Con meno stranieri 35 miliardi di calo nel 2020

Con meno stranieri 35 miliardi di calo nel 2020

Le stime provvisorie dell’Istat indicano una spesa turistica incoming di soli 23,7 miliardi rispetto ai circa 59 del 2019. Nelle strutture ricettive le presenze degli stranieri sono scese addirittura del 70%.

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14 settembre 2021

La crisi sanitaria e le relative misure di contrasto hanno causato nel 2020 un netto calo dei flussi turistici, tanto in entrata che in uscita dal nostro Paese. Sono le stime provvisorie che l'Istat divulga in uno studio sui principali aggregati del “Conto satellite del turismo” (link ai dati competi in pdf). In termini di presenze, gli stranieri in Italia sono diminuiti del 54,6% rispetto al 2019, determinando una spesa turistica di 23,7 miliardi di euro, in perdita di circa 35 miliardi sull'anno precedente. Netta anche la riduzione dei flussi turistici italiani verso l'estero, con il 54,1% di presenze in meno e una spesa di 13,7 miliardi (-65,7% rispetto all'anno precedente).

Spesa per consumo turistico interno, per prodotto e tipologia di visitatori. Anni 2019-2020, fonte Istat

Nella ricerca l’Istituto di statistica sottolinea che le limitazioni alla circolazione dei movimenti turistici, anche come scelta individuale dettata dal timore del contagio, hanno quindi contribuito a trasformare parte dei flussi turistici che in precedenza andava verso l’estero in flussi domestici, per i quali il calo dei pernottamenti è stato comunque del 32,2%. La forte contrazione dei flussi turistici è ancora più marcata nel caso delle strutture ricettive, dove il calo è arrivato al 70% per i flussi turistici internazionali in entrata e in uscita.

 

Fto: “un’ecatombe, ma il 2021 rischia di essere peggiore”

“Siamo di fronte a un’ecatombe. I dati dell’Istat parlano chiaro. E purtroppo il 2021, a dispetto di certe narrazioni ottimistiche, non va molto meglio. Anzi, di questo passo il segmento del turismo organizzato, in particolare, riuscirà addirittura a far peggio, in termini di fatturato, del pur tragico 2020”. È il commento di Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato aderente a Confcommercio, per il quale prodotti come quelli offerti da tour operator e agenzie di viaggi sono crollati, secondo Istat, del 70% l’anno scorso, ma quest’anno il rosso è sempre più profondo e non riusciamo a compensare con nessun segmento: l’outgoing italiano fa segnare nel 2021 un -90% per colpa, in gran parte, di chiusure insensate e regole schizofreniche che cambiano di continuo. Anche il business travel ha perso tre quarti del suo giro d’affari e il settore eventi è sotto dell’80%. Se non si cambia rotta rapidamente in vista della fine dell’anno, il turismo organizzato italiano si attesterà su un fatturato persino peggiore del 2020, mentre Paesi come la vicina Croazia fanno segnare il record di presenze internazionali”.

Qualcuno ha rincarato i prezzi dei servizi per compensare la caduta dei ricavi, ma non è certo questa la strada per rendere più competitiva la nostra offerta turistica. Ecco perché fanno male i trionfalismi che pure ascoltiamo in queste ore: servono subito tavoli e misure per rilanciare davvero il settore, anche perché il turismo straniero, più di quello italiano, ci consente di lavorare tutto l’anno e dunque dobbiamo agire subito per salvare il resto del 2021”, conclude il presidente Fto.

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