Rete Imprese Italia: "servizi lavoro inefficienti, Jobs act li rilanci"

Rete Imprese Italia: "servizi lavoro inefficienti, Jobs act li rilanci"

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18 settembre 2014
Soltanto il 2,2% delle imprese italiane  assume personale selezionato dai Centri per l'impiego. Gli  imprenditori preferiscono cercare i loro collaboratori tramite le segnalazioni di conoscenti e fornitori (nel 63,9% dei casi) e attraverso le banche dati aziendali (24,4% dei casi). Ma anche chi cerca lavoro utilizza molto poco gli strumenti di collocamento. Infatti, appena il 5% degli occupati italiani si è rivolto a agenzie private autorizzate per trovare occupazione. Complessivamente i lavoratori intermediati dai servizi per il lavoro, sia pubblici che privati, rappresentano una quota inferiore al 5%, a fronte di una media europea del 9,4%. La scarsa efficienza dei servizi per il lavoro è stata denunciata da Rete Imprese Italia nel corso di un'audizione presso la commissione Lavoro della Camera con oggetto un' indagine conoscitiva sulla gestione dei servizi per il mercato del lavoro e sul ruolo degli operatori pubblici e privati. Rete Imprese Italia sottolinea la "necessità di utilizzare la delega contenuta nel Jobs Act per riorganizzare e potenziare il sistema dei servizi per il mercato del lavoro e renderli strumenti efficaci di politiche attive del lavoro, realmente utili alle imprese e ai lavoratori". A questo proposito, sollecita "coordinamento e uniformità delle norme in tutte le Regioni e un miglioramento generalizzato della qualità delle prestazioni". Un obiettivo che si può raggiungere "creando un'Agenzia nazionale per l'occupazione, partecipata da Stato, Regioni e Province Autonome, alla quale attribuire competenze in materia di servizi per il lavoro per riuscire finalmente a coordinare questo tipo di servizi, pubblici e privati, realizzando così l'integrazione tra politiche attive e passive". Inoltre, Rete Imprese Italia ritiene "necessario cogliere l'occasione del Jobs act per innovare le modalità con le quali vengono gestiti i servizi di collocamento e reimpiego, collegando strettamente gli interventi di sostegno al reddito con le misure 
di reinserimento nel mercato del lavoro". In particolare, secondo il soggetto unitario di rappresentanza delle pmi e dell'impresa diffusa, "è necessario introdurre il principio di 
condizionalità in base al quale il diritto a percepire trattamenti di sostegno al reddito è condizionato, appunto, all'obbligo di partecipare a iniziative di reimpiego". E i servizi per il lavoro, pubblici e privati, "devono rappresentare lo snodo fondamentale con cui concordare e attivare questo nuovo percorso di politiche attive per l occupazione". 

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