Racket: poco noti leggi e associazionismo

Racket: poco noti leggi e associazionismo

Sondaggio Ascom Napoli presso i commercianti di Portici: il 32 per cento è stato vittima di richieste di 'pizzo', il 19 per cento ha chiesto denaro agli usurai, il 2 per cento ha denunciato e oltre il 50 per cento non conosce la legislazione in materia.

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19 ottobre 2010
RACKET: RICERCA ASCOM NAPOLI, POCO NOTE LEGGI E ASSOCIAZIONISMO = (AGI) - Napoli, 19 ott

Il 32% è stato vittima di richieste di 'pizzo', nel 70% dei casi a opera della criminalità organizzata. Il 19% è stato costretto a chiedere denaro agli usurai, perché le banche hanno rifiutato la concessione di credito. Solo il 2% ha denunciato e oltre il 50% non conosce la legislazione in materia. E’ il quadro che emerge dalle risposte fornite dai commercianti di Portici, Comune in provincia di Napoli, ai quesiti di un questionario sottoposto in forma anonima dall’Ascom del capoluogo partenopeo. Sono state scelte le categorie più rappresentative del tessuto commerciale cittadino, e cioè il settore alimentare, quello dell’abbigliamento, il calzaturiero, gli orafi, i tabaccai e i distributori di carburante. Come sottolinea il commissario dell’Ascom Tullio Nunzi, si tratta solo di una percezione, ma aiuta a comprendere il punto di vista della categoria sul fenomeno usura e gli eventuali cambiamenti rispetto al passato. Un commerciante su due ritiene, infatti, che i casi di usura siano aumentati negli ultimi due o tre anni, mentre sarebbero in calo le estorsioni, i furti e le rapine. Il 47% del campione selezionato ammette di conoscere uno o più colleghi minacciati. Un dato che cozza con il 68% di coloro che dicono di non avere mai subito minacce e che dimostra la difficoltà di uscire allo scoperto quando si parla in prima persona. Nel 90% dei casi le intimidazioni sono arrivate attraverso pressioni psicologiche e solo tre su dieci le hanno respinte. Il restante 70%, che ha scelto di pagare, lo ha fatto principalmente con esborsi di denaro. Le cifre pagate vanno dai mille ai 10 mila euro (per il 20% del campione) a importi inferiori ai mille euro (per il 10%). Tra i dati maggiormente preoccupanti la necessità, indicata da un commerciante su cinque, di chiedere aiuto agli usurai.

“La metà di loro - dice Nunzi - si era rivolta precedentemente agli istituti di credito, che si erano rifiutati di concedere credito. Gli altri, per vari motivi, non hanno neanche contattato le banche, che devono rendersi conto della crisi dei consumi e allargare le maglie”. Per difendersi, si preferisce alla denuncia la vigilanza privata (35%), la vetrina corazzata (10%) o le telecamere (8%). I commercianti reclamano la certezza della pena per gli usurai arrestati (39%) e una maggiore protezione del territorio (29%). “Solo il 2% tira in ballo l’associazionismo antiracket - spiega Nunzi - a dimostrazione del fatto che questa realtà è quasi sconosciuta. Un’ignoranza che riguarda anche i contenuti delle leggi 44 del 1999 sul racket e della 108 del 1996 sull’usura”. Per dare un segnale forte, l’Ascom napoletana inserirà nel suo nuovo statuto gli obblighi di richiedere la costituzione di parte civile nei processi per usura e di espellere i commercianti che non denunciano.

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