Renzi all'attacco: "sulle tasse polemiche imbarazzanti"

Renzi all'attacco: "sulle tasse polemiche imbarazzanti"

In tv il premier non si sbilancia sulla scelta a tra Irap e Irpef, ma sottolinea che abbassare le imposte alle imprese "è una cosa che cercheremo comunque di fare", tentando allo stesso tempo di dare a chi guadagna 1.500 euro al mese "qualche decina di euro in più al mese".

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10 marzo 2014

Il governo si appresta a tagliare le tasse per la prima volta e di fronte a questa assoluta inversione di tendenza ogni polemica e ogni derby da stadio è "imbarazzante". Matteo Renzi anticipa poco, in concreto, delle misure sul cuneo fiscale attese per mercoledì, ma ribadisce l'impegno del governo "a favore delle famiglie", rispedendo al mittente le pressioni di lobby, sindacati o categorie. "Ascoltiamo tutti - afferma nel giorno in cui la Cgil ha avvisato esplicitamente di essere pronta alla mobilitazione - ma cosa c'è da fare lo sappiamo. Lo faremo non pensando alle associazioni di categoria, ma alle famiglie e alle imprese che hanno problemi reali". Parole pronunciate in televisione ospite da Fabio Fazio, dove il premier non si sbilancia e non opta volutamente per una scelta precisa tra Irap e Irpef. Dei 10 miliardi a disposizione, un taglio "che non ha precedenti" come l'ha definito Angelino Alfano, distribuirne 5 a favore delle aziende e 5 a favore dei lavoratori non funzionerebbe, come "non ha funzionato" in passato. Eppure, continua Renzi, abbassare le imposte alle imprese "è una cosa che cercheremo comunque di fare", tentando allo stesso tempo di dare a chi guadagna 1.500 euro al mese "e non ce la fa", "qualche decina di euro in più al mese", in modo che "quei 100 euro possano essere rimessi in circolo, per andare a mangiare una pizza o comprare un astuccio nuovo", dando una spinta in questo caso ai consumi delle famiglie per spingere l'economia. Almeno fino a mercoledì il dilemma degli ultimi giorni tra Irap e Irpef è dunque destinato a rimanere insoluto, ma il messaggio alle parti sociali - forte e deciso, in perfetto stile Renzi - non può essere più chiaro. "Trovo abbastanza imbarazzante che per anni si sono aumentate le tasse ed ora che si stanno abbassando sono iniziate le polemiche 'le abbassi agli altri e non a me'. Non dobbiamo pensare a un derby Confindustria-sindacati". Piuttosto, suggerisce il premier, "verrebbe da chiedergli, che avete fatto negli ultimi 20 anni per cambiare l'Italia?". Fin qui il nodo fisco e il rapporto, tutt'altro che liscio, con le associazioni di categoria e sindacali. Se si schiereranno contro il governo, anche sulle misure sul lavoro e il sussidio di disoccupazione, "ce ne faremo una ragione", assicura il premier. Un altro rapporto tutto da gestire è quello con l'Unione europea. Oggi il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, farà il suo esordio all'Eurogruppo, mettendo soprattutto l'accento sulla crescita, unica strada per riassestare anche i conti pubblici. Del resto, sottolinea ancora il presidente del Consiglio, la regola del 3% sul deficit/Pil è "una norma concettualmente antiquata ormai". Certo l'Italia la rispetterà "finché non saràcambiata" e non sarà Roma a cambiare le regole "in modo unilaterale".

 

 

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