâ€�.

 

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