Recovery Plan, dal Consiglio dei Ministri arriva l'ok

Recovery Plan, dal Consiglio dei Ministri arriva l'ok

Approvata la  proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza, con risorse complessive pari a circa 210 miliardi di euro. Tre gli assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

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12 gennaio 2021

Il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che sarà inviata al Parlamento. Il Piano dare attuazione, nel nostro Paese, al programma Next Generation EU, varato dall'Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia da Covid-19. Tre gli assi strategici (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale) e sei le missioni, che rappresentano "aree tematiche" strutturali di intervento: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Nell'insieme, le missioni raggruppano sedici componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo, che a loro volta si articolano in 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti.

Le risorse complessivamente destinate alle sei missioni sono pari a circa 210 miliardi di euro. Di questi, 144,2 miliardi finanziano "nuovi progetti" mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a "progetti in essere" che riceveranno, grazie alla loro collocazione all'interno del PNRR, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa. Le risorse destinate agli investimenti pubblici superano  il 70%, mentre gli incentivi a investimenti privati sono pari a circa il 21%. Impiegando le risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 non ancora programmate, sono stati incrementati gli investimenti di circa 20 miliardi per nuovi progetti per  la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l'infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.

Il primo 70 per cento delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023. Il piano prevede inoltre che il restante 30 per cento delle sovvenzioni sarà speso tra il 2023 e il 2025. Nei primi tre anni la maggior parte degli investimenti e dei "nuovi progetti" sarà sostenuta da sovvenzioni. Nel periodo 2024-2026, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti.

 

Confcommercio: “rivedere il metodo per rafforzare la qualità di scelte e progetti”

“La lettura dell’impianto e dei contenuti fin qui emersi conferma purtroppo quanto abbia fin qui negativamente pesato la mancanza di un metodo di confronto continuo e strutturato con le parti sociali proprio per mettere a punto quel ‘progetto chiaro, condiviso e coraggioso per il futuro del Paese’ richiamato dal presidente Conte”: così Confcommercio commenta i “lavori in corso” sul Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza.

“E’ un metodo – prosegue la Confederazione – che va invece tempestivamente messo in campo valorizzando così l’apporto di idee ed energie di chi rappresenta la realtà dell’economia e della società italiane e ne conosce fatiche ed attese. Per quel che più direttamente ci riguarda, ribadiamo che occorre un forte investimento - in termini di riforme, di risorse e di progetti - per valorizzare il contributo al rafforzamento della produttività, della crescita e della sostenibilità, della coesione sociale e territoriale che può venire dal mondo del terziario di mercato”.

“Si pensi ad esempio alla riqualificazione strutturale e delle competenze nel campo del turismo, alle infrastrutture necessarie per la migliore accessibilità del Paese e dei suoi territori, al rapporto tra commercio e città. E si pensi, ancora, a politiche e misure dedicate al sostegno dell’innovazione e della digitalizzazione del tessuto delle piccole e medie imprese, allo sviluppo dei servizi alle imprese e delle professioni, alla risorsa cultura, al lavoro dei giovani e delle donne”.

“Dunque - conclude Confcommercio – è necessario e urgente rivedere il metodo e rafforzare la qualità di scelte e progetti”.

 

Federalberghi: “ancora non ci siamo, indispensabile il coinvolgimento delle imprese”

“Recovery plan, ancora non ci siamo”. Questo il commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, sull’aggiornamento delle schede progetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“Nei salotti e nei talk show si racconta la storiella del turismo settore strategico - ha detto Bocca - ma quando è il momento di passare ai fatti, la storiella diventa barzelletta. Se, come afferma il piano, si intende realmente incrementare il livello di attrattività del sistema turistico, non si può pensare di farlo senza coinvolgere le imprese”. Secondo il presidente di Federalberghi, “la strada maestra da seguire è chiara: sostenere la riqualificazione delle strutture turistico ricettive, in coerenza con gli obiettivi di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità su cui si fonda il piano”.

 

Fipe: "valorizzare la ristorazione, vale 21 miliardi"

"La nuova architettura del Recovery Plan, cristallizzata nelle linee di indirizzo diffuse dal Mef, prevede un incremento dei fondi a sostegno del turismo e della cultura che passano da 3,1 a 8 miliardi di euro. E questa è un'ottima notizia. Attenzione però a non dimenticarsi della ristorazione". Così Fipe-Confcommercio commenta la nuova bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E prosegue: "se così fosse, sarebbe un danno enorme, visto che questa con 21 miliardi di euro negli anni pre pandemia rappresenta la seconda componente di spesa per i turisti e addirittura il servizio maggiormente apprezzato da parte degli stessi. Un'eccellenza assoluta che deve essere valorizzata soprattutto ora che il turismo necessita di un'azione di forte rilancio". "Non dimentichiamoci - aggiunge Fipe - che uno degli obiettivi del Recovery Plan, così come disposto dall'Unione Europea, è quello di aumentare del 10% l'occupazione in Italia, oltre a promuovere la filiera agroalimentare e ridurre lo spreco di cibo. La ristorazione dà lavoro ogni anno a 1,3 milioni di persone, il 52% delle quali donne, e genera un valore aggiunto pari a 46 miliardi di euro. Un patrimonio da non disperdere ma, appunto, da valorizzare".

 

Conftrasporto: “trasporti e logistica, questi sconosciuti”

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: per il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, “ancora una volta dobbiamo prendere atto della totale negligenza con la quale si affronta il tema dei trasporti e delle infrastrutture”. “Nella versione attuale del Piano - spiega - c’è una totale mancanza di visione sui temi legati alla progettazione di infrastrutture portuali resilienti in un contesto sempre più condizionato dai cambiamenti climatici; mancano gli interventi per favorire la transizione energetica di mezzi navali e mezzi stradali, assenti anche interventi organici e strutturati per innovazione e digitalizzazione delle catene logistiche”.

“Eppure il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta lo strumento attraverso il quale il nostro Paese dovrà risollevare il sistema economico facendo ripartire gli investimenti e l’occupazione - rimarca il presidente di Conftrasporto - e da questo dipenderà il futuro dell’Italia. Più che mai come in questi ultimi mesi la logistica e il trasporto hanno dimostrato di essere settori indispensabili per la nostra economia, per lo sviluppo economico e per la vita di tutti di noi”.

“Possiamo solo sperare che le bozze circolate vengano rivedute e corrette - auspica Uggè - e se così non sarà ci troveremmo di fronte a una situazione preoccupante, a un governo che, per quanto ci riguarda, potrebbe condannare la nostra economia, che ha sempre più bisogno di logistica e trasporti via via  più efficienti e interconnessi, a non avere gli strumenti necessari ad agganciare una ripresa economica globale che comunque arriverà, ma che potrebbe essere a beneficio solo dei Paesi concorrenti al nostro”.

"Rivolgiamo un appello alla ministra De Micheli affinché infrastrutture, logistica e trasporti trovino la giusta collocazione tra le importanti risorse del Pnrr”, conclude il presidente di Conftrasporto.

 

 

Agis: “grave la mancanza di attenzione allo spettacolo”

''Delle 125 pagine presenti nell'ultima bozza del Next Generation Italia solamente due vengono dedicate, raggruppandoli, ai settori di cultura e turismo. Ancor più grave è la mancata menzione, se non in un veloce passaggio, al comparto dello spettacolo, peraltro senza che venga fornito nessun accenno a misure specifiche per il rilancio dello stesso. Elementi che evidenziano la debolezza del documento nei confronti di un settore, come quello dello spettacolo, fondamentale per il nostro Paese''. Lo afferma Carlo Fontana, presidente dell'Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo). '

"La bozza - continua Fontana - quantifica le risorse riservate ai settori cultura e turismo in 3,1 miliardi sui 209 complessivi, pari all'1,48%. Si evince dunque, duole sottolinearlo, una sostanziale disattenzione verso quei comparti che più di molti altri continuano a subire gravi perdite, sia in termini occupazionali che economici''. ''Sarà nostra cura - conclude Fontana - sensibilizzare il Governo affinché vengano previsti correttivi, oltre a richiedere in tempi brevi che lo spettacolo venga degnamente rappresentato nel Comitato di responsabilità sociale, composto da rappresentanti delle categorie produttive e sociali, del sistema dell'università e della ricerca scientifica e della società civile, citato nella bozza del decreto che dovrebbe introdurre il piano''.

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