Reddito d'impresa, così si cambia con l'Iri. De Luca: "può essere utile a far diventare un po' più grandi le pmi"

Reddito d'impresa, così si cambia con l'Iri. De Luca: "può essere utile a far diventare un po' più grandi le pmi"

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26 settembre 2016

Con la prossima legge di bilancio verrà introdotta, a partire dal 2017, l'"IRI" - l'"Imposta sul Reddito di Impresa" - già prevista dalla Legge Delega di Riforma fiscale e fortemente voluta dalla Confederazione al fine di rendere neutra fiscalmente la scelta della forma giuridica con cui si esercita l'attività di impresa.

1.     Come viene tassato oggi il reddito d'impresa.

Oggi, se si esercita l'attività di impresa sotto forma di società di capitali [società per azioni (S.p.A.), società a responsabilità limitata (s.r.l.)], si è soggetti all'IRES (Imposta sul Reddito delle Società) con aliquota fissa, oggi pari al 27,5%, e dal 2017, ridotta al 24%.

Se, invece, si esercita l'attività di impresa sotto forma di società di persone [società in nome collettivo (s.n.c.), società semplice, società di fatto] o come ditta individuale si è soggetti all'IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) con aliquote progressive che variano da un minimo del 23% ad un massimo del 43%.

2.     Come sarà tassato dal 2017 il reddito d'impresa con l'"IRI".

Ciò premesso, lo scopo dell'"IRI" è quello di rendere uniforme la tassazione del reddito d'impresa a prescindere dal fatto che si eserciti l'attività economica sotto forma di società di capitali o di società di persone o di ditta individuale.

Il meccanismo dell'"IRI" prevede, infatti, che gli utili che le società di persone o le ditte individuali reinvestono nella propria impresa saranno assoggettati all'aliquota fissa del 24%, mentre gli utili prelevati per le esigenze personali o familiari dell'imprenditore saranno assoggettati alle aliquote progressive IRPEF.

3.     "IRI": alcuni esempi di calcolo.

L'"IRI", in pratica, estende alle imprese individuali ed alle società di persone i benefici attribuiti dall'IRES nelle società di capitali. Il funzionamento del nuovo tributo è semplice: il reddito d'impresa prodotto, dedotto quello distribuito, viene tassato all'aliquota proporzionale, mentre quello che, al contrario, viene percepito dal socio della società di persone ovvero dall'imprenditore individuale o dai collaboratori familiari a titolo di distribuzione di utili, viene tassato ad IRPEF.

Qualora fossero mantenute le attuali aliquote d'imposizione, cioè il 24% dal 2017, per l'"IRI", e gli attuali scaglioni IRPEF, l'"IRI" potrebbe portare concreti benefici alle imprese personali che vogliono capitalizzare gli utili prodotti, per la parte di reddito superiore a 15.000 euro (che sconterebbe aliquote marginali IRPEF superiori al 24%).

Per una analisi costi-benefici emergenti dall'applicazione della nuova "IRI" nel caso delle imprese individuali in contabilità ordinaria, si rinvia al seguente esempio:

·        Impresa individuale con reddito di impresa di 40.000 euro di cui 15.000 euro prelevati dall'imprenditore;

·        IRPEF dovuta con le attuali disposizioni: 11.520 euro;

·        Imposta dovuta con la futura IRI ad aliquote attuali: 9.450 euro;

·        Vantaggio fiscale: 2.070 euro.

In questa ipotesi, tutto il differenziale positivo di imposizione emerge dalla parte di reddito eccedente i 15.000 euro che, invece di scontare l'aliquota IRPEF del 27% o del 38%, resta assoggettata ad "IRI" ad aliquota del 24%. L'esempio è finalizzato a sottolineare che all'aumentare del reddito, mantenendo ferma a 15.000 euro la quota di reddito distribuita, il margine di convenienza della nuova "IRI" aumenta sempre di più.

Nell'esempio che segue si tiene conto, invece, del fatto che una parte di reddito deve, comunque, essere distribuita perché necessaria al sostentamento personale dell'imprenditore e della sua famiglia.

·        Impresa individuale con reddito di impresa di 40.000 euro e prelevamento dell'imprenditore di 28.000 euro;

·        IRPEF dovuta con le attuali disposizioni: 11.520 euro;

·        Imposta dovuta con la futura "IRI" ad aliquote attuali: 9.840 euro;

·        Vantaggio fiscale:1.680 euro.

L'introduzione della nuova "IRI", sebbene nell'immediato porterebbe benefici solamente ad una parte di imprese individuali e società di persone, segnerebbe, comunque, un cambiamento epocale nella tassazione del reddito d'impresa, orientato verso una maggiore equità del prelievo.

E' evidente che l'"IRI" - oltre a rendere neutra fiscalmente la scelta della forma giuridica di come esercitare l'attività di impresa - favorisce anche il reinvestimento degli utili nella propria azienda e, quindi, la patrimonializzazione delle piccole imprese che sono costituite sotto forma di società di persone o di ditta individuale. In pratica, l'"IRI" può essere utile a far diventare "un po' più grandi" ed a strutturare meglio le piccole imprese che sono il vero tessuto economico del nostro Paese.

 

 

Vincenzo De Luca

Responsabile fiscale

"Confcommercio-Imprese per l'Italia"

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