Da diciassette rappresentanze d'impresa appello alle istituzioni per la liquidità

Da diciassette rappresentanze d'impresa appello alle istituzioni per la liquidità

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11 maggio 2021

Le imprese continuano ad avere bisogno di liquidità, perché la crisi sanitaria non ha smesso di incidere negativamente sull’attività. È l’appello lanciato congiuntamente alle istituzioni da ben diciassette rappresentanze d’impresa (Abi, Alleanza delle Cooperative Italiane, Casartigiani, Cia-Agricoltori Italiani, Claai-Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane, Cna-Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confetra, Confimi Industria, Confindustria, Copagri).

Nello specifico, le organizzazioni sottolineano l’importanza di “misure di semplice applicazione, effettivamente efficaci e immediatamente operative, senza l’emanazione di una regolamentazione secondaria per la piena operatività” nel decreto legge in corso di definizione. Mentre per quanto riguarda specificatamente la liquidità, ritengono necessaria una proroga delle cosiddette moratorie, senza soluzione di continuità con le moratorie in essere” e che “siano di automatica applicazione, evitando complicazioni burocratiche”.  Dal lato dei finanziamenti garantiti, poi, si ritiene “ineludibile una proroga delle misure del decreto Liquidità, in coerenza con la proroga dal Temporary Framework”. I firmatari dell’appello giudicano inoltre essenziale che “la durata dei finanziamenti garantiti venga significativamente prolungata, almeno a dieci anni, mantenendo invariato il grado di copertura della garanzia pubblica così da prevedere incentivi adeguati ad allungare i piani di rimborso”. E comunque “va considerato che vi sono settori particolarmente colpiti che hanno urgente necessità di interventi più incisivi, anche modificando le regole del Temporary Framework”. È poi necessario che “le modalità di accesso al Fondo di Garanzia PMI e alle garanzie Ismea non subiscano modifiche almeno fino al 31 dicembre 2021, anche con riferimento alle imprese agricole e a quelle non rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese”. Andrebbero poi comunque “favorite le operazioni di rinegoziazione del debito, attraverso idonei strumenti di garanzia offerti dal Fondo di garanzia per le PMI, Sace ed Ismea”.

Infine, per le rappresentanze d’impresa occorre “equiparare le condizioni di accesso alla ‘Garanzia Italia’ a quelle previste per il Fondo di garanzia PMI e ampliare la possibilità di accesso alle misure di sostegno alla liquidità anche alle imprese ammesse a piani di ristrutturazione prima dell’avvio della pandemia e che si sono trovate in difficoltà a rispettare tali piani a seguito degli effetti della stessa”.

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